Mahler Chamber Orchestra alla Malatestiana di Rimini
il 06 settembre 2010
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Il secondo appuntamento del cartellone sinfonico della 61.ma Sagra Musicale Malatestiana porta per la prima volta a Rimini, lunedì 6 settembre alle ore 21 all’ Auditorium Palacongressi, la Mahler Chamber Orchestra, una delle più versatili e applaudite ensemble orchestrali, nata sotto l’egidia di Claudio Abbado, e diretta per l’occasione da Constantinos Carydis. Il concerto vedrà anche la straordinaria presenza del talentuoso pianista Fazil Say che sarà interprete di uno dei capolavori di Ludwig van Beethoven, il Concerto n. 3 op. 37. La parte centrale del programma vedrà l’esecuzione di due brani contemporanei: Silk Road (1996), concerto per pianoforte e orchestra il cui è autore lo stesso Say, e In Memoriam (1989) per violino e orchestra del compositore Periklis Koukos, figura di primo piano della scena musicale greca. Ancora nel segno di Beethoven la chiusura del concerto, con l’esecuzione della Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92.
Biglietti da 15 a 35 euro in vendita anche sul circuito Vivaticket. Per informazioni tel. 0541.24152
Il Concerto in do minore op. 37, già abbozzato intorno al 1800, fu completato intorno al 1802 ed eseguito con Beethoven al pianoforte il 5 aprile 1803 a Vienna, direttore Ignaz von Seyfried; l'anno dopo veniva pubblicato, incontrando un successo che ne ha fatto per tutto l'Ottocento il concerto pianistico beethoveniano più eseguito. Con quest'opera Beethoven afferma per la prima volta in modo evidente la propria concezione sinfonica del concerto solistico. L'Allegro con brio si apre con un tema rettilineo, basato sull'accordo di do minore, senza lasciare quelle possibilità divagatorie che sono ad esempio l'incanto dei concerti di W. A. Mozart. Inaugurato da un a solo del pianoforte, il tempo centrale è un tenero Largo dove il compositore propone una intima solidarietà fra solista ed orchestra: il pianoforte si abbandona a lunghe "cantilene" belcantistiche e nella sezione centrale funge da soffice supporto agli interventi solistici di flauto e fagotto, prima della chiusa, una cadenza solistica. Rispetto all'originalità dei primi due movimenti il Rondò finale sembra rientrare in binari più consueti: tuttavia, oltre alla sfumatura umoristica, grottesca, impressa alla tonalità di do minore, sono da notare le improvvise modulazioni, un episodio fugato centrale e il ritmo cangiante delle ultime pagine.
Pianista di grande virtuosismo nato in Turchia nel 1970, Fazil Say unisce una tecnica sbalorditiva nell’interpretare classici del repertorio pianistico alle sue composizioni dove tradizione europea, folclore turco e improvvisazioni jazz si mescolano in uno stile personalissimo. Un esempio ne è il brano di cui è autore, Silk Road, del 1996. Si tratta di un concerto per pianoforte e orchestra da camera, una delle opere più apprezzate di Say, che descrive un viaggio immaginario nel folclore di quattro paesi (Tibet, India, Mesopotamia e
Turchia), come accadeva ai tempi delle carovane della seta. Viaggio evocato già nei suggestivi titoli dei quattro movimenti del concerto: “Colombe bianche, nuvole scure”, “Danze indiane”, “Massacro” e “Canto della terra madre”.
Periklis Koukos, classe 1960, è una figura di primo piano della scena musicale greca. Il suo In Memoriam, pagina per violino solista e archi dedicata a Yannis Andreou Papaioannou, fu scritto nel 1989, anno della morte del compositore greco. Il lavoro è costruito, con grande simbolismo, intorno ad un unico centro tonale su cui la linea del basso si appoggia con una magnetica scena affollata da una struggente e austera Marcia funebre. La seconda scena, Poco meno mosso, consiste di un trio che si sviluppa dalla nostalgica melodia iniziale del violino solista. La terza parte, Grave segnato e Pesante, riprende la prima ma senza esplosioni drammatiche, con il violino solista che fa da guida verso la sublimazione finale.
La Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 fu terminata da Beethoven nel 1812 ed eseguita l’8 dicembre 1813, con la direzione del compositore, all'Universitätssaal di Vienna durante un concerto benefico a vantaggio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia napoleonica di Hanau. Il concerto fu accolto in modo entusiastico dal pubblico e l'esecuzione fu giudicata eccellente, anche in virtù del fatto che vi avevano collaborato i maggiori strumentisti residenti a Vienna. Dopo gli impeti bellicosi della Quinta sinfonia Beethoven pare qui raggiungere una nuova compiuta consapevolezza nei riguardi dell'universo, ben descritta dalle parole con cui Richard Wagner racconta il movimento finale, Allegro con brio: «Con una danza agreste ungherese [Beethoven] invitò al ballo la natura; chi mai potesse vederla danzare crederebbe di vedere materializzarsi di fronte ai suoi occhi un nuovo pianeta in un immenso movimento a vortice».