Mostra Bovina Frisona e Cunicole alla Fiera di Reggio Emilia
dal 02 al 03 aprile 2011
vedi sulla mappaReggio Emilia Altro
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Come nasce l’associazione allevatori di Reggio Emilia?
Nell’aprile 1947 un gruppo di lungimiranti allevatori reggiani, esaminata la situazione del patrimonio zootecnico locale e constatata la necessità di agire per il miglioramento e la difesa del bestiame, in ispecie di quello bovino, dava vita all’Associazione Provinciale Allevatori della Provincia di Reggio Emilia.
Ha così inizio la storia dell’Associazione. Le prime aziende aderenti all’associazione sono 59. Alla fine del primo anno, le principali attività intraprese dall’associazione furono: l’ importazione di 119 capi di razza Bruna Alpina e Simmenthal dalla Svizzera, la distribuzione di crusca agli allevatori e la distribuzione di 2900 quintali di frumentone.
Si deve innanzitutto ricordare quanto è stato fatto per incrementare l’assistenza ai soci nel settore economico, attuata con l’assegnazione di discreti contingenti di mangimi.
Con l’acquisto di orzo, crusca e granoturco a condizioni di favore, si sono potute distribuire alcune centinaia di quintali di mangimi a prezzi migliori di quelli correnti sul mercato, facendo perciò registrare un risparmio ai soci assegnatari.
Oltre ai mangimi semplici l’Associazione, da subito gioca la carta dei mangimi composti, le così dette “miscele”; già nel ‘47, infatti si è provveduto alla distribuzione, una prima volta di lattogeno per vacche da latte, una seconda volta di una miscela sempre per vacche da latte composta su formula dettata da questa Associazione, distribuzione seguita da altra ed organizzata in accordo col locale Consorzio Agrario che ha praticato per il mangime assegnato ai soci APA un prezzo inferiore di trecento lire al quintale rispetto a quello praticato agli agricoltori in genere.
Alla fine del 1947 sono iscritte 300 aziende con 2884 capi. Nel marzo 1948 si costituisce la Sezione Suina la cui carica direttiva è assegnata al Prof. Mario Guardasoni.
L’Associazione esamina in questi anni la possibilità di acquistare il vaccino antiaftoso per rivenderlo ai soci ad un prezzo inferiore o in alternativa di istituire in seno all’organizzazione degli allevatori una struttura che provveda alla fabbricazione in proprio del vaccino, in quanto, si riteneva che l’Istituto di Brescia, detenendo di fatto il monopolio, applicasse prezzi troppo alti.
Con grande lungimiranza ed al fine di promuovere la fecondazione artificiale nelle aziende di bovini da latte, l’Associazione Allevatori concorre all’acquisto di un microscopio da affidare all’IRFA (Istituto Reggiano per la Fecondazione Artificiale) che dovrà impegnarsi ad effettuare sconti particolari agli associati.
Sempre nel 1948 vi è la partecipazione dell’Associazione all’organizzazione della “Prima Rassegna Zootecnica Reggiana” in occasione dell’inaugurazione del Nuovo Mercato Bestiame di Reggio Emilia.
Gli allevatori scoprono le straordinarie potenzialità produttive della razza Frisona e sulla base delle richieste dei soci, l’Associazione organizza l’importazione di bovini selezionati della razza Pezzata Nera Olandese.
E’ l’Assemblea Generale dei Soci del 17 dicembre 1948 che delibera l’inizio dell’attività relativa ai controlli funzionali a partire dall’anno 1949, che inizialmente saranno limitati ad una quindicina di stalle e a soggetti allevati in purezza; vengono assunti un impiegato e cinque controllori, le analisi del grasso vengono svolte presso il laboratorio dell’Ispettorato Agrario. La stessa Assemblea approva la suddivisione dell’Associazione in Sezioni:
GLI ANNI ‘50
Verso la fine degli anni ‘50 si perforano pozzi profondi nelle zone non servite dalla bonifica e si costruiscono laghetti collinari al fine di aumentare la produzione foraggiera. Si rendono così fertili ampie zone della pedemontana e della montagna, vi si costruiscono strade e si porta la corrente elettrica in ogni località.
Si comincia a registrare un sensibile calo di unità lavorative in agricoltura a causa di un loro trasferimento verso l’industria.
Molte aziende agricole cambiano di proprietà e passano dalla conduzione a mezzadria alla conduzione in affitto e conduzione diretta. Tale operazione viene incentivata con mutui a tasso agevolato ed a lunga scadenza. Intanto l’industria continua ad espandersi soprattutto nel settore meccanico e della ceramica.
