Concerto dei Melvins all' Estragon di Bologna
il 05 ottobre 2011
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I Melvins ironizzano sulle loro ultime 'sfortunate' trasferte che li hanno spesso fatti incappare in madre natura, esempio Giappone, Nuova Zelanda e Osborne (Terremoto del 1994). Con la loro musica devastante e non schematica, approdano anche in Italia con i loro maggiori successi tra i quali 'Boris', 'A History Of Bad Men' e 'The Kicking Machine'. Come si definiscono lo lasciamo dire a loro stessi:
'King Buzzo... Longest surviving and only original member left. When they get around to replacing him there will be no original members!
Dale Crover... Long standing drummer and part time guitar player. Dale likes his booze in a High Ball glass.
ared Warren... Bass player, singer and part time drama geek. Jared also plays in the band Big Business.
Coady Willis... Drummer. Coady has a funny story about trying to play a gig in leather pants. Ask him, it's funny as shit! Coady also plays drums in Big Business.'
I Verdena saranno a Bologna all'Estragon per aprire il concerto dei Melvins dopo un mini tour eurepeo in Olanda, Germania, Belgio e Inghilterra. Dopo una pausa di qualche settinama termineranno con il loro tour nei club.
BIOGRAFIA
Melvins si formarono nel marzo del 1984 ad Aberdeen (Washington), nei pressi di Seattle e divennero presto una delle colonne vertebrali del grunge, nonche' il power-trio per eccellenza dell'hard-rock Il loro sound lento, marziale, cupo e pesante esasperava quello dei Black Sabbath in un rituale di putrefazione della musica che era parte esaltazione del brutto e parte dissoluzione allucinogena.
Buzz Osbourne (canto, chitarra), Dale Crover (batteria) e Matt Lukin (basso) registrarono una session che sarebbe stata pubblicata come Six Songs (C/Z, 1986) e poi aumentata a Eight Songs (C/Z, 1991), e poi a 26 Songs (Ipecac, 2003). Brani come Easy As It Was scorrono all'insegna di un sound catartico, che libera gli istinti primitivi di questi barbari psicotici in lente e ossessive danze rituali. Le atmosfere claustrofobiche alla Black Sabbath e l'incedere da panzer alla Kiss riducono ai minimi termini la definizione di grunge. A nobilitare e vivacizzare le loro armonie e` soprattutto la batteria di Crover, con il suo alternare tempi irregolari, pause, passi marziali, rulli epilettici.
Gluey Porch Treatments (Alchemy, 1987) fu il vero manifesto del loro stile. Il ritmo lento ed esasperante di Eye Flys, con un deliquio di feedback in crescendo, la melodia "ossianica" alla Black Sabbath e il canto vampiresco di Osborne; il passo marziale e marziano di Heavyness Of The Load; la ferocia bestiale, ma trattenuta, di As Was It; e l'andamento tutto ad effetto, fortemente gotico, di Over From Under The Excrement, ridefiniscono l'estetica drammatica della musica rock. A parte qualche residuo di "slamdance", il vero legame con l'hardcore e` dato dalla durata dei brani, quasi tutti minuscoli.
Appena terminate le registrazioni di quell'album Osbourne raggiunse la sua ragazza, la bassista Lorax Black dei Clown Alley (figlia di Shirley Temple), a San Francisco, mentre Lukin avrebbe formato i Mudhoney di li` a pochi mesi. Nel 1988 Crover si uni` a loro per dar vita alla seconda fase dei Melvins, documentata dall'album Ozma (Boner, 1989), ancor piu` essenziale e radicale nel suo rifarsi al modello originale, senza concedere il benche' minimo effettismo agli stereotipi dell'heavymetal. Forte di pugni allo stomaco come Raise A Paw, l'opera ritaglio` allo stile titanico e brontosaurico, ipnotico ed estenuante del gruppo un posto unico nel panorama del neo-hardrock. L'arroganza grossolana di Vile e la truce agonia di Revulsion sottolineano le nuove liturgie del male al ralenti` di questo trio di becchini del rock; ma il disco e` soprattutto un catalogo di riff e cadenze memorabili, lasciati per pochi terribili secondi in balia della loro folle paranoia (Let God Be Your Gardener, Dead Dressed). La lentezza del loro sound divenne leggendaria ed epitomica.
