Maurizio Micheli Tullio Solenghi italiani si nasce e noi lo nacquimo al Teatro Europa Auditorium di Bologna
dal 18 al 19 dicembre 2010
vedi sulla mappaBologna Altro
dal 18 al 19 dicembre 2010
vedi sulla mappaBologna Altro
18 - 19 DICEMBRE 2010
La Contrada -Teatro Stabile di Trieste
Presenta
Maurizio Micheli e Tullio Solenghi
in
Italiani si nasce
e noi lo nacquimo
di Maurizio Micheli e Tullio Solenghi
consulenza artistica di Michele Mirabella
regia Marcello Cotugno
con Sandra Cavallini, Gualtiero Giorgini, Adriano Giraldi, Fulvia Lorenzetti, Matteo Micheli, Luca Romani
Nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità’ d’Italia Italiani si nasce è la migliore occasione per riflettere sugli aspetti del nostro costume e del nostro carattere nazionale che, malgrado il passare dei secoli, non sembrano cambiati.
Maurizio Micheli e Tullio Solenghi, con la complicità di due amici e di sfiziose canzoni, propongono Italiani si nasce e postillano e noi lo nacquimo, implicito omaggio al genere del varietà teatrale che, stagionato almeno quanto l’Unità Nazionale, rimane a tutt’oggi un’ ispirazione irresistibile.
In una piazza ai piedi dei due monumenti di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II, una compagnia teatrale inizia a raccontare una storia d’Italia che si dipana a partire da Adamo (molto fa pensare che Adamo ed Eva fossero italiani….ante litteram, serpente compreso); per poi passare ad alcuni protagonisti altolocati della storia, Leonardo, Colombo, Casanova, Leopardi, ma anche a più umili comparse, come due cristiani che stanno per essere sbranati dai leoni del Colosseo, italiani anche loro, o due santi alla ricerca continua di fedeli sempre più rari.
Scandagliando la storia patria con la comicità del teatro, di quel teatro tipicamente italiano, che è il Varietà di sangue nobile con musiche, umorismo, prose e versi, si scoprirà che tutti sono accomunati dallo stesso irresistibile denominatore: l’Italianità.
I due protagonisti, Micheli e Solenghi, coadiuvati da altri sei attori, si caleranno nel funambolismo dei personaggi, per ripercorrere attraverso caratterizzazioni, trucchi, dialetti e travestimenti, le mille identità necessarie a raccontare i loro italiani.
Del resto, precisano, italiani lo "nacquettero"...L’ironia è, di tutte le riflessioni, la più acuta ed efficace, ed il teatro il luogo perfetto per metterla in scena. Micheli e Solenghi, attraverso buone riletture e sfiziose canzoni propongono questo "Italiani si nasce" con la complicità di due amici quali Marco Presta e Michele Mirabella. Lo spettacolo ripercorre la storia nazionale dipanando il concetto di italianità. Un omaggio al genere del varietà, che stagionato almeno quanto "L’Unità Nazionale" rimane a tutt’oggi una ispirazione irresistibile.
E´ nell´approssimarsi delle celebrazioni per il centocinquantenario dell´unità d´Italia che Maurizio Micheli e Tullio Solenghi hanno pensato di proporre uno spettacolo nel quale riflettere sugli aspetti del nostro costume e del nostro carattere nazionale che, nonostante il passare del tempo, sembrano rimanere fondamentalmente immutati e sfidare i secoli riproponendosi puntalmente. E, dato che il registro dell´ironia è quello che maggiormente si presta a rendere la riflessione più acuta ed efficace, e il teatro, per di più, è il luogo perfetto per esprimere la propria identità, Micheli e Solenghi, con la complicità di due amici, di buone riletture, di sfiziose canzoni, si sono risolti a cimentarsi nell´impresa con questo "Italiani si nasce (e noi lo nacquimo)" che in Emilia-Romagna conclude una serie di recite visitando il Teatro Magnani di Fidenza (6 aprile), il "Carani" di Sassuolo (7) e il "De Micheli" di Copparo l´8 aprile.
Lo spettacolo ha visto la collaborazione alla stesura dei testi da parte di Marco Presta e la consulenza artistica di Michele Mirabella, mentre la regia è firmata da Marcello Cotugno.
La postilla "e noi lo nacquimo" del titolo è un implicito omaggio al genere del varietà teatrale che, stagionato almeno quanto “l’Unità Nazionale”, rimane a tutt’oggi una fonte di ispirazione irresistibile.
L’azzardo non è qui quello della rievocazione nostalgica, bensì del raccontare con l’occhio critico di oggi il carattere degli italiani nel tempo.
E così, in una piazza italiana, ai piedi dei due monumenti di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II, una compagnia teatrale comincia a raccontare una storia d’Italia che si dipana a partire dai lombi supremi, quelli di Adamo, con la creazione (molto fa pensare che Adamo ed Eva fossero Italiani ante litteram, con serpente annesso).
Questo per poi passare rapidamente ad alcuni protagonisti altolocati della storia (Leonardo, Colombo, Galilei, Cavour, Casanova), ma anche alle più umili comparse (due cristiani che stanno per essere sbranati dai leoni del Colosseo, italiani anche loro, infatti a furia di piccoli espedienti rimandano l’esecuzione fino all’arrivo dell’immancabile indulto...).
Scopriremo così che tutti sono accomunati dallo stesso irresistibile denominatore comune: l’Italianità.
Esiste ancora? E come si manifesta oggi? E che fine hanno fatto “Dio Patria e Famiglia” o gli inevitabili e invadenti “poeti santi e navigatori”? Forse lo si può meglio scoprire e raccontare scandagliando la storia patria proprio con la comicità del teatro. E di quel teatro speciale, così tipicamente italiano, che è il varietà di sangue nobile con musiche, lepidezze, umorismo, prose e versi e canzoni di un inesauribile repertorio.
I due protagonisti, Micheli e Solenghi, coadiuvati da una compagnia di altri sei attori, si calano nel funambolico susseguirsi dei personaggi, per ripercorrere attraverso caratterizzazioni, trucchi, dialetti, travestimenti, le mille identità necessarie a raccontare i loro "italiani".