Le aziende zootecniche calano progressivamente di numero e si da vita a centri zootecnici sempre più moderni. Si aggiornano le stalle vecchie e se ne edificano delle nuove con attrezzature all’avanguardia. Si ristrutturano o si costruiscono abitazioni per rendere sempre più confortevole la vita nelle campagne. Anche le colture dei campi subiscono trasformazioni specializzando le produzioni, coltivando foraggi, cereali o uva. Questa straordinaria trasformazione della nostra campagna renderà possibile la meccanizzazione integrale. Si costituiscono centri di allevamento suinicolo modernissimi, e nella campagna, nonostante l’alternanza dei mercati, si continua ad investire ed aggiornare.
Anche l’attività dell’Associazione in questi anni è particolarmente vivace.
Il 28 maggio 1950 è indetta la Prima Mostra Provinciale Reggiana di bovine da riproduzione riservata esclusivamente alle stalle controllate dall’Associazione Provinciale Allevatori di Reggio Emilia.
Alla fine del 1950 sono controllate 1004 vacche in 180 stalle (613 olandesi - 222 reggiane - 119 brune alpine - 32 modenesi - 18 simmenthal).
Il 1° gennaio 1952 viene nominato direttore dell’Associazione il Geom. Lamberto Bosi.
Alla fine di quello stesso anno l’attività dell’Associazione si estende su quattro provincie e si costituisce la “Federazione Allevatori Bovini da latte della Zona del Grana Tipico” a cui aderiscono allevatori delle provincie di Bologna, Modena e Parma. La costituzione della Federazione Allevatori Bovini, a cui demandare i controlli funzionali e la tenuta dei libri genealogici, è sicuramente un grande segnale di lungimiranza che da subito incontra seri ostacoli dovuti a banali questioni di campanile; vi aderiscono in toto i soli allevatori della provincia di Bologna.
Le vacche iscritte salgono a 1521 in 210 stalle.
Nel settembre 1953 l’Asssociazione partecipa all’Esposizione Internazionale dell’Agricoltura di Roma con un gruppo di bovini Reggiani costituito da due tori, sei vacche e quattro manze delle tenute “La Barisella” e “Riviera”.
Dal 15 marzo al 15 agosto 1953, l’Associazione organizza un servizio giornaliero di rifornimento di seme di tori di razza Pezzata Nera e Bruna Alpina dell’Istituto Sperimentale “Lazzaro Spallanzani” di Milano.
L’iniziativa sopracitata è un chiaro segnale di un altro settore (fecondazione animale) sul quale l’Associazione ha posto la propria attenzione. A fine anni ‘50, nonostante la legge organica zootecnica del 1929 e la legge speciale sulla fecondazione artificiale che si prefiggevano il rispetto delle norme sanitarie e il miglioramento del patrimonio bovino; la monta clandestina rappresenta ancora il 40 - 50%.
Allo scopo di disciplinare ed incrementare la monta pubblica, nell’anno 1957 la nostra Associazione ha dato vita alla Sezione Montana Tenutari Stazioni Pubbliche Taurine con sede a Castelnovo ne’ Monti e con giurisdizione su 13 comuni. La Sezione contava 230 tori pubblici su circa 350 funzionanti nei comuni interessati.
Anche in pianura si rende necessario ripristinare ed incrementare la monta pubblica taurina a mezzo dell’istituzione di stazioni veramente razionali e con riproduttori di alto valore.
Gli ultimi anni ‘50 sono anche un momento di riflessione per la fecondazione artificiale. La nostra Associazione ha sempre spinto fin dagli inizi questa tecnica innovativa ma, sicuramente, la poca esperienza nelle tecniche da adottare e l’utilizzo di tori peggioratori hanno fatto sì che in alcune razze l’uso di questa tecnica fosse sospeso. Gli associati al fine di acquisti più oculati vengono invitati a rivolgersi esclusivamente al Centro Provinciale F.A. di Reggio.
Il 24 e il 25 settembre 1955 vi è la partecipazione alla Prima Mostra Regionale di Parma con 50 soggetti di razza Pezzata Nera e 20 di Bruna Alpina.
Il 28 luglio 1957 con un’assemblea straordinaria vengono modificati gli articoli 3 e 5 dello Statuto, pertanto la durata dell’Associazione diviene illimitata. Sempre in quell’anno viene eseguita un’indagine nei confronti della Tubercolosi con i fondi stanziati dall’Ispettorato Provinciale all’Agricoltura, dall’Amministrazione Provinciale, sotto la guida tecnica del Servizio Veterinario Provinciale che ha fornito gratuitamente la tubercolina, con la collaborazione della sezione di Reggio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia che ha effettuato gratuitamente le analisi di laboratorio. Le sezioni provinciali dei Libri Genealogici hanno condotto un’indagine su 1930 bovini adulti e giovani allo scopo di accertare lo stato di salute rispetto alla tubercolosi. Dall’indagine è risultato che 19 soggetti su 100 hanno dato reazione positiva.
