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Piergiorgio Odifreddi al teatro Celebrazioni di Bologna con i suoi numeri e la musica

il 07 aprile 2011

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Bologna Altro

Descrizione dell'Evento

Conversazione matematico-sonora di Piergiorgio Odifreddi con interventi anche pianistici di Roberto Cognazzo. Il 7/4 al Teatro delle Celebrazioni di Bologna con La Musica Dei Numeri e i Numeri Della Musica.

Mettere insieme un matematico appassionato di musica ed un musicista che con i numeri proprio non se la dice è una vera e propria sfida al destino.
Ma proprio un destino con la D minuscola, un ‘fatino’ piccolo piccolo ha fatto incontrare qualche tempo fa (meglio non quantificare) Piergiorgio Odifreddi e Roberto Cognazzo, torinesi ambedue, ambedue cattedratici (Università e Conservatorio), ambedue di facile parola ed avvezzi alle performances radiofoniche, televisive e teatrali.

Mettendo insieme differenze e somiglianze i due amici hanno costruito un concerto numerico che a poco a poco si trasforma in numero concertistico. Dall’esordio operistico (abbiamo dimenticato di dire che i nostri eroi cantano) passando per le più diverse situazioni, danno la scalata alle scale, paragonano frazioni a ritmi esotici, trasformano serie arie classiche in improbabili pezzi ballabili con un semplice scambio di cifre…

Einstein, Mozart, Gauss, Rossini, Bartòk e Peano vengono coinvolti in un vortice di sons et lumières, cui imporrà ordine il mitico Bach delle Variazioni Goldberg (quelle ascoltate dal Dottor Lecter tra un delitto e l’altro) proiettate ed eseguite dal vivo.
Ma, come sosteneva un celebre presentatore televisivo, non finisce qui. E per conoscere la conclusione del viaggio non c’è che un solo modo…. che lasciamo intuire al cortese pubblico.

