Mostra su Donato Bramante Fermignano
dal 30 maggio al 30 giugno 2008
vedi sulla mappaPesaro Fermignano Altro
dal 30 maggio al 30 giugno 2008
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FERMIGNANO (PU) - Mostra su Donato Bramante
La mostra su Bramante, curata dalla PiQuadro srl, si aprirà il 30 maggio 2008 a Fermignano e fa parte di una serie di eventi annuali per omaggiare il Bramante fino al cinquecentenario della sua morte nel 2014
Bramante, perchè
Le ragioni e le scoperte della mostra di Fermignano
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Punti di partenza
I personaggi illustri conferiscono al loro luogo di nascita un senso di identità . Anche Donato Bramante, che secondo lo storico tedesco Jacob Burkhardt, con Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello é tra i fondatori dell'"Alto Rinascimento". L'architetto vide la luce a Fermignano (Urbino) nel 1444. Cresciuto e formatosi nel Montefeltro, nel 1477 Bramante partì per Milano per studiare – come dice il Vasari - lo stile gotico del duomo.
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Per capire il giovane Donato bisogna per forza parlare di Fermignano e della corte urbinate di Federico da Montefeltro. Poichè non esistono documenti dei primi 33 anni di Bramante, eccetto qualche raro atto notarile della famiglia, occorre adoperarsi come un commissario di polizia, esaminando gli indizi e le ipotesi dei vari storici dell'arte. àˆ questo lo scopo che si prefigge la mostra "Bramante. Anche i geni hanno cominciato da piccoli. I primi 30 anni dell'architetto nel Montefeltro".                Â
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Bramante si é spento a Roma nel 1514. In occasione del Cinquecentenario della sua morte, il Comune di Fermignano organizza ogni anno un' evento-omaggio. C'é da dire, però, che dopo mezzo millennio é rimasto ben poco di nuovo da scoprire. Nonostante due eccelsi studiosi di Bramante, quali Arnaldo Bruschi e Christoph Luitpold Frommel, siano saliti in cattedra durante un convegno organizzato dalla società PiQuadro, eravamo timorosi del concetto di "scientifico". Tuttavia, noi siamo convinti che il 30 maggio, data in cui si alzerà il sipario della mostra, saranno portate alla luce parecchie cose non ancora conosciute.
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Misteri dell'adolescenza
Come già accennato, per parlare di Bramante da giovane bisogna far rivivere la Fermignano dell'epoca. Già il palcoscenico della mostra rappresenta un ritorno ai luoghi familiari del piccolo Donato: la torre medievale, il ponte romano o longobardo e, dall'altra parte del Metauro, l'ex-mattatoio (oggi Museo dell'Architettura) e l'ex-lavatoio. Per studiare, il ragazzo doveva percorrere ogni giorno a piedi quattro chilometri sulla "Strada rossa" fino ad Urbino.
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Com'era il paese a quell'epoca? La silhouette di Fermignano si vede nella parte inferiore del quadro "San Silvestro e i Santi" di Girolamo Cialdieri, opera che metteremo in mostra. A Urbino Francesco di Giorgio Martini, uno dei presumibili maestri di Bramante, progettò il nuovo duomo, crollato dopo il terremoto del 1789 e sostituto dalla costruzione neoclassica di Giuseppe Valadier, che vediamo oggi. Com'era il tempio di Francesco di Giorgio? Colmeremo questa lacuna presentando – novità assoluta per Urbino – il modellino ligneo dell'edificio andato poi distrutto.
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Quali influenze ha subito Bramante e quale era l'ambiente culturale della sua adolescenza? Cerchiamo di ricostruirlo spiegando con alcuni affreschi e sculture del Quattrocento la sua scelta di andare a studiare a Milano lo stile gotico del Duomo. Durante gli anni di apprendistato a Urbino, il Palazzo Ducale era frequentato anche da Piero della Francesca, che spesso viene indicato come altro maestro di Bramante.
