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Luigi Lo Cascio La Caccia liberamente tratto dalle Baccanti di Euripide

dal 27 al 30 marzo 2008

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Cesena Teatro Bonci Altro

Descrizione dell'Evento

Luigi Lo Cascio e il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG si ritrovano nella condivisione di un nuovo percorso di produzione teatrale, La Caccia, liberamente tratto da Le Baccanti di Euripide.

Con La Caccia Luigi Lo Cascio e il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG si ritrovano nella condivisione di un nuovo percorso di produzione teatrale. Risale a dodici anni fa la prima avventura scenica ispirata alle tragedie di Euripide che aveva portato Luigi Lo Cascio a pensare e a comporre Verso Tebe, una scrittura teatrale pensata e realizzata assieme ad alcuni attori e amici della compagnia del CSS: Gabriele Benedetti, Alessio Boni, Pietro Faiella, Fabiano Fantini, Rita Maffei, Liliana Massari, Sabrina Pelican, Sandra Toffolatti, incarnavano assieme a lui gli stralunati compagni di Cadmo alla ricerca del luogo ideale dove far sorgere la città di Tebe, nella bella ambientazione del parco dell'Università illuminato alla luce delle torce nel centro storico di Udine.

lo cascio teatro

L'anno prima molti di loro avevano già condiviso con Luigi la genesi del Labirinto di Orfeo, una drammaturgia collettiva pensata per coinvolgere un unico spettatore al centro di un percorso teatrale dall'intensa dimensione sensoriale ed emotiva. Nel La felice rivelazione di Lo Cascio fra i nuovi volti del cinema italiano e i meritati successi che ne sono seguiti, hanno interrotto temporaneamente quel nostro comune percorso che oggi trova però una nuova occasione ? intensamente voluta e ricercata da entrambe le parti ? per riportare questo artista a esprimere nuovamente la sua passione e il suo impegno verso il teatro.

La Caccia è uno spettacolo tratto dalle Baccanti di Euripide.
Nella tragedia, Euripide mette in scena lo scontro micidiale tra un uomo, Penteo, tiranno di Tebe, e un dio, Dioniso, che lamenta il fatto di non essere stato riconosciuto e venerato proprio nella sua città d'origine.
Il conflitto coinvolge tutta la comunità e il corpo sociale è sconvolto.
Alla fine, Dioniso si vendicherà in maniera smisurata.
La sconfitta dei suoi avversari si configura come morte, esilio, distruzione, impazzimento.
Sembra che non rimanga nulla sulla scena, se non macerie o deserto.
Cadmo, fondatore di Tebe e nonno sia d i Penteo che di Dioniso, rivolgendosi al dio gli dice: ?riconosciamo di averti ignorato? hai tuttavia ecceduto nella punizione?.

In che cosa consiste questo eccesso? La caccia è lo svolgimento di questo interrogativo. L'indagine è portata avanti da Penteo, rimasto solo sulla scena e visitato solo da fantasmi, ora solitari, ora raccolti nel coro delle sue allucinazioni. Penteo, che totalmente vorrebbe identificarsi con la propria maschera di tiranno e cacciatore, è in realtà animato da una forte contraddizione. Da un lato respinge Dioniso, ma dall'altro ne subisce la fascinazione. Comincia per lui una notte di tormenti e di rivelazioni che lo conducono inesorabilmente ad affrontare il dio in un corpo a corpo definitivo. Da cacciatore, Penteo sarà ridotto a preda. E in questa nuova condizione, transitando dalla regalità iniziale all'inedito ruolo di vittima, andrà incontro ad un terribile destino di frammentazione.     

Foto di Blanmerce

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