Invertising, il nuovo senso di marcia della Pubblicità. Seminario con Paolo Iabichino
il 06 dicembre 2010
vedi sulla mappaPesaro Altro
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Ovvero come fare una pubblicità diversa, più rilevante e vicina alle persone che ogni giorno - e non c'è recessione che tenga - scelgono di acquistare uno shampoo, un auto, un lettore mp3 o uno yogurt. Passare dall'advertising all'invertising è come fare un inversione a u. Iabichino è convinto che la pubblicità non abbia più bisogno di un target, ma di un interlocutore con il quale marche e prodotti devono mettersi in relazione, superando la logica del bisogno per sposare l’etica del servizio. Da qui l’advertising si arricchisce di nuove discipline per avvicinare un nuovo consumatore, sempre più individuo, che obbliga la scrittura a passare dal registro seduttivo a quello emotivo. Il seminario è organizzato dal Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, presieduto dal Prof Giovanni Boccia Artieri.
Pubblichiamo il post che Iabichino commenta su facebook per anticipare il seminario di Pesaro Studi:
“Lo ammetto, fa un certo effetto scrivere questo post per anticipare il mio intervento all’Università di Pesaro, all’interno del corso di laurea in Scienze della Comunicazione di Giovanni Boccia Artieri. Perché di questi tempi si entra nelle Università da un portone e si finisce a protestare su un tetto. Perché varcare la soglia di un’aula piena di studenti obbliga ad assumersi la responsabilità di ogni singola parola e perché quando ho cominciato a fare il copywriter io mica lo sapevo che la comunicazione sarebbe potuta diventare una scienza… E invece il contrario non ci è dato. Sono tempi questi in cui gli studenti dimostrano di essere più creativi dei creativi, usando Facebook per organizzare un movimento di protesta che occupa i monumenti come icona mediatica di un Paese che sembra in guerra con la ricerca, la conoscenza e l’idea di futuro. Eppure se ci è rimasto un avamposto militante per scommettere sul domani questo è proprio l’istituzione scolastica. E se oggi questo presidio somiglia più a una trincea che a una fucina, non è colpa degli studenti. Con buona pace di chi considera giusto il fatto che vengano “menati”.
Io vengo a raccontarvi che anche attraverso la pubblicità si può contribuire a fare di questo mondo un posto migliore. Lo so che sembra un assurdo. Ma il contrario non ci è dato”.