Kocani Orkestar meets Paolo Fresu e Antonello Salis
il 03 marzo 2009
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Quando la tradizione ha queste caratteristiche è difficile restare inermi. Antonello è sicuramente il complemento ideale per dividere questa follia sonora. Quando si vede e si ascolta suonare questa gente, l’aggettivo che resta dentro non può essere che uno solo: indimenticabili!”. Paolo Fresu
In queste parole di Paolo Fresu stanno tutte le ragioni dell’inedito incontro tra lo stesso trombettista sardo, la Kocani Orkestar, una delle più apprezzate e spettacolari fanfare balcaniche, e Antonello Salis. Un incontro che si preannuncia particolarmente intrigante, tra ritmi irresistibili e inebrianti profumi jazzistici, tra composizione e improvvisazione, fra tradizione e modernità.
“L’Oriente è già qui. Da molto tempo. Si incontra agli angoli delle strade, ai semafori, in campi brulli e desolati di periferia. Nelle nostre vie del centro, ai margini delle città.
Cammina vicino a noi, assieme a noi. Parla, a chi sa e vuole ascoltare il linguaggio della poesia. E talvolta ha la magia e i suoni di un’orchestra gitana. Fatta di musicisti straordinari, artisti vagabondi, generosi ed eccessivi solo come possono essere quei formidabili tipi della Kocani Orkestar. Ensemble aperto, sempre in continua mutazione, disponibile per vocazione antica agli incontri di viaggio.
Tanto più se accadono con compagni altrettanto aperti e disponibili come possono esserlo due jazzisti di razza quali il trombettista Paolo Fresu e il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, entrambi di origine sarda che, oltre alla musica afroamericana e a quella contemporanea occidentale ed europea hanno inciso profondamente nel loro Dna quella delle loro origini. Antica e nobile altrettanto come quella dei rom. Ancora largamente amata e praticata come accade esattamente nelle affascinanti e sterminate terre balcaniche.
Ed è in questa sorta di vicinanza e di storie parallele che forse va individuato il primo degli elementi che hanno reso immediatamente efficace e di grande impatto musicale e spettacolare questo incontro tra musicisti per altri versi così differenti e lontani. Un incontro che è cresciuto e maturato durante un anno di concerti tenuti in lungo e in largo per diventare infine, una bellissima storia di amicizia e di musica senza frontiere. Un felice potlach di suoni e melodie che hanno arricchito gli uni e gli altri regalando, a chi ha potuto ascoltare dal vivo, un’inedita esperienza.
Parte della quale si può rintracciare in questo imperdibile disco registrato dal vivo, da segnalare per la bellezza dei suoni, le intriganti trame musicali tessute tra Occidente e Oriente. Come accade nella variazione per “Ballo sardo” scritta da Fresu che alla prova live assume le vesti di una danza senza tempo, trascinante come quell’altra potente e ballabilissima Good bye Macedonia. Ma sono tutti i brani che escono trasformati a nuova vita in questo album.
Dalle musiche scritte da Paolo Fresu per il film dedicato alla giornalista Ilaria Alpi, Del Viaggio e Notte a Mogadiscio, agli stessi motivi della Kocani, da Gajda a Siki Siki Baba.
Un viaggio emozionante tra improvvisazione e tradizione, melodia e swing. Rigurgitante di sentimenti e di passioni, disordinato ed elegantemente raffinato.
Cucito con una vibrante poesia dell’anima. Nomade e senza passaporto”. Walter Porcedda
Paolo Fresu – tromba, flicorno, multi effetti
Antonello Salis – pianoforte
Durak Demirov – sassofono
Turan Gaberov – tromba
Sukri Kadriev - tromba
Nijazi Alimov - tuba baritono
Saban Jasarov – tapan (percussione)
Suad Asanov - basso tuba
Redzai Durmisev - tuba baritono
Sukri Zejnelov – tuba baritono
Dzeladin Demirov – clarinetto
Vinko