il 14 aprile 2007
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Dopo il debutto al Festival "Vie" di Modena, quella del 14 aprile è l'unica data regionale e anche l'ultima data italiana per un lavoro che sta per intraprendere una tournée europea estiva.
"Pre-paradise sorry now" è un ritratto estremo delle aberrazioni di Ian e Myra, coppia di assassini su cui l'occhio aguzzo di Fassbinder si era fissato nel 1969 ispirandosi alle atrocità commesse da due serial killer inglesi realmente vissuti negli anni ?60: lei morta in carcere nel 2002, lui ancora in vita e alimentato a forza. Uno spettacolo che vive delle innovazioni visionarie che hanno reso famoso il gruppo riminese, amatissimo all'estero, dove nei prossimi mesi girerà da Praga a Salisburgo con le ultime produzioni, mentre in giugno è fissato il prestigioso debutto alla Biennale Danza di Venezia con "x (ics) racconti crudeli della giovinezza", nuovo lavoro sulla follia d'amore coprodotto dal festival veneziano e da realtà francesi e tedesche.
E innovativa, in "Pre-paradise sorry now", è anche la concezione dello spazio scenico, ridisegnato nella claustrofobica "casa della desolazione" abitata dai due protagonisti, nuove le forme dello stare in scena dei due protagonisti, gli attori Dany Greggio e Nicoletta Fabbri, nuovo il rapporto tra corpo, scena, suono e immagine, dove si coniugano i linguaggi dell'intervento performativo, del cinema, dell'installazione, superando radicalmente il codice tradizionale della rappresentazione teatrale.
Ma ai Motus, a Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, fondatori della compagnia e ideatori e registi di questo spettacolo, è il presente che interessa, un presente letto in controluce nei lividi fantasmi di un passato che getta ancora il suo sguardo gelido su di noi. «Quanti Ian e Myra esistono oggi?» si chiedono «dietro giardinetti ben curati e gerani sui davanzali? Che magari non uccidono con asce e coltelli, ma con sguardi e parole non dette, e che ogni giorno vanno in ufficio covando un odio irrazionale, proiettato sempre verso qualche nuovo nemico?»
E' da queste domande che nasce un lavoro non a caso sottotitolato "Piccoli episodi di fascismo quotidiano". Dopo il Pasolini estremo e disperato di Petrolio e di Salò, indagato in Come un cane senza padrone e L'ospite, la compagnia riminese ha intrapreso un nuovo percorso che indaga dentro una serie di scomodi rimossi. «Non è tempo per intrattenimenti, preferiamo lavorare sul filo del baratro spostandoci con leggerezza, sempre pronti alla fuga (e alla guerriglia)», dicono. «Andiamo a ricercare i segni, le tracce del fascismo ancora predominante proprio nell'infimo, nel quotidiano, perché è nelle abitudini del comune vivere domestico che si annidano i germi che alimentano le ideologie autoritarie», spiegano citando Wilhelm Reich e il suo libro Psicologia di massa del fascismo.
Il risultato è un evento scenico destrutturato ed evocativo, che «slitta continuamente fra le biografie dei due psicopatici inglesi, infervorati dal fascino per il nazismo e tutte le forme di sopraffazione e intolleranza, e i tanti Ian e Myra che abitano le villette a schiera delle periferie». Fassbinder scrisse questo testo poco dopo l'arresto dei veri Ian e Myra, ne ha conservato i nomi reali e ha attraversato con grande aderenza le vicende della loro storia, fino alla comparsa di Jimmy, un loro parente, che viene fatto assistere all'ennesimo omicidio per essere "istruito" e che il giorno dopo li andrà a denunciare.
Info: 0521 992044