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La scoperta di Piero
Ad Urbino Piero dipinse tra i suoi quadri, il dittico di Federico e di sua moglie Battista e – sul retro di quelle tavole – i loro Trionfi. Dietro i ritratti della coppia ducale si vede un paesaggio rinascimentale ameno, coi suoi dolci colli e persino un lago percorso dalle imbarcazioni. "Un prodotto di fantasia della mente di Piero" , così lo definirono illustri storici dell'arte. O, anche, "un paesaggio toscano". Niente affatto. Le ricercatrici urbinati Rosetta Borchia e Olivia Nesci con un lavoro da certosino hanno identificato il sottofondo dei quadri. Le loro virtuose foto provano, senza ombra di dubbio, che il paesaggio ritratto da Piero é lo stesso della valle del Metauro, territorio situato a metà tra Fermignano ed Urbania, in quel periodo navigabile. Nei dipinti si riconosce persino il Monte Hasdrubale, sotto il quale é nato Bramante. Anche questa scoperta, presentata dalla mostra in modo avvincente, é un assoluta novità .
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Prima di diventare architetto, Bramante provò la carriera di poeta e pittore. Presenteremo una scelta dei suoi quadri, anche per dimostrare che in questo campo non era affatto un campione. "Era un tipo tardivo, come del resto lo erano anche Verdi o Bruckner", dice il professore Christoph Luitpold Frommel, che il 30 maggio inaugurerà la mostra. Il genio di architetto "esplode" con i primi incarichi a Milano. Citiamo come esempio la sua soluzione adoperata in S. Maria presso S. Satiro. Con i trucchi di un'illusionista, Bramante trasformò una semplice parete, dietro l'altare maggiore, in una volta profonda che segue lo spettatore in ogni suo movimento.
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Un Trompe-l'oeil, che finge chiari e scuri, luci e ombre. "Un Maestro della regia della luce", così ha definito Renzo Piano il Bramante. Che anticipa l'inventiva prospettica di un maestro del teatro come Giorgio Strehler o del cinema come Federico Fellini.
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L'amicizia con Leonardo
Una forte amicizia ha legato per diciassette anni Bramante a Leonardo da Vinci. Documentiamo questo sodalizio presentando per la prima volta "L'ultima cena" di Santa Maria degli Angeli da una nuova prospettiva. "In questo affresco si scopre la mano di Bramante. Nessun altro quadro di Leonardo é costruito con una tale architettura prospettica", dichiara Frommel. La mostra vuole essere anche didattica, e spiegherà nei dettagli la collaborazione bramantesca nel sublime quadro.
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La mostra si inserisce in un altro Cinquecentenario, quello della prima posa di pietra della Basilica di San Pietro nel 1506. Bramante era il primo Soprintendente della Fabbrica di San Pietro. Nella Torre di Fermignano abbiamo i modelli lignei della Cupola, del suo progetto per il Cortile di Belvedere in Vaticano e del romano Tempietto di San Pietro in Montorio che illustrano la maestria raggiunta dal Bramante. àˆ quello l'apogeo della sua esistenza creativa che fa di lui uno degli artefici dell'Alto Rinascimento (Burkhardt).
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Il Maestro virtuale
San Pietro é stato per Bramante un punto di arrivo, per la storia dell'Architettura una soluzione di partenza, perchè il progetto venne più volte cambiato fino ad arrivare alla costruzione attuale. Due anni fa la Microsoft ha scannerizzato tutti i progetti della Fabbrica di San Pietro, rilevando in 3D anche con grande fedeltà il modello in scala 1:30 di Antonio da Sangallo il Giovane, lungo 7,36m, largo 6,02m e alto 4,68m. Il modello, considerato il più grande mai costruito nel Rinascimento, sarà presente a Fermignano nella Sala Bramante e che, date le dimensioni, non verrà fatto vedere in versione reale, bensì in quella digitale. Considerati i tempi attuali, non potevamo farci mancare il nostro "Bramante virtuale".Â
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Responsabile mostra
Dott. Veit Molter