La casa intelligente Parma
il 28 aprile 2009
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Parma, 28 febbraio 2008 – Far star meglio gli anziani. E farli stare bene nelle loro case. In ambienti dove tutto è pensato per rendere loro la vita più facile. Anche se si tratta di luoghi davvero lontani, su un crinale della montagna o nelle pieghe di una valle a cento km da Parma. L’idea che Mario Tommasini perseguì negli ultimi anni, con la passione che gli ha fatto da motore per tutta la vita, ha messo le premesse per realizzare una struttura “pilota” .
E’ Ca’ Bonaparte a Neviano degli Arduini, sul versante parmense della Val d’Enza, un edificio dotato delle infrastrutture tecnologiche necessarie alla sperimentazione dei servizi di sicurezza, assistenza e benessere.
Questa “Cà” resa intelligente con un progetto costato 116mila euro, è oggi un ambiente in grado di comunicare in modo semplice e affidabile con la persona, anche non autosufficiente, un ambiente che registra tutto ciò che accade al suo interno, consentendo così di tenere sotto controllo lo stato di salute e la sicurezza di chi vive lì.
Nella casa domotica di Ca Bonaparte, sopra al centro diurno, sono stati realizzati cinque alloggi protetti, in apparenza normali, ma in realtà ricchi di tecnologia. Negli appartamenti oltre ai pulsanti manuali e ai comandi vocali per la richiesta di soccorso, ci sono vari sensori che vengono monitorati continuamente e che consentono alla persona di vivere in sicurezza senza essere invasivi. Questo si concretizza nel fatto che, ad esempio, se c’è un principio di allagamento si interrompe l’energia elettrica, mentre se c’è un sovraccarico viene staccato automaticamente un elettrodomestico per evitare blackout. Se l’anziano si alza di notte basta appoggiando il piede sulla pedana fa accendere la luce della stanza, evitando cadute a causa del buio.
Sono questi solo alcuni esempi di quanto messo a punto a Cà Bonaparte grazie al progetto di Mario Tommasini “A nostra cà” e al quale hanno contribuito in tanti: le istituzioni a cominciare dalla Provincia di Parma dove Tommasini ha prestato la sua opera gli ultimi anni, Regione Emilia Romagna, Azienda Usl, i comuni di Neviano, Tornolo, Borgotaro; Fondazione Cariparma che ha dato il proprio sostegno. E poi la ricerca del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Parma che ha ideato e sperimentato ogni cosa.
Oggi in Provincia i partner di “A nostra cà” hanno presentato in un dvd i risultati ottenuti a Cà Bonaparte, con la prima fase del progetto. Esiti importanti che costruiranno la base della seconda fase con cui si andranno a realizzare altre strutture “intelligenti” e sempre più distanti dal capoluogo: a Santa Maria del Taro e Tiedoli.
“ Sono stati scelti luoghi lontani e isolati non a caso, perché se si riesce, così come abbiamo fatto, a realizzare là un progetto come questo vuol dire che è possibile farlo dappertutto – ha detto l’assessore provinciale alle Politiche sociali e sanitarie Tiziana Mozzoni aprendo l’incontro di oggi in Provincia - Siamo riusciti nell’intento grazie ad un contesto istituzionale che ha coinvolto tanti soggetti. Questo è il nostro modo per rispettare la memoria di Mario e continuare l’ultimo suo progetto. Quello che oggi vogliamo dire è che intendiamo proseguire su questa strada”.
“Il progetto è un felice connubio tra il freddo tecnicismo dell’informatica e ciò che invece è legato alla vita e al rispetto della persona per mantenerla nell’ambiente nel quale ha vissuto e dove gli anziani vogliono restare – ha commentato Marcella Saccani, vicepresidente di Fondazione Cariparma - Fondazione è partner in questa seconda fase in cui la sperimentazione sarà esportata in luoghi della montagna più in sofferenza e proprio per questo luoghi in cui è necessario lavorare per i diritti di chi vive lì.”
“Questa partecipazione è il segno che l’Università, pur essendo la sede della ricerca più avanzata, guarda sempre più alle necessità del territorio. L’attenzione che è stata posta sulla realizzazione di interventi di tecnologia a basso costo e replicabili ha un valore scientifico e il fatto che siano coinvolti nel progetto più discipline è fecondo per l’Università stessa” ha spiegato Giorgio Picchi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Parma.
“Questa è un’iniziativa nella quale la tecnologia è davvero al servizio delle persone e del miglioramento civile e sociale di una realtà territoriale: siamo riusciti a trasformare una ricerca di stampo scientifico-tecnologico in qualcosa di concreto, di tangibile e di fruibile da parte della popolazione – ha sottolineato Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma - Accanto alla validità tecnica del progetto, sottolineerei infatti anche il suo rilievo sociale: in una realtà come quella della montagna, il tema dell’isolamento e dell’insicurezza delle persone più fragili, e in particolare degli anziani, è molto sentito”, ha detto il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, rimarcando inoltre la forte sinergia interistituzionale che si è costruita intorno all’iniziativa”.
All’incontro di oggi erano presenti anche i sindaci Giordano Bricoli (Neviano), Alessandro Cardinali (Tornolo), Salvatorangelo Oppo (Borgotaro), il prof Paolo Ciampolini dell’Università di Parma con Ilaria De Munari dello staff che ha progettato Cà Bonaparte, Ettore Brianti direttore del distretto Valli Taro e Ceno e Rossella Emanuele del distretto sud-est
Nelle strutture in cui ci si appresta a lavorare, a Tiedoli e Santa Maria del Taro, si stanno già eseguendo i sopralluoghi.
Entrambe hanno dimensioni leggermente superiori a quelle di Ca’ Bonaparte. Tuttavia, rispetto alla prima installazione, tempi e costi potranno essere ridotti, sfruttando le ricadute della esperienza pilota in cui la tecnologia di base è già stata messa a punto. Mentre le funzionalità finora sviluppate a Cà Bonaparte sono prevalentemente centrate sul controllo e la sicurezza degli ambienti, nella seconda fase, gli sforzi di ricerca e sviluppo si concentreranno invece maggiormente sui servizi alla persona.
La seconda fase del progetto “A nostra ca’” ha un’ipotesi di spesa di 146.000 Euro, interamente finanziata dalla Fondazione Cariparma, di cui una piccola parte servirà all’adeguamento dell’impianto di Ca’ Bonaparte (principalmente connessi alla installazione delle reti WiFi e WSN) ed il rimanente alla realizzazione ed all’adeguamento delle due strutture di Tiedoli ( 6 alloggi) e S.Maria del Taro ( 5 alloggi).
Le attività di ricerca, infatti, saranno condotte presso l’Università di Parma, sfruttando anche, oltre alle competenze dell’Azienda USL, le competenze ingegneristiche, mediche e psicologiche già disponibili e coordinate nel Centro TAU Centro di Collaborazione sulle Tecnologie Assistite