dal 07 al 08 maggio 2007
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Giornate su Leo De Berardinis a Bologna - 7-8 maggio
Le manifestazioni sono curate da Claudio Meldolesi e dall'attrice Angela Malfitano. Infatti Meldolesi intende promuovere la realizzazione di un libro sull'ultima fase artistica di Leo, a partire da questi due giorni di confronto fra coloro - artisti, critici, amici - che lo conoscono bene. In programma interventi, tra gli altri, di Sergio Colomba, Marco De Marinis, Massimo Marino, Marco Martinelli, Alfonso Santagata, Claudio Morganti, Paolo Cacchioli, Ciccio Coda, Claudia Manfredi e dei suoi attori ìstorici': Elena Bucci, Marco Sgrosso, Valentina Capone, Marco Manchisi, Francesca Mazza, Angela Malfitano. Partecipa inoltre Anna Maria De Berardinis, sorella e tutrice di Leo. Il programma include l'ascolto della registrazione audio dello spettacolo "Novecento e mille" e la proiezione video dell'unico spettacolo registrato di Leo: "Totò Principe di Danimarca".
Leo De Berardinis, regista e attore salernitano, protagonista della scena italiana dagli anni '60, residente a Bologna dal 1983 e dal 2001, ridotto in coma per un errore medico durante un intervento di blefaroplastica, ha oggi 67 anni. Solo un mese prima del tragico incidente aveva ricevuto la Laurea honoris causa dall'Università di Bologna.
I famigliari hanno espresso la volontà di concedere in comodato gratuito al Dipartimento di Musica e Spettacolo, a scopo didattico, il prezioso Archivio dell'artista: foto, copioni e appunti di lavoro personali ma anche i materiali promozionali in deposito nei magazzini del Teatro San Leonardo. La cessione sarà formalizzata appena concluse le pratiche burocratiche.
Spiegano i curatori del progetto: "Il disinteresse culturale e l'inconsapevolezza sul caso di Leo De Berardinis danno la misura dell'oscuro disorientamento dei nostri anni. Ci riuniremo per riflettere ancora sulla vicenda accaduta a Leo che sembra rinnovare l'antica maledizione dell'attore nella nostra storia europea, ma soprattutto per riattivare e collegare tutte le possibili risorse delle nostre memorie: in particolare quelle del suo conclusivo ventennio bolognese succeduto ai tempi delle essenziali rivolte sceniche all'improvviso. Sanguineti ha detto di recente "unica" la sua presenza nel teatro nazionale (?) . E' l'attore italiano che più ha scavato in sé e intorno a sé con la sua compagnia di nuovi artisti, fino a rimanifestare in sintonia lontane esperienze dell'arte. Da creatore ubiquo lo abbiamo così visto coniugare con Shakespeare bellezze di Mozart e di Charlie Parker, Joyce e Caravaggio, della danza Odissi, di Dante e della Bibbia, non senza lasciare spazi di controcanto alla memoria di Totò. Ha così fatto del contrasto e dell'incursione di vita un fattore di costitutiva indipendenza della scena, cui era stato avviato da Carmelo Bene e orientato da Eduardo. (?) E da artista ha trasmesso flussi benefici ai più vari ambiti cittadini: al nucleo fondatore dell'Arena del Sole, suo primo ospite in città, come ai più vari gruppi teatrali, da lui periodicamente accolti nel suo Spazio della memoria, e agli studenti.
Siamo certi che la nostra cultura in genere deve assegnare al vissuto di Leo un posto di rilievo fra gli artisti teatrali del secondo Novecento, ma invitiamo al contempo i partecipanti a non acquisire atteggiamenti testamentari. Leo è ancora in vita perché non comuni sono le risorse fornite agli artisti come lui dalle attivazioni del preconscio; anche se ciò non può far sperare in una sua ripresa scenica. Ciascuno dei quattro incontri è stato pensato per costituire un paragrafo dell'annunciato libro su Leo a Bologna ed è quindi aperto a completamenti da parte di coloro che possiedono testimonianze e documenti di ogni tipo."
Info: 051 2092413