Leonardo Castellani Incisioni
dal 28 febbraio al 14 marzo 2009
vedi sulla mappaGalleria d'arte Pesaro Altro
dal 28 febbraio al 14 marzo 2009
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Incisore di grande maestria, ceramista e scrittore, pittore e scultore, Castellani si cimenta in molteplici iniziative, e nel terreno fecondo dell’Europa del Novecento, la sua arte ne è tanto informata quanto ricercatrice indipendente. Da questa matrice comune e contaminata, Castellani non solo riassume lo spirito della contemporaneità nelle sue opere, ma lo rinnova e alimenta.
Nelle parole dello storico dell’arte Floriano De Santi nel catalogo della mostra: Leonardo Castellani “o la Poesia dell’Infinito” Museo – Fondazione Luciana Matalon -Milano, 5-28 febbraio 2009:
«Se nella ricerca di Castellani ha grande importanza il tempo, è perché ogni verità è verità nel tempo. Ma per lui la ricerca, in primis quella incisoria, è anzitutto ricerca della verità che si concede, si tradisce; non si comunica, s’interpreta; non è voluta, ma involontaria». Nel concorso con il segno in verticale e in orizzontale che solo impiegavano nelle prime prove Luigi Bartolini e Giorgio Morandi, il segno spiovente che il Maestro urbinate colse nel Canaletto e in Marco Ricci rappresenta un oggettivo arricchimento della lignée incisoria, tanto che un Valsecchi poté non senza motivi parlare di una grafica settecentesca trasferita nelle pieghe del linguaggio moderno e novecentesco. In oltre settant’anni di attività artistica, Castellani ha dato vita e respiro a un mondo di immagini, frammenti sublimi di una realtà sentimentale ed estetica di grandissima varietà e fecondità lirica.
Opere a volte isolate, autonome, folgoranti; a volte sequenze di variazioni; altre ancora sono veli sommessi, movimenti appena percettibili di uno spirito intenso, sprofondato, malinconico. Questo universo - ricorda De Santi - e la maniera con cui la visione viene catturata, invischiata nel lampo oscuro della conoscenza, resta testimone e partecipe di una rêverie cosmica nella quale ragione e sentimento non potrebbero ormai più differenziarsi: si regge su un’invenzione di linguaggio che, facendo retrocedere quasi in una sorta di preistoria gli inizi cézanniani, futuristi e neoquattrocenteschi, esplode improvvisa e splendente, a determinare l’azzurrina levità dei luoghi dell’anima e la trama sottile dei suoi rapporti all’interno della pittura».
Leonardo Castellani, morto a Urbino nel 1984, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze, nella sezione di scultura, negli anni ’20, a Roma, condivide esperienze del gruppo futurista stringendo amicizia soprattutto con Giacomo Balla. Nel 1930 inizia il suo rappporto con la nostra terra: è infatti chiamato ad Urbino a ricoprire la cattedra di calcografia presso la Scuola del Libro, in cui sotto la sua guida si sono diplomati – tra l’altro – incisori del calibro di Salvatore Fiume, Nunzio Gulino, Giorgio Bompadre, Walter Piacesi e Arnoldo Ciarrocchi. Castellani terrà quella cattedra per trentotto anni, producendo la quasi totalità della sua opera incisa (oltre 1500 lastre).
Da segnalare l’amicizia profonda con Leonardo Sciascia nata attraverso le colonne del ‘Il Mondo’ di Pannunzio. Le nove Biennali di Venezia a cui Castellani partecipa, compresa quella del 1956 con una sala personale.