La pura anarchia della fiaba Parma
dal 01 al 30 marzo 2009
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Il laccio scarlatto è un tratto ispirato alla fiaba Scarpette rosse di Hans Christian Andersen. Lo spettacolo è stato messo in scena al Teatro Cinghio di Parma mercoledì 4 maggio. Con il coordinamento della bravissima Loredana Scianna, i protagonisti hanno saputo scavare, con forza, nei sentimenti dello spettatore. Loredana, in qualità di voce recitante, ha catturato l’attenzione del pubblico sin dai primi tempi della rappresentazione. Con l’uso sapiente della voce è riuscita a dare intensità emotiva alla mimica dei bravi ballerini Davide Rocchi e Agnese Scotti.La fiaba non è una vera fiaba se non pesca dalla realtà, paradosso dimostrato dallo stesso Andersen. Di lui si dice che tutto quel che guardava diventava fiaba e da tutto quel che toccava poteva tirar fuori una storia, come uno dei suoi personaggi, appunto. Andersen era convinto che le vere fiabe sono quelle che si impongono con violenza alla fantasia, quelle che vengono da sè non cercate, non chiamate, quelle che bussano alla fronte e dicono: Eccomi qui.Certe fiabe poi si materializzano esse stesse, ti prendono al cuore, ti conquistano, ti tengono con il fiato sospeso e trasmettono contrastanti sentimenti lasciando pensieri confusi, difficili da riordinare. Segno evidente che il messaggio è in grado di mettere in discussione le nostre certezze.Portare in teatro una fiaba così complessa, come scarpette rosse, è una impresa che richiede coraggio, generosità e capacità tecnica. Soprattutto nel dosare l’incedere dei personaggi, il crescendo narrativo, il ritmo e le azioni sempre più demoniache della bambina posseduta dalle scarpete.Nonostante la brevità della rappresentazione il Laccio scarlatto fa riflettere. Fa riflettere sulla esistenza e sul nostro essere schiavi di desideri mai, definitivamente, esauditi. Sono quelle aspirazioni, quelle passioni, quelle energie prigioniere delle “buone” regole sociali. Quasi sempre imposte, non sempre giuste. Talmente frustranti da renderci curiosi del mondo, con il desiderio di possedere qualcosa che ci aiuti ad essere l’altro. O meglio a tirar fuori il nostro essere altro.Le storie di Andersen sono la pura anarchia della fiaba, Ma spesso è sottile il passaggio dal mondo infantile a quello adulto. Quasi impercettibile, perchè la ribellione porta spesso a dei timori inculcati. Quasi colpevolizzanti. Il tutto deve essere vissuto in segreto, nella penombra, ( luci di Ilaria Gerbella), di nascosto, in silenzio. Incombe, implacabile, l’educazione rigida della mamma adottiva della protagonista.Il laccio scarlatto è anche un delicato e, nello stesso tempo, violento omaggio al teatro. All’amore per il teatro sinceramente dimostrato, dagli artisti, che non si sono risparmiati. Il teatro stesso condivide le percezioni e il mettersi e mettere in discussione. E’ un dialogo continuo con la vita, l’amore per la vita stessa che chi fa teatro cerca di evidenziare e proteggere allo stesso tempo. E’ un rito liberatorio, la vita che deve procedere senza legami ma non senza malinconia, non senza rimpianto.Bravi tutti, comunque, in questo ultimo appuntamento della rassegna teatrale Musicamente. Rassegna di musica, letteratura, teatro, danza tenutasi a Parma, presso il teatro Cinghio dal 20 aprile al 4 maggio. Si spera continui sulla strada tracciata. Il successo di pubblico lo richiede.La scelta delle musiche, per Il laccio scarlatto, è stata fatta da Anna Di Benedetto e Giuseppe Marini. Le musiche di Offenbach, bach, Vivaldi, Tournier, Bartòk sono state eseguite da Fabiana Papaleoni e Anais Gassin ai violini. Barbara Dell’Aquila alla viola, Benedetta dalla Palma al violoncello, Flora Papadopoulos all’arpa, Giuseppe Strappaveccia alla chitarra.