Maguy Marin inaugura il Festival di Danza Contemporanea
dal 08 al 10 ottobre 2009
vedi sulla mappaFerrara Altro
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Allieva prediletta di Maurice Bejart, tra i maggiori esponenti della nouvelle danse francese, si è imposta sulle scene internazionali grazie a un linguaggio di forte impatto in grado di misurarsi con la dimensione sociale e politica. Per la prima volta a Ferrara insieme alla sua compagnia (anche se il suo nome non sarà nuovo al pubblico ferrarese: nella stagione 1991/92 il Ballet de Lyon presentò qui la sua sorprendente versione di Cenerentola), la coreografa francese Maguy Marin inaugura il Festival di Danza Contemporanea 2009 con due spettacoli emblematici: May B, in scena giovedì 8 ottobre alle 21, e Turba, presentato sabato 10 ottobre in prima nazionale e in esclusiva per l'Italia.
Coreografa dal segno espressionista, Maguy Marin è attratta dal sociale, dalla manifestazione violenta del quotidiano. Ad aprire questa linea di ricerca è fin da subito uno dei primi spettacoli, May B., considerato uno dei capolavori della danza contemporanea, un vero e proprio pezzo di storia: un lavoro caratterizzato da uno stile dissacrante, febbrile e amaro, che l'ha imposta all'attenzione internazionale, e ha superato negli anni le 400 repliche. Lo spettacolo, che è stato recentemente riallestito e verrà presentato a Ferrara in questa nuova versione, nacque ad Avignone nel 1981, ispirato alle pièce di Samuel Beckett Aspettando Godot e Finale di partita. Intensamente simbolico ed angosciante, delinea l’assurdità di un mondo nel quale ogni umano dialogo tende irrevocabilmente al silenzio, per esprimere la tragedia dell’esistenza, della “fine dell’uomo”, e la ripetizione di una dolorosa, lunatica assenza di gioia.
Nel suo percorso successivo il rapporto di Maguy Marin con le atrocita' e le sofferenze della vita quotidiana si sviluppa secondo una serie di variazioni sul tema: ecco così che la coreografa francese in qualche occasione ricorda quanto da questo quotidiano spaventoso sia importante fuggire, come nello spettacolo Umwelt (2004) o cercare un modo per prendersene gioco (Ha! Ha!, 2006) e, in questo tumulto, ordinare e far coabitare dei ritmi e il perpetuo movimento: ecco Turba (2007), lo spettacolo in programma sabato 10 ottobre in prima nazionale. Questo lavoro, che già nel titolo rimanda alla confusione e al disordine del nostro tempo (richiamati anche dalla profusione di oggetti, colori, tessuti, fiori che sommergono il palcoscenico), è ispirato al De Rerum Natura di Lucrezio: durante lo spettacolo gli interpreti ne recitano a turno dei frammenti, e non danzano affatto, anzi non danzano più: un superamento della danza, una presenza che diventa più forte proprio per assenza. Ciò che la coreografa francese vuole approfondire è il concetto di ritmo e ancora una volta, come per May B. per prendere ispirazione si rivolge alla parola recitata. Il suo ritmo è generato dal caos, “un torrente di rotazioni e collisioni, passaggi tristi ed entusiastici", nei quali il ruolo principale è giocato, come sempre, dal corpo (sociale) danzante in composizioni il cui immaginario in continua evoluzione richiama la nascita dell'universo.