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La Licenza progetto e regia di Claudio Autelli

dal 01 al 02 dicembre 2009

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Piacenza Altro

Descrizione dell'Evento

Una classe, un tema da comporre. Enzo e Mino sono due studenti che devono prendere la licenza e realizzare così i loro sogni. Si sono allenati, sono pronti su ogni argomento, non chiedono molto, un lavoro, l’amore, la famiglia, e se ci scappa anche l’amaro.

Enzo e Mino si buttano sui loro fogli, riversando un numero infinito di parole su quei fogli che sembrano non riempirsi mai, e tra un argomento e l’altro emergono piano piano le loro pulsioni e le loro paure. Ogni argomento diventa così la scusa per confessarsi, per dirsi qualcosa di sé e vedere l’effetto che fa. Scritto dallo stesso
Autelli a quattro mani con la drammaturga Viviana Salvati, lo spettacolo grazie anche al confronto con il pubblico si è sviluppato ulteriormente arrivando ad una seconda tappa che sarebbe riduttivo considerare come ripresa. Il tempo di lavoro del gruppo ha infatti permesso che il linguaggio teatrale della classe si sia fatto più denso e la provocazione, determinata dal permanere sempre nello stesso spazio della classe, ancora più tagliente. Il tempo della storia è il tempo di un tema, il tempo del tema è il tempo di una vita. Una vita sublimata nel suo stesso raccontarsi. Nel tempo dell’attesa
scorrono i propri sogni, le proprie illusioni e vengono svelate le proprie debolezze.
Enzo e Mino rappresentano l’incertezza di fronte ad una scelta. Sono lì sulla soglia, pronti per uscire, stanno solo aspettando che quello accanto si senta pronto a partire mentre il tempo nella classe si dilata e si contrae assecondando le divagazioni, i dubbi e le confessioni di questi due studenti “fuoricorso” tenacemente chini sui loro banchetti, costretti, legati ad essi come ad una zattera che prima o poi lì porterà a riva. Tutta la loro vita, mossa dall’irrinunciabile necessità di partire, è congelata nell’attesa di un momento che non arriva mai... e allora ognuno, con i propri mezzi, cerca di adeguarsi, per costruirsi la propria tana, per raccontarsi le proprie piccole bugie. La classe è un luogo metaforico, un posto della mente in cui si è rimasti imbrigliati, è una condizione di eterna preparazione alla vita. Lo spazio ha lecoordinate di una classe, ma allo stesso tempo mantiene tutti i germi di una
casa, le sue abitudini e i suoi tempi.

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