Biografia di Piergiorgio Odifreddi

Piergiorgio Odifreddi (Cuneo, 13 luglio 1950) è un matematico, logico e saggista italiano. I suoi scritti, oltre che di matematica, si occupano di divulgazione scientifica, storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi, filologia e saggistica varia.
Nato in una famiglia di geometri (padre e zii), ha frequentato i primi quattro anni delle elementari dalle Suore Giuseppine, e la quinta elementare e le tre medie nel Seminario Vescovile di Cuneo. Tra i suoi compagni di allora monsignor Celestino Migliore, già nunzio della Santa Sede alle Nazioni Unite e ora nunzio in Polonia, ricorda come all’epoca si raccontasse che il giovane Odifreddi fosse uscito dal Seminario nel 1964 a causa di un calcolo (poi confermato dagli eventi successivi al 1978) della bassa probabilità per un italiano di diventare Papa nell’era postconciliare.
Ha frequentato l’Istituto Tecnico per Geometri a Cuneo, avendo tra i suoi coetanei e compagni Flavio Briatore, col quale non ricorda di aver mai scambiato una parola. In quegli anni si allenò con il più anziano Franco Arese, campione europeo dei 1500 nel 1971 che invece lo ricorda come “un bel mezzofondista”.
Ha studiato matematica presso l’Università di Torino, dove si è laureato con lode in logica nel 1973. Si è poi specializzato nella stessa materia negli Stati Uniti (Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e Università della California, Los Angeles) dal 1978 al 1980, e nella ex Unione Sovietica (Università di Novosibirsk) nel 1982 e 1983. In quest’ultima conobbe Efim Zelmanov, all’epoca dissidente e in seguito medaglia Fields.
Sempre in Unione Sovietica ebbe un’insolita avventura, ricordata ironicamente nel capitolo Una spia che andò al fresco ne La repubblica dei numeri. Due agenti sovietici erano stati arrestati a Genova per spionaggio industriale, e per ritorsione l’Unione Sovietica fermò con vari pretesti Odifreddi in Siberia, e altri due italiani (un industriale e un giornalista) a Mosca. Grazie a un intervento diplomatico dell’allora Ministro degli Esteri Giulio Andreotti e del Presidente Sandro Pertini, dopo sei mesi i tre italiani vennero rilasciati in cambio delle due spie.
Insegnamento e ricerca
Dal 1983 al 2007 ha insegnato logica presso l’Università di Torino, e dal 1985 al 2003 è stato visiting professor presso la Cornell University, dove ha collaborato con Anil Nerode, Richard Platek e Richard Shore.
È anche stato visiting professor presso l’Università di Monash di Melbourne nel 1988, l’Academia Sinica di Pechino nel 1992 e nel 1995, l’Università di Nanjing nel 1998, l’Università di Buenos Aires nel 2001 e l’Italian Academy della Columbia University nel 2006.
Il suo principale campo di ricerca è stata la Teoria della calcolabilità, che studia potenzialità e limitazioni dei computer. In tal campo ha pubblicato una trentina di articoli, e il libro in due volumi Classical Recursion Theory (North Holland Elsevier, 1989 e 1999), che è diventato un testo di riferimento sull’argomento.
Divulgazione scientifica
Oltre all’attività accademica, da una quindicina d’anni ha intrapreso una fortunata attività divulgativa, iniziata con collaborazioni a vari giornali e riviste: dapprima La Rivista dei Libri, Sapere, Tuttoscienze e La Stampa, e attualmente la Repubblica, L’espresso e Le Scienze (per le quali tiene una rubrica dal titolo Il matematico impertinente). La maggior parte di questa produzione giornalistica è stata finora raccolta in quattro libri, indicati in bibliografia.
Da una decina d’anni ha anche iniziato una nutrita produzione letteraria, con saggi di vario genere che mirano a mostrare la pervasività della scienza in generale, e della matematica in particolare, nella cultura umanistica: soprattutto nella letteratura, nella musica e nella pittura, ma anche nella filosofia e nella teologia. La sua produzione in quest’ultimo campo ha però ricevuto più attenzione per gli aspetti critici nei confronti della religione, che per quelli divulgativi della scienza e della matematica (vedi le sezioni Critica religiosa e Polemiche).
Odifreddi ama anche intervistare i protagonisti della scienza e della matematica, e 50 colloqui con vincitori del Premio Nobel o della Medaglia Fields sono stati raccolti in Incontri con menti straordinarie.
Un buon numero di queste “menti straordinarie” ha partecipato ai tre Festival della Matematica che Odifreddi ha organizzato dal 2007 al 2009 all’Auditorium di Roma, su invito dell’allora sindaco Walter Veltroni. Frequentato da circa 60.000 persone ogni anno, e onorato dalla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’inaugurazione nel 2008, il Festival è stato soppresso dall’Auditorium, che ha “licenziato” Odifreddi nella primavera del 2009. La memoria del Festival è comunque preservata dai podcast delle conferenze e dal volume di contributi Il club dei matematici solitari.
Impegno politico
Odifreddi si ispira liberamente all’insegnamento e alle posizioni di Bertrand Russell e Noam Chomsky. In particolare, ha ripetutamente manifestato la sua opposizione alle politiche statunitense e israeliana (ad esempio Non siamo tutti americani, La dannata Terra Santa e la controversa Intervista a Hitler, tutti ne Il matematico impertinente).
Nel 2007, su invito di Walter Veltroni, si è candidato alle primarie del Partito Democratico in una lista di sinistra a suo sostegno, ed è risultato eletto nel collegio Torino Centro. Il 28 ottobre è stato nominato membro della Commissione Manifesto dei Valori dello stesso partito. Nel 2008, dopo ripetuti tentativi di contrastarne quella che a suo giudizio era una deriva clericale, e prima delle elezioni politiche, l’ha abbandonato. Nel 2009 ci è temporaneamente rientrato, per sostenere la candidatura a segretario di Ignazio Marino.
Come ha accennato in un’intervista, ritiene comunque che il “sedicente” sistema democratico, basato sull’elezione periodica di delegati ai quali viene assegnato un mandato generale in bianco per alcuni anni, sia ormai anacronistico e non adeguato né alla complessità della società moderna, né alla sua velocità di cambiamento, né alle sue possibilità tecnologiche di consultazioni dirette in caso di problematiche inaspettate e radicali (quali gli attentati dell’11 settembre 2001 o la crisi economica del 2008).
