La Boheme Ravenna teatro Dante
dal 14 ottobre al 31 dicembre 2009
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Quadro primo
I soldi sono pochi, spesso non si mangia, ma la gioventù e l'incoscienza aiutano a superare molti ostacoli. È la vigilia di Natale. Rodolfo e Marcello, non riuscendo a lavorare per il freddo che attanaglia la soffitta, per riscaldarsi sono costretti a bruciare il manoscritto di un dramma di Rodolfo. Vengono raggiunti da Colline, desolato, senza un soldo, ma poi anche da Schaunard, esultante, con legna, cibo e denaro, frutto di un ingaggio tanto inaspettato quanto strano. I quattro amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale al Quartiere Latino, quando giunge, non gradito, il padrone di casa Benoît a reclamare l'affitto arretrato. Istigato a bere dai quattro, il vecchio si lascia andare ad inopportune confidenze sulle sue infedeltà coniugali venendo per questo malamente cacciato dai quattro inquilini, improvvisamente trasformati in difensori della morale. Marcello, Colline e Schaunard lasciano la soffitta per dirigersi al Café Momus mentre Rodolfo rimane per finire un articolo di giornale, promettendo di raggiungerli a breve. Mentre sta scrivendo, si ode un leggero bussare alla porta: è Mimì, una giovane vicina. Gli spifferi sulle scale hanno spento la sua candela e chiede di riaccenderla. Rodolfo la invita ad entrare ma, improvvisamente, la ragazza si sente male e le cadono di mano il candeliere e la chiave di casa. Rodolfo la soccorre, la fa sedere e le offre del vino; è colpito dal pallore e dalla bellezza della fanciulla che dopo qualche attimo si riprende, riaccende la candela e ringraziatolo fa per andarsene. Giunta sulla porta si accorge di aver perso la chiave di casa ma mentre i due giovani la cercano, le loro candele si spengono. La soffitta è illuminata soltanto dal chiaro di luna; i due cercano la chiave a tastoni sul pavimento. Il poeta, che trovata la chiave se l'è messa di nascosto in tasca, prende la mano di Mimì e inizia dolcemente a corteggiarla. Chiamato a gran voce dagli amici impazienti che lo aspettano al pianterreno, Rodolfo cerca di congedarli, ma la ragazza lo induce a portarla con sé. Già innamorati, i due giovani si baciano, poi, a braccetto, si avviano giù per la scala.
Quadro secondo
Nel Quartiere Latino c'è gran festa. I quattro amici sono decisi a sperperare i pochi soldi che sono riusciti a mettere insieme per festeggiare degnamente il Natale. Colline ha comprato un vecchio, sdrucito cappotto e dei libri; Schaunard un corno e una pipa; Rodolfo ha comprato una bella cuffietta rosa per Mimì. I due si aggirano fra la folla, felici del loro amore, mentre Marcello fa la corte a tutte le belle fanciulle che incontra sul suo cammino. Tutti insieme si siedono ad un tavolo del Café Momus. Rodolfo presenta la ragazza agli amici ed ordina assieme a loro una ricca cena. Ad un tratto appare Musetta, ex amante di Marcello, che lo ha abbandonato da qualche tempo per correre dietro a più redditizi amori. Elegantemente vestita, è accompagnata da Alcindoro, il ricco amante del momento. Scorto Marcello, la ragazza si siede al tavolo vicino a quello degli amici e dal suo posto lancia frasi maliziose e occhiate eloquenti. Marcello finisce per cedere, una volta ancora, al fascino di Musetta che allontana Alcindoro con un pretesto e si getta fra le sue braccia.
Passa la banda militare seguita da una gran folla, e i sei giovani decidono di unirsi alla baraonda generale, lasciando al povero Alcindoro, tornato a cercare Musetta, i due conti da pagare.
Quadro terzo
La Barriera d'Enfer. All'alba, in un mattino nevoso di febbraio, tormentata da una forte tosse, Mimì si reca al cabaret dove Marcello e Musetta sono andati a lavorare, in cambio di alloggio, dopo essersi riconciliati. Mimì rivela a Marcello di non poter più vivere con Rodolfo a causa della sua estenuante gelosia: è meglio che essi si separino. Marcello la avverte che Rodolfo, arrivato nel cuore della notte, adesso sta dormendo nel cabaret. Proprio in quel momento Rodolfo si alza e cerca Marcello; questi chiede a Mimì di rincasare senza farsi vedere. Mimì si allontana, ma dopo pochi passi si nasconde e assiste così al colloquio tra i due amici. Rodolfo accusa Mimì di leggerezza e infedeltà ma poi, su insistenza dell'amico, ammette di essere molto preoccupato per la salute della fanciulla e crede che, restando nella sua fredda e misera soffitta, possa peggiorare. Mimì colpita da un accesso di tosse è obbligata ad uscire dal suo nascondiglio; Rodolfo è sconvolto perché sa che la ragazza ha sentito tutto. I due amanti ricordano le gioie e i dolori del periodo trascorso insieme e decidono di comune accordo di separarsi sì, ma di aspettare la primavera poiché l'inverno sarebbe una stagione troppo triste per stare soli.
Alle dolorose parole di Mimì e di Rodolfo fanno eco le frasi pungenti e velenose di Musetta e Marcello: il pittore ha scoperto l'amica mentre civettava con un avventore del locale e le fa una violenta scenata di gelosia. La ragazza, infuriata, lanciando atroci insulti, lo abbandona su due piedi. Marcello rientra nel cabaret furibondo mentre Mimì e Rodolfo si avviano verso i loro ultimi giorni di felicità.
Quadro quarto
Alcuni mesi più tardi, nella soffitta, si ripresenta la stessa scena del primo quadro: Marcello e Rodolfo lavorano e si scambiano battute. In realtà si sforzano di non mostrare l'uno all'altro quanto soffrono per la mancanza di Mimì e Musetta. Fortunatamente a strapparli ai ricordi arrivano Colline e Schaunard con un po' di cibo. I quattro bohèmiens improvvisano un immaginario banchetto: una bottiglia di acqua diventa champagne e il semplice pane si trasforma nei cibi più raffinati; gli amici danzano per la stanza, ridono e scherzano. I festeggiamenti vengono bruscamente interrotti quando Musetta irrompe nella stanza gridando che c'è Mimì, svenuta sulle scale. Mimì, pallida e stremata, viene trasportata nella soffitta e adagiata su un letto. Rodolfo è preoccupato, gli altri si frugano inutilmente nelle tasche in cerca di qualche soldo per chiamare il dottore. Musetta si toglie gli orecchini chiedendo a Marcello di pignorarli. Per contribuire alle spese anche Colline decide di vendere la sua zimarra, e dopo un doloroso addio la consegna a Marcello e Musetta. Tutti lasciano la soffitta; Mimì e Rodolfo restano finalmente soli. Abbandonandosi ai ricordi del loro primo incontro, si promettono di restare insieme per sempre. Poco dopo gli amici tornano con un cordiale e con la notizia che il dottore arriverà presto.
Musetta ha comprato un manicotto per Mimì che, felice del dono tanto desiderato, vi infila le mani fredde, e adagiandosi sul cuscino, serenamente, spira. Schaunard si accorge che è morta e informa gli altri, tranne Rodolfo che la crede addormentata. Dopo alcuni attimi, però, insospettito dall'atteggiamento circospetto degli amici, il giovane poeta scopre la triste verità e, disperato, si getta sul corpo esanime della fanciulla, invocandola.