Nel frattempo erano usciti anche diversi singoli (fra cui Your Blessened, Oven, Revulsion, With Your Heart, Sweet Young Thing) che tracciavano una lenta progressione verso una maturita` sempre piu` rigorosamente ancorata al proprio dogma.
Con Bullhead (Boner, 1991) il trio raggiunge la perfezione formale, anche se sacrifica parte della propria monolitica intransigenza. Peraltro un altro classico torrenziale, Boris, domina il disco e lo consegna agli annali del genere. Il mostruoso ralenti` dei Melvins si protrae di brano in brano, pesantissimo, senza concedere tregua. Due sole le (felici) eccezioni: It's Shoved presenta finalmente una linea melodica e un riff incalzante; e l'impeto di Zodiac e` un incrocio fra rockabilly ed heavymetal. Non solo il "drumming" di Crover e` cresciuto di autorita` ed espressivita`, ma i riff tempestosi di chitarra creano tensioni esplosive (come nella coda di If I Had An Exorcism). Benche' i Melvins vogliano creare un'astrazione del sound dei Black Sabbath, in pratica riprendono la lezione dei Black Flag (periodo heavymetal di My War) e dei Killdozer.
Il coevo EP Eggnog (Boner, 1991) cambia marcia con la trascinante Antitoxidote e la selvaggia Hot Leg (con un grande assolo di chitarra); ma su tutto troneggia il lungo, lentissimo e snervante brano strumentale Charmicarmicat, che rimarra` un po' la loro We Will Fall (Stooges). Tetragoni, rocciosi, catatonici, i Melvins scolpiscono musica potente nel vuoto.
Dopo il singolo Night Goat, per rendere omaggio ai Kiss i tre membri dei Melvins (con Black sostituita temporaneamente da Joe Preston degli Earth) registrano un disco a testa. Ma il 1992 e` soprattutto l'anno di Melvins (Boner, 1992), album (che doveva intitolarsi Lysol) in cui il complesso non rinnega per nulla la propria monoliticita`, anzi la spinge a nuovi efferati vertici. Il disco, concepito come un flusso unico di musica, e` forse il meglio suonato della loro carriera. Il primo brano, Hung Bunny (undici minuti), e` un nuovo capolavoro: si apre con una sequenza di feedback di chitarra quasi immobili e con tonfi di batteria in crescendo; questa specie di deliquio psichedelico, o di minimalismo heavymetal, da` luogo a riff epici che si sdipanano con maestosita` celestiale e acquistano sostanza corporea fino a divenire trascinanti. E` il canto del cigno del loro periodo classico.
Finita l'era degli eccessi, aggiustata la mira, deciso di fare sul serio, e tornata Lorax al basso, i Melvins registrano Houdini (Atlantic, 1993). Si tratta di un disco di transizione, molto piu` equilibrato dei precedenti, che riprende l'assordante stasi allucinogena di Bullhead soltanto in Hooch e soprattutto Hag Me, due nuovi classici viscosi, mentre incespica nel pop di Set Me Straight, sperimenta con il quasi-strumentale quasi-jazz di Sky Pup, delira con il quasi-industriale di Pearl Bomb, e si chiude con un assolo di tredici minuti di Crover (Spread Eagle Beagle), dimostrando di voler uscire dalla propria angusta dimensione, di voler proiettare la propria minacciosa ombra in altri territori.
Joe Preston ha poi dato vita ai Thrones.
Prick (Amphetamine Reptile, 1994), un informe mucchio di suoni e discorsi accreditato agli Snivlem, fu il primo segno di incipiente senilita`.
Stoner Witch (Atlantic, 1994), con Mark Deutrom al basso (che aveva prodotto Ozma), s'inchina ai generi di moda, in particolare all'hard rock dei Motorhead (Sweet Willy Rollbar, Queen) e all'industrial metal dei Ministry. Il gruppo continua a sperimentare in maniera quantomeno estemporanea in Goose Freight Train,, Magic Pig Detective e nello strumentale di dieci minuti Lividity, che non appartengono al loro versante hard ma neppure a quello pop.
Stag (Atlantic, 1996) e` l'album di un demente che cambia parere ogni tre minuti su cio` che vuole diventare da grande. Messa da parte la brutalita` di un tempo, i Melvins accondiscendono a vestire i panni di persone educate nel raga-rock di Bar X The Rocking M, nel folk-rock di Black Block, persino nel blues strascicato di Cottonmouth. La scossa elettrica di The Bit e il granito funereo di Goggles e Lacrimosa lasciano soltanto trapelare qualche goccia del vecchio veleno. Dilaniati fra la tentazione commerciale e lo spirito libertario, i Melvins producono dischi che lasciano intravedere il genio luciferino dei due leader ma lo soffocano in calderoni di idee zoppicanti.
