My opinion my vote Il Voto delle persone Down
il 01 maggio 2009
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ROMA - Hanno una speranza di vita di 62 anni, sviluppano un’autonomia che li porta a lavorare e a vivere l’affettività in modo adulto, coltivano interessi, gusti e preferenze. Ma non vanno ancora a votare. Sono le persone affette da sindrome Down o più in generale tutti coloro che vivono una qualche forma di disabilità intellettiva. A loro si rivolge il progetto “My opinion my vote”, finanziato dalla Comunità Europea all’interno del programma Lifelong Learning Programme, nell’azione Grundtvig, che vede l’Associazione italiana persone Down capofila di un progetto biennale, iniziato nell’ottobre del 2008. Con l’Aipd collaborano sei organizzazioni attive nel mondo della disabilità in tutta Europa: Fundaciò Aura (Spagna), Down Alapitvani (Ungheria), Center for Ligebehandling af Handicappede (Danimarca), Equal Partners Foundation (Malta) ed Down syndrome Irland (Irlanda), con la Facoltà di Psicologia, Scienze dell’educazione e dello sport dell’Università Ramon Llull di Barcellona e con la Facoltà di educazione, dipartimento di Psicologia dell’Università di Malta.
Ma qual è lo scopo principale del progetto che sarà presentato il 20 marzo in occasione della vigilia della Giornata mondiale delle persone con sindrome di Down 2009? Italia, Spagna, Danimarca, Ungheria, Malta e Irlanda partecipano insieme al comune obiettivo di aiutare le persone con disabilità intellettiva a esercitare e quindi vivere consapevolmente il proprio essere cittadini, nazionali ed europei. Concretamente quindi si tratta di formare una coscienza dei propri diritti e doveri politici, costruire ed esprimere la propria opinione politica e partecipare alle elezioni e ai referendum. “Stiamo lavorando a diversi livelli – racconta Carlotta Leonori, operatrice Aipd che si occupa del progetto – dalla costruzione di una campagna di sensibilizzazione per promuovere i diritti sia a livello dei disabili sia a livello degli educatori al vero e proprio lavoro di presa di coscienza dell’essere cittadini rivolto al gruppo pilota”. In Italia (ma il format è uguale in tutta Europa) il lavoro è realizzato con un gruppo di 20 ragazzi down, di cui quattro di Roma, quattro di Bergamo, quattro di Campobasso, quattro di Pisa e quattro di Potenza. Ma il ruolo dei diversi gruppi sarà diverso: mentre i ragazzi della Capitale si occuperanno attivamente del progetto gli altri 16 saranno i “supervisori” del lavoro degli altri, controllando le prime reazioni dei ‘colleghi’ romani. “La prima fase sarà quella di creare una coscienza sull’esistenza di organismi politici, da quelli nazionali a quelli internazionali – spiega Leonori – si affronteranno poi temi quali quelli del diritto di voto, della rappresentanza politica e partitica”. Il lavoro è costruito in itinere, “anche in relazione al loro modo di ‘rispondere’ agli stimoli e alle riflessioni che verranno proposte. Su di loro poi calibreremo i passi successivi”. Il linguaggio utilizzato è semplice: “Un’elezione è quando tu voti per scegliere la persona migliore per rappresentarti, quella persona appartiene ad un partito politico”. La spinta a scegliere un rappresentante politico è basata su concetti lineari e vicini alla realtà dei ragazzi coinvolti: “Puoi decidere di votare per una persona se sei d’accordo con le sue idee. Puoi votare per qualcuno se pensi che egli o ella saprà ascoltare le persone del tuo territorio. Puoi anche decidere di votare solamente per un partito politico se sei d’accordo con le idee che sostiene, senza scegliere una persona”. Il progetto, che ora è a una prima fase di realizzazione, ha come obiettivo finale quello di creare una coscienza politica anche attraverso la ricerca di buone prassi già attive, effettuare un sondaggio tra persone con disabilità intellettiva su comportamenti relativi alla partecipazione politica, stendere progetti educativi applicabili a larga scala e fare incontrare persone con disabilità intellettiva a livello internazionali per permettere un confronto e uno scambio. “Un primo incontro è già stato realizzato nel mese di gennaio a Bruxelles – spiega l’operatrice Aipd - il prossimo appuntamento è a Budapest dopo l’estate (a settembre) e infine a Roma, nel maggio 2010 ci sarà un ultimo incontro per fare il punto della situazione a cinque mesi dalla fine del progetto”. Primo “esame” per il gruppo di lavoro? Le elezioni europee del 7 e 8 giugno, per dimostrare che anche i disabili intellettivi sono cittadini a tutti gli effetti. (Marta Rovagna)