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Descrizione dell'Evento

18 gennaio 2658, ora diciottesima terrestre. Ibar Saine, biologo molecolare e uomo di spicco all’interno del Sistema

Scopre durante l’analisi di un reperto umano proveniente dal ventiduesimo secolo delle strane vibrazioni presenti all’interno del DNA del soggetto, alle quali non riesce a dare una spiegazione. Non essendo la prima volta che ha a che fare con questa sequenza di suoni, e diffidando del Sistema che in precedenza aveva tralasciato di fornirgli un chiarimento, Ibar decide di contattare Taide, sua moglie, che non vede da cinque anni, e che si era trasformata da Soprintendente ai Dati Storici del Sistema, a elemento ricercato dedito al commercio illegale di materiale informatico. Ibar ha bisogno delle conoscenze storiche di Taide per risalire a qualcosa di importante potesse essere accaduta nel ventiduesimo secolo e che riuscisse a dare una spiegazione esauriente a quella strana mutazione genetica. Nel frattempo, il Sistema incarica un agente androide di controllo, Sita 48352, di indagare sulle attività del professor Saine, che da qualche tempo appaiono piuttosto sospette, di interrogarlo e, eventualmente, di arrestarlo. Il segreto delle vibrazioni potrà essere svelato solo raggiungendo un pianeta di frontiera, l’ultimo pianeta conosciuto, Zreon 32, che porterà i due protagonisti ad un finale inaspettato e insperato. L’agente Sita è risoluto a impedire ai due di nuocere al Sistema, e proverà con ogni mezzo a fermare i coniugi, anche a costo di doverli eliminare fisicamente. La fuga, l’inseguimento, lo scontro, il momento della verità appaiono inevitabili.
Ma quale segreto custodisce l’ultimo pianeta?
L’ultimo pianeta è uno spettacolo di fantascienza, ma non solo. Racchiude in sé una vasta gamma di storie, parla di sentimenti, di avventura, di rapporto uomo-macchina, e fornisce allo spettatore un uno spunto di riflessione su dove finirà la nostra "umanità".
Il fascino dello spettacolo, ricco di effetti visivi e sonori, emozionate, drammatico, raggiunge il suo apice nel commovente finale dove una macchina, l’androide, orfano dei sentimenti fondamentali che appartengono all’uomo, aiuterà Ibar e Taide nell’ultima disperata, rischiosa impresa: recuperare l’essere umano. La trama si avvolge a spirale, si stringe attorno ai protagonisti in un precipitoso susseguirsi di avvenimenti che portano allo svelamento finale.
L’ultimo pianeta rappresenta anche un esperimento innovativo, originale, e poche volte tentato nella storia del teatro: portare un linguaggio come quello della fantascienza sulle assi di un palcoscenico.

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