Esposizione di Norma Mascellani dal titolo 'Infinito'
dal 26 novembre 2009 al 24 gennaio 2010
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Quello che Norma Mascellani ritraeva con le sue primissime pennellate era un mondo completamente diverso dal nostro: rarissime automobili, panorami senza cemento, guerre - e bombe e distruzione - ancora da venire. Perchè Norma Mascellani il suo faccia a faccia con la tela lo ha iniziato alla fine degli anni Venti, e già da giovanissima poté contare sugli insegnamenti di Giorgio Morandi, concittadino e maestro a Bologna.
Città che ancora si onora dell’attività della grande pittrice, ormai centenaria e la cui opera sarà celebrata in una grande mostra che sarà inaugurata alla Raccolta Lercaro domani 26 novembre alle 18. Presiederà l’inaugurazione S. E. Mons. Ernesto Vecchi, Presidente della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro. Infinito - questo è il titolo dell’esposizione,
che riprende il titolo di una serie realizzata dall’artista - seleziona una settantina di opere delle oltre cento che la pittrice donò alla Fondazione tra il 1996 e il 1999.
Un vero e proprio patrimonio che viene offerto ai bolognesi in occasione del centesimo anniversario della nascita dell’artista. «I soggetti delle opere di Norma Mascellani - spiega padre Andrea Dall’Asta, curatore della mostra e direttore della Raccolta Lercaro - appartengono a un mondo semplice e familiare. Marine, paesaggi, alcuni ritratti, semplici oggetti come fiori secchi, ciotole, bottiglie, conchiglie.
Con un colore steso con tocchi leggeri Norma Mascellani consegna i frammenti di un mondo intimo, immerso in una calma atmosfera fatta di colori delicati, di odori sottili. A immagini di solitudine, di silenzi infiniti, come le bianche distese dell’Adr iatico in inverno o le sue numerose nature morte, la pittrice alterna paesaggi familiari, i “luoghi dello sguardo e del cuore”, come
il Santuario della Madonna di San Luca, sul Colle della Guardia.
E poi, le vedute veneziane, con la Basilica di San Giorgio e la Basilica della Salute». Quelle vedute che Norma Mascellani avvolge in quell’alone etereo che è sempre stato la sua cifra stilistica:
«Sempre la luce protagonista - spiega Claudio Spadoni, direttore del Mar, nel pieghevole che presenta l’esposizione - quasi in sordina, talora come imbozzolata in un velame di sogni e di memorie, sempre al filtro di una esercitata vigilanza formale.
Una luce tenera come di una visione interiorizzata, dove la fisicità delle cose, si tratti di nature morte, di paesaggi, di volti, viene restituita in una condizione di tempo quasi sospeso, senza che
nulla venga perduto della sua fragranza di realtà, di vita».
«Di fronte a tanto vuoto “rumore” contemporaneo - dice ancora Padre Dall’Asta - la pittura di Norma Mascellani, come una preghiera, è oggi per noi un monito, perché sappiamo immergerci nel mistero del mondo e nei suoi silenzi infiniti ». (fonte il Domani di Bologan del 25/11/09 pag 23)