Dal 4 all’8 giugno 1959, più di trecento giovani bovini selezionati, di proprietà di allevatori reggiani, sono stati avviati ai centri di alpeggiatura e pascolo organizzati dall’Associazione provinciale Allevatori con la collaborazione e l’ assistenza tecnica dell’Ispettorato dell’Agricoltura e del Corpo Forestale dello Stato. Questa nuova iniziativa dell’Associazione Allevatori è il primo esperimento di monticazione collettiva in grande stile che si effettua nella zona appenninica. L’iniziativa intrapresa si impernia su un centro permanente di allevamento sito in Vedriano di Ciano d’Enza, al quale sono di completamento quattro stazioni di alpeggiatura: una a monte Fugacciaro, la seconda a Castiglione, la terza a Cervarolo di Villaminozzo e l’altra denominata “Baggioledo” sita nella conca delimitata dal Corno delle Scale, dalla Nuda e dal monte Spigolino nell’Appennino tosco-emiliano.
Con decreto del Presidente della Repubblica n° 580 del 23.03.1958, l’Associazione Provinciale Allevatori di reggio Emilia (prima in Italia) viene eretta Ente Moreale e ne viene approvato lo Statuto.
Il 9 ottobre 1959 la sede si trasferisce da Via Guidelli in Via Boiardi.
GLI ANNI ‘70
In relazione alla istituzione delle regioni a statuto ordinario, le Associazioni emiliane-romagnole mantengono fra loro il necessario collegamento tramite un Comitato Regionale provvisorio costituito dai Presidenti e dai Direttori.
Nel 1971 l’Apa aderisce alla costituzione dell’Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia Romagna; nel 1972 l’Avvocato Giancarlo Lombardini ne diviene Presidente.
Dal 1° Gennaio 1973 viene assunto in qualità di Direttore dell’Associazione Provinciale Allevatori di Reggio Emilia il Dott. Romano Degli Incerti-Tocci, medico veterinario, funzionario della “Carlo Erba”.
Nel 1973, completata la preparazione di due tecnici inizia il servizio controllo mungitrici; si inizia con interventi gratuiti al fine di far conoscere questo nuovo tipo di servizio. Si evidenzia da subito che il 50% degli impianti funzionano in modo inadeguato. Sempre in quell’anno inizia l’applicazione del prestampaggio e per la prima volta si utilizzano i lattometri al fine di snellire il lavoro dei controllori; nel 1973 inizia il piano di profilassi della mastite bovina.
Nel 1974 su indicazione dell’Associazione Nazionale Allevatori Razza Bruna, al fine di migliorare la popolazione locale con l’immissione di sangue BROWN SWISS, l’Associazione procede all’acquisto e alla distribuzione di 200 dosi di tori miglioratori Brown Swiss.
Sempre in quell’anno inizia il piano relativo al premio allevamento vitelli in attuazione dalla legge regionale n°36; l’attuazione del piano interessa 8.000 allevamenti per un totale di 104.000 vitelli. Continua la gestione del servizio di stoccaggio carni bovine che l’Associazione svolge per conto dell’AIA.
Dal 7 al 10 Aprile 1975 si è tenuta la prima “Mostra Regionale dei Bovini da Latte” al Foro Boario di Reggio Emilia, con 731 capi presenti, provenienti da 126 allevamenti della regione.
E’ un successo mai registrato prima, è la giusta risposta e la dovuta riconoscenza per l’impegno della Regione; un tale successo contribuisce a far sì che tale manifestazione diventi appuntamento annuale degli allevatori della nostra Regione.
Nella primavera del 1975 qualcosa si muove nel salvataggio della razza Reggiana; viene attuato un piano che si attuerà con la fecondazione artificiale gratuita di 500 bovine, da attuarsi con materiale seminale di torelli giovani, linee di sangue insolite al fine di differire la grave minaccia della consanguineità.
Nel 1977 con parere favorevole dell’Assessorato Regionale alla Sanità si tiene il primo Corso di F.A. per operatori laici che porta nel maggio 1978 all’abilitazione di 40 operatori; ha inizio quindi uno stravolgimento nelle tecniche riproduttive; è questo senza alcun dubbio la chiave di svolta per accelerare il miglioramento genetico della popolazione bovina.
Nel settore suino l’APA, attenta alle nuove esigenze degli associati provvede all’acquisto di uno strumento ad ultrasuoni Preg-Cek, finalizzato alla diagnosi precoce di gravidanza delle scrofe.
L’esigenza di seguire i rapidi mutamenti del panorama zootecnico internazionale portarono l’Associazione ad organizzare un viaggio di studio in Canada e USA; successivamente in Israele e Paesi nord Europei.