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La Manon Lescaut di Puccini chiude la stagione lirica 2009 e 2010

dal 02 al 04 maggio 2010

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Ferrara Altro

Descrizione dell'Evento

L'opera torna in scena a Ferrara domenica 2 maggio alle 16 e martedì 4 maggio alle 20 Gianluca Martinenghi dirige l'Orchestra Regionale dell'Emilia-Romagna Regia di Pier Francesco Maestrini il soprano Amarilli Nizza nel ruolo del titolo

A distanza di più di quarant'anni, torna in scena al Teatro Comunale di Ferrara Manon Lescaut di Puccini. L'opera chiuderà la stagione lirica 2009/2010 domenica 2 maggio alle 16 e martedì 4 maggio alle 20. Lo spettacolo riprende un allestimento del 2008 del Teatro Massimo di Palermo, con la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene di Fiorella Mariani e i costumi di David Walker; luci di Bruno Ciulli.
Al debutto nel ruolo del titolo il soprano Amarilli Nizza, nelle scorse stagioni ferraresi applaudita interprete di Suor Angelica di Puccini e dei Vespri Siciliani di Verdi. Completano il cast il tenore Walter Fraccaro (Des Grieux); Josè Fardilha (Lescaut), Alessandro Spina (Geronte), Andrea Giovannini (Edmondo), Federica Carnevale (u n musico), Stefano Consolini (maestro di ballo), Roberto Carli (lampionaio), Romano Franci (sergente degli arcieri / altro sergente). Gianluca Martinenghi dirige l'Orchestra Regionale dell'Emilia-Romagna e il Coro Lirico Amadeus, guidato da Stefano Colò. Manon Lescaut è una produzione del Teatro Comunale di Modena, Teatro Municipale di Piacenza e Teatro Comunale di Ferrara.
Manon Lescaut segnò l’inizio dei grandi successi operistici del compositore lucchese. Il soggetto, derivato dal romanzo di Prévost (1731), era già stato tradotto in musica da Massenet, ma ciò non preoccupò affatto il compositore, che lo affidò a numerosi librettisti (Praga, Oliva, Leoncavallo, Illica e lo stesso editore Giulio Ricordi) per poi pubblicarlo anonimo. Il debutto al Teatro Regio di Torino, il 1° febbraio del 1893, fu trionfale: “il più completo, forse, che una prima di Pucc ini abbia avuto, perché altre opere (Bohème – Tosca – Butterfly), ritenute universalmente più teatrali, ebbero invece inizio incerto o burrascoso. [...] Dal folgorante colpo di piatti che s’accompagna alla scintillante festosità del vibrato attacco iniziale ai poderosi “crescendo” del quarto atto ed alla desolata eco del flauto tra le quinte, Manon Lescaut resta, nonostante la debolezza formale di qualche pagina secondaria, la più equilibrata, la più originale, la più completa delle opere di Puccini” (Filippo Ernesto Raccuglia). Nel dramma, tutto proiettato oramai nel Novecento, si agitano le passioni della società borghese contemporanea, fra studenti, ricchi banchieri e una donna padrona del proprio destino ma combattuta fra le ragioni del cuore e le convenienze sociali. Il compositore mette a punto con questa sua terza opera, del 1893, un linguaggio musicale e un impianto sinfonico destinato a influe nzare per sempre il corso di un genere musicale, con un successo che si diffuse immediatamente in Europa e negli Stati Uniti.
La regia di Pier Luigi Maestrini è tradizionale e fedele al libretto, con costumi d'epoca e arredi classici di buon gusto, raffinata e molto curata nei particolari, ambientata in un elegante Settecento. “Manon – dice il regista Maestrini – è la più bella donna del melodramma". Come spiega Antonella Panini nelle note alla regia di Maestrini, " Manon è inevitabilmente attratta dal lusso che in virtù della sua bellezza può facilmente ottenere. La frivolezza che ostenta nel secondo atto è specchio di quell’epoca di trine, apparenza, inganno e relazioni pericolose. Ma quel mondo falso e stantio l’annoia; quel miraggio aurato si scontra incessantemente con la sua natura agreste e con il sentimento autentico di passione per Des Grieux”.

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