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Otium Mostra Archeologica Ravenna

dal 15 marzo al 02 novembre 2008

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Ravenna Altro

Descrizione dell'Evento

L'otium ha sempre suscitato sentimenti contrapposti. Condannato a più riprese e poi bandito dalla cultura industrialista, per secoli é stato nell'impero romano uno stile di vita elevato, considerato di pari valore rispetto al negotium. Insomma, per i cittadini dei primi secoli dell'era cristiana vita pubblica e vita privata erano sullo stesso piano, in perfetto equilibrio.

Noi moderni, invece, siamo sempre più schiavi del negotium, degli affari, degli impegni, della velocità . Viviamo una vita squilibrata e nevrotica. Quest'antitesi radicale fra l'antico e il moderno, rende estremamente interessante e godibile il tema della mostra che RavennAntica, Comune di Ravenna e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna organizzano nel Complesso di San Nicolò dal 15 marzo al 5 ottobre 2008: "Otium. L'arte di vivere nelle domus romane di età imperiale". L'esposizione é curata dal medievalista Carlo Bertelli e dal Soprintendente Luigi Malnati.
L'esposizione illustra la vita nelle domus e nelle villae dei ceti più abbienti nel periodo che va dal I al III secolo dopo Cristo. Per le classi dominanti dell'epoca, l'otium é un complesso di attività intellettuali e meditative, ricreative e ristoratrici che rappresenta non solo un bisogno essenziale, ma anche un elemento caratterizzante dello stile di vita, della libertà personale, della tempra morale. Lungi dall'essere disprezzato e demonizzato, l'ozio era considerato come essenziale libertà e come completamento rispetto agli obblighi del lavoro e agli impegni di carattere pubblico - ma non in contrasto con quelli - e quindi come possibilità di dedicarsi alla cura di sè. L'otium era lo spazio dell'anima e il luogo dei piaceri del corpo. Era arte di vivere. Una condizione privilegiata e invidiabile. La massima aspirazione per un uomo che fosse in grado di trovare il giusto equilibrio fra la dimensione pubblica e quella privata della vita.

L'otium s'identifica quindi con un ideale culturale e filosofico volto a raggiungere la conoscenza come superiore valore etico e morale. Questo stile di vita si riflette anche nel disegno delle abitazioni, domus o villae, pensate come luoghi simbolici e di rappresentanza, che esprimono il rango sociale dei proprietari. La natura intellettuale dei padroni di casa, il dominus e la domina, si rivela nell'attenzione dedicata all'arredo: nella scelta dei pavimenti e delle pitture parietali; nella collocazione di statue ed erme di filosofi; nella cura del giardino e nell'elaborazione di fantasiosi esterni con giochi d'acqua, getti di fontane e ninfei. I proprietari, in solitudine o in compagnia, utilizzano questi ambienti per passeggiare e meditare, dedicarsi alla lettura, alla conversazione, alla dettatura, in altre parole all'otium intellettuale. Le stesse matrone sono protagoniste di queste attività dello spirito, coltivando la musica, la pittura, la scrittura e altre attività intellettuali.

Accanto alla cura dello spirito c'é poi la cura del corpo nelle terme private, che fioriscono nelle villae di campagna e nelle domus di città , per soddisfare i piaceri del corpo in un ambito di riservatezza. Presso gli antichi non mancano naturalmente anche i momenti di svago e di gioco, sia dei bambini che degli adulti: gli uni si dilettano con bambole e noci mentre gli altri preferiscono dadi e astragali.

A partire da questo approccio storico-filosofico, la mostra Otium é organizzata come un complesso e intrigante racconto scandito da diverse sezioni tematiche:

"La serenità intellettuale"; "Atrio, giardino, peristilio, ambulatio"; "Il rito dell'ospitalità "; "La vita alla terme"; "Gli spazi intellettuali femminili"; "Il gioco a tutte le età "; "La domus come luogo dell'otium".

La mostra é allestita all'interno della splendida cornice di San Nicolò, con l'ausilio di ricostruzioni inedite di mosaici e di ambienti relativi a domus rinvenute nello scavo di via D'Azeglio a Ravenna - sottostanti la Domus dei Tappeti di Pietra - e dell'area termale della vicina villa di Russi. Importanti reperti giungono da altri siti archeologici della regione, in particolare da Rimini, con il bellissimo Orfeo citaredo che compare sull'immagine della mostra. L'apporto di Pompei e dell'area vesuviana é come sempre unico, al punto che una sezione di Otium é dedicata all'esposizione di splendide pitture pompeiane. Infine, di notevole rilievo sono le bambole come la famosa bambola di Crepereia Tryphaena che per la prima volta si può ammirare lontana dai Musei Capitolini di Roma.Â

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