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Descrizione dell'Evento

1759-2009: nella prossima ricorrenza di 250 anni dalla scrittura del “Candido”, ho scritto un testo che è un ironico, graffiante, imprevedibile omaggio alla più grande invenzione di Voltaire.

Chi si aspetta di trovare una celebrazione del testo originale resterà deluso. Mi sono infatti divertito a ritrarre in forma teatrale la faccia più scanzonata e irriverente dell’Età dei Lumi. Intorno alle pagine del “Candido” ruota quindi una macchina teatrale rocambolesca, una vera e propria avventura mascalzona che al tempo stesso immortala e deride la stagione dell’Illuminismo. I fatti sono veri: basta leggere “Visita a Rousseau e Voltaire” di James Boswell per darmi atto che ho inventato fino a un certo punto. Immaginate che in un’Europa innamorata di Voltaire inizi a girar voce di un nuovo pericolosissimo libretto dove il grande filosofo metterebbe alla berlina colleghi, Stati, Chiesa, Eserciti. Trapela che il libretto si intitolerà “Candido”: di certo si sa solo questo. Nei salotti non si sparla d’altro, nei circoli letterari c’è attesa e i pensatori di ogni dove tremano all’idea che Voltaire li svergogni. Ma anche le segreterie di Stato, le Ambasciate e il Clero si mobilitano terrorizzati da quel che potrà scatenare la penna del pensatore di Ginevra. E’ in questo clima spionistico che ho collocato il mio testo, tutto giocato su un libro che dette scandalo ancor prima di essere pubblicato (sotto falso nome). Insomma: il “Candido” nacque come un libro scomodo. Pruriginoso. E forse è per questo che lo trovo irresistibilmente simpatico.”

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