Critica religiosa
Nel suo primo libro divulgativo, Il Vangelo secondo la Scienza, ha proposto una visione secondo la quale la scienza, la matematica e la logica affrontano, riformulano, e a volte risolvono, problematiche che storicamente sono state considerate di pertinenza della religione e della teologia, quali la creazione del mondo, l’infinito o l’esistenza di Dio. La conclusione, espressa in un motto provocatorio, è che:
« La vera religione è la matematica, il resto è superstizione. O, detto altrimenti, la religione è la matematica dei poveri di spirito. »
Nel suo libro più noto, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), ha effettuato invece una lettura del Pentateuco e del Nuovo Testamento da un punto di vista razionalista, indicandone a suo giudizio le incongruenze e gli anacronismi. Il motto di copertina sintetizza:
« Se la Bibbia fosse un’opera ispirata da un Dio, non dovrebbe essere corretta, coerente, veritiera, intelligente, giusta e bella? E come mai trabocca invece di assurdità scientifiche, contraddizioni logiche, falsità storiche, sciocchezze umane, perversioni etiche e bruttezze letterarie? »
In vari articoli, oltre che in una controversa Intervista a Gesù, ha poi criticato gli aspetti più svariati del fenomeno religioso: dai miracoli alla caccia alle streghe, da Galileo a Spinoza, da Padre Pio a Madre Teresa, dalla Fides et ratio di Giovanni Paolo II alla Spe salvi di Benedetto XVI, dal referendum sulla legge 40 alla pedofilia ecclesiastica.
Le sue critiche alla religione sono state effettuate anche dibattendo con quei cattolici disponibili ad un confronto dialettico con Odifreddi, come l’onorevole Paola Binetti e monsignor Antonio Staglianò. Compiendo a piedi insieme al giornalista Sergio Valzania e allo storico Franco Cardini gli 800 chilometri del Cammino di Santiago di Compostela (raccontato nel libro La Via Lattea). E cercando di elaborare in vari articoli una concezione di spiritualità laica, culminata nella formulazione de Il mio credo (da Il matematico impenitente):
« Credo in un solo Dio, la Natura, Madre onnipotente, generatrice del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, l’Uomo, plurigenito figlio della Natura, nato dalla Madre alla fine di tutti i secoli: natura da Natura, materia da Materia, natura vera da Natura vera, generato, non creato, della stessa sostanza della Madre.
Credo nello Spirito, che è Signore e dà coscienza della vita, e procede dalla Madre e dal Figlio, e con la Madre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti dell’Intelletto.
Aspetto la dissoluzione della morte, ma non un’altra vita in un mondo che non verrà. »
Polemiche
Il giorno stesso della sua uscita, il 10 ottobre 1999, Il Vangelo secondo la Scienza è stato criticato e commentato dal quotidiano Avvenire in una recensione intitolata Contro la fede una scienza da rotocalco, cui ha fatto seguito il 27 ottobre una pagina de L’Osservatore Romano intitolato Un libro che confonde perfino l’infinito metafisico con quello matematico. Nella prefazione alla seconda edizione del 2008, Odifreddi fa una rassegna delle molte critiche successive, fino a quella del 15 marzo 2007 di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera.
A causa di quel primo libro, e di altri articoli critici della religione, Odifreddi è stato via via identificato come il più rappresentativo anticlericale italiano, e nel 2003 è stato nominato presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.
Tuttavia, le polemiche maggiori sono state sollevate nel 2007 dalla pubblicazione di Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), soprattutto a causa dell’introduzione, intitolata Cristiani e cretini, nella quale viene provocatoriamente ricordato che una delle etimologie correntemente proposte per la parola «cretino» è la derivazione da «cristiano», tramite il francese chrétien/crétin (Odifreddi cita il vecchio Pianigiani, ma la stessa etimologia è riportata, per esempio, dal Nuovo Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di Zanichelli).
Per questo libro Odifreddi è stato criticato duramente, anche sul piano personale, da esponenti del pensiero sia ebraico sia cattolico (per esempio, Giorgio Israel dell’Università La Sapienza e Paolo Martino della Libera Università Maria Santissima Assunta), e ha persino avuto una reprimenda in latino sul sito ufficiale del Vaticano (insieme a Tinto Brass e Carla Bruni), ma ritiene di aver ricevuto solo critiche prevenute e marginali, che non scalfiscono l’impianto della sua decostruzione razionale della religione ebraico-cristiana. Alle critiche più feroci ha risposto in Difesa dagli attacchi del Foglio, Difesa dagli attacchi del Corriere e (In)Civiltà Cattolica (in Il matematico impenitente).
Altre polemiche, oltre a quelle di tipo religioso, Odifreddi le ha alimentate (provocandole e/o subendole) nel mondo accademico, a causa di una visione logico-razionale del mondo che è stata tacciata di scientismo e positivismo. In particolare, nel corso degli anni ha polemizzato con i fisici Antonino Zichichi (dal quale ha ricevuto due querele, entrambe archiviate, e al quale ha dedicato la raccolta di articoli Zichicche) e Paolo Diodati (che l’ha insignito di un «Asino d’Oro» appositamente creato per lui), nonché con i filosofi Massimo Cacciari (che lo chiama pubblicamente «nipotino di Voltaire»), Gianni Vattimo ed Emanuele Severino (criticati rispettivamente in Antropitechi e teopitechi e Severi? Sì, con Severino!).
Nel 2009 la restituzione per protesta del Premio Peano, vinto nel 2002, innesca una serie di polemiche che culminano in insulti da parte del Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini (ai quali Odifreddi risponde in una lettera aperta su Il Fatto Quotidiano) e del Ministro della Difesa Ignazio La Russa in diretta TV (un episodio che finisce su Striscia la notizia).
Sempre nel 2009, dopo la sentenza della Corte Europea Lautsi v. Italia sulla rimozione dei crocifissi nelle aule scolastiche, Odifreddi manifesta la sua approvazione. La sua partecipazione a un programma televisivo scatena ancora una volta la reazione del Ministro della Difesa Ignazio La Russa, alla quale ancora una volta Odifreddi risponde con una lettera aperta su Il Fatto Quotidiano.

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