Nel 1996 i Melvins pubblicano un singolo al mese. I singoli verranno poi raccolti su Sngles 1-12 (Amphetamine Reptile, 1997). Leech (Eggone, 1998) e` un'altra (pessima) raccolta di singoli e rarita` varie.
Honky (Amphetamine Reptile, 1997) non riesce ancora a risolvere l'inconsistenza dell'ultimo periodo, ma se non altro riduce la dispersione a schizofrenia. I Melvins sono ora quelli del melodismo morboso di They All Must Be Slaughtered e Air Breather Deep In The Arms of Morphius, e ora quelli della violenza brada di Mombius Hibachi e How-++-, secondo quella che e` tutto sommato una collaudata tradizione dei gruppi di heavy metal, anche se i Melvins la rivedono a modo loro.
The Maggot (Ipecac, 1999), con il nuovo bassista Kevin Rutmanis (ex Cows), e` il primo di una serie di tre album che usciranno a tre mesi di distanza l'uno dall'altro. L'obiettivo dichiarato e` quello di rifondare l'heavy metal su basi piu` intellettuali. Il fatto e` che il loro heavy metal d'avanguardia non fa altro che mettere in pista una cadenza mastodontica e poi sovrapporle un ritmo industriale (Amazon). Alcuni brani sono quasi grindcore, altri sono maldestre sperimentazioni. Raramente (forse solo in Manky) il gruppo prova anche a fare musica.
The Bootlicker e Crybaby sono le parti successive. Bootlicker (Ipecac, 1999) e` composto di due lunghe suite, Let It All Be e Prig, di una composizione di media lunghezza, Jet Boy Flower Head, e di sei brevi brani. Let It All Be e` una specie di funky jam in sordina; Jet Boy Flower Head e` una lenta ballata alla Codeine; Prig e` in realta` due brani distinti: prima un lungo pastiche dadaista di voci e percussioni manipolati in studio fino a generare un flusso indecifrabile di suoni minacciosi; e poi una leziosa ballata acustica alla Pink Floyd. Gli altri pezzi sono ancor piu` ermetici. Alcuni sembrano colonne sonore di cerimoniali magici (Black Santa), altri semplicemente hanno un alto quoziente psichedico (Mary Lady Lobby Kins, Lone Rose Holding Now). Cosa voglia dire Buzz "King Buzzo" Osbourne con questi dischi e` un mistero.
I "nonni" del grunge (come sono stati definiti) hanno fatto della monotonia una forma di musica. La loro e` una progressione premeditata verso un suono sempre piu` astratto, sempre meno suono e sempre piu` stato mentale, tanto lento da non essere piu` intelleggibile come suono.
The Crybaby (Ipecac, 2000) concludes the trilogy begun with The Maggot. The three albums share a passion for iconoclastic experimentation and an eclectic excursion across genres. Crybaby is a set of collaborations between the band and a few distinguished friends, yielding mainly profane covers, the lengthy psychodrama The Man With the Laughing Hand is Dead (with former Pain Teens' singer Bliss Blood) and the 15-minute moody tour de force Divorced (with Tool). The stylistic range is even broader, from country-rock ballads to acid-rock jams. from the catchy Spineless to bizarre ballads with Foetus and Faith No More's Mike Patton. The idea is fantastic, the execution is odd and uneven at best.
The most self-indulgent band of the 1990s then released Colossus Of Destiny (Ipecac, 2001), 45 minutes of electronic noises, and Electroretard (Man's Ruin, 2001), a collection of remixes and covers (albeit two of their best covers).
In the meantime, Mark Deutrom, former Melvins' bass player, released Silent Treatment (TeePee, 2001), a one-man band effort that is wildly eclectic and leans towards heavy rock.
Millennium Monsterwork 2000 (Ipecac, 2002) documents a live performance by Melvins and Fantomas.
