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Descrizione dell'Evento

Quando l’opera andò in scena per la prima volta a Londra nel 1895, ebbe subito un successo strepitoso, tanto impressionante e subitaneo da spalancare ad Oscar Wilde le porte dell’Olimpo dei drammaturghi più rappresentati di sempre.

La commedia narra della vicenda di John Worthing, innamorato di Gwendolein Fairfax, che finge di chiamarsi Earnest per poter meglio entrare nelle grazie della fanciulla. Nel frattempo, il cugino di Gwendolein, Algernon Moncrieff, amico fraterno di John e innamorato della pupilla di quest’ultimo, Cecily Cardew, per tentare di sedurre la ragazza, a sua volta finge di chiamarsi Earnest e di essere il fratello dissoluto di John. L’inganno ai danni delle due donne non può durare a lungo, ma quando i due confessano la verità e tutto sembra volgere per il peggio, si viene a scoprire che John, abbandonato alla nascita, era stato realmente battezzato col nome di Earnest e che Algernon risulta essere veramente suo fratello. John e Algernon si ritrovano, dunque, ad essere stati per la prima volta sinceri (da cui deriva il gioco di doppi sensi nell’originale sulla parola Earnest, che vuol dire Ernesto ma anche sincero, leale) sebbene pensassero entrambi di aver mentito spudoratamente. Alle promesse di matrimonio di entrambe le coppie, che concludono l’opera con un lieto fine ironicamente forzato, s’aggiunge anche quello tra il reverendo Chasuble e la signorina Prism, istitutrice di Cecily.
La pièce è un capolavoro dell’arte del teatro, messa in scena in questa edizione con gusto e ironia, con un occhio alla tradizione ed uno alla contemporaneità del testo: la scelta registica di ambientare la commedia nell’Inghilterra degli anni ‘60 ha lo scopo principale di conciliare due diverse epoche di una stessa cultura (quella inglese, naturalmente!), in modo da tracciarne le somiglianze e da sottolinearne le diversità. Ne viene fuori uno spettacolo giovane e frizzante, sapientemente condito dalle musiche dei Beatles, che rievoca al pubblico immagini di un periodo carico di novità, di cambiamenti, durante il quale cominciavano a mutare le convenzioni sociali, tanto prese di mira anche da Wilde. "L’importanza di chiamarsi Ernesto" colpisce ancora oggi per freschezza e per sagacia, conquista le simpatie e trova consensi in ogni tipo di pubblico, strappa applausi e risate a chiunque, di qualunque età esso sia.

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