(Translation by/Tradotto da Alessandra DeAngelis with/con Davide Carrozza)
The Crybaby (Ipecac, 2000) conclude la trilogia iniziata con The Maggot. I tre album condividono una passione per la sperimentazione iconoclasta e un'escursione eclettica attraverso i generi. The Crybaby è un set di collaborazioni tra la band e diversi amici, che lascia il posto soprattutto a cover profane, al prolisso psicodramma The Man With the Laughing Hand is Dead (con Bliss Blood, l'ex cantante Pain Teens) e al suggestivo tour de force di 15 minuti Divorced (con i Tool). La gamma di stili si è perfino allargata, dalle ballate country-rock alle improvvisazioni acid-rock, dall'orecchiabile Spineless a ballate bizzarre con Foetus e Mike Patton dei Faith No More. Così come i due predecessori, troppo di quest'album suona amatoriale e naif. L'idea è fantastica, nei casi migliori l'esecuzione è stramba e discontinua.
(Translation by/Tradotto da Davide Carrozza)
La band più autoindulgente degli anni Novanta rilasciò poi Colossus Of Destiny (Ipecac, 2001), 45 minuti di rumori elettronici, e Electroretard (Man's Ruin, 2001), una raccolta di remix e covers (sebbene ci siano due delle loro migliori covers).
Nel frattempo, Mark Deutrom, ex bassista dei Melvins, fece uscire Silent Treatment (TeePee, 2001), lavoro da one-man band selvaggiamente eclettico e incline allo heavy rock.
Millennium Monsterwork 2000 (Ipecac, 2002) documenta una performance dal vivo dei Melvins e dei Fantomas.
With Hostile Ambient Takeover (Ipecac, 2002) the prolific Melvins finally return to their original style, and to the song format, but the project now sounds dated (Little Judas Chongo, Black Stooges, The Brain Center at Whipples Dr Geek). The 16-minute The Anti-Vermin Seed is yet another over-indulgent jam that contains two or three minutes of interesting sounds. The sinister The Fool The Meddling Idiot partially redeems the predictable turns of the other tracks.
Neither Here Nor There (Ipecac) is a book on the band that also includes a career retrospective.
Pigs of the Roman Empire (Ipecac, 2004) is a collaboration with Lustmord. Eight tracks are short and pointless, with occasional glimpses of Melvins' past glory, but sort of left unfinished. The ambient-doom 22-minute title-track is bleak and hypnotic all right, but lasts 10 minutes too long.
Never Breathe What You Can't See (Alternative Tentacles, 2004) and Sieg Howdy (Alternative Tentacles, 2005) are collaborations with Jello Biafra.
Houdini Live 2005 - A Live History Of Gluttony And Lust (Ipecac, 2006) is a live version of Houdini featuring Mr Bungle's bassist Trevor Dunn.
After so many detours, the new Melvins album, A Senile Animal (Ipecac, 2006), was a massive joke: the Melvins (Osborne, Crover and two new members) played vibrant and occasionally melodic stoner-rock and garage-rock, just like the hard-rock bands that they had buried in the 1990s.
Con Hostile Ambient Takeover (Ipecac, 2002) i prolifici Melvins ritornano finalmente al loro stile originario, e al formato canzone, ma il progetto ora suona datato (Little Judas Chongo, Black Stooges, The Brain Center at Whipples, Dr Geek).
The Anti-Vermin Seed di sedici minuti è ancora un'altra sovraindulgente improvvisazione che contiene due o tre minuti di sonorità interessanti. La sinistra The Fool The Meddling Idiot mantiene le prevedibili trasformazioni delle altre tracce.
Neither Here Nor There (Ipecac) è un libro sulla band che include anche una retrospettiva sulla loro carriera.
Pigs of the Roman Empire (Ipecac, 2004) è una collaborazione con Lustmord. Otto tracce sono brevi e inutili, con occasionali e veloci sguardi sulla gloria passata dei Melvins, ma lasciate apparentemente incomplete. La title-track ambient-doom di 22 minuti è cupa e ipnotica, ma dura 10 minuti di troppo.
Never Breathe What You Can't See (Alternative Tentacles, 2004) e Sieg Howdy (Alternative Tentacles, 2005) sono collaborazioni con Jello Biafra.
Houdini Live 2005 - A Live History Of Gluttony And Lust (Ipecac, 2006) è una versione live di Houdini con Trevor Dunn, bassista dei Mr Bungle.
Dopo tante deviazioni, il nuovo album dei Melvins, A Senile Animal (Ipecac, 2006), fu uno scherzo enorme: i Melvins (Osborne, Crover e due nuovi membri) suonavano garage-rock e stoner-rock vibrante e qualche volta melodico, proprio come le band hard-rock che avevano sepolto negli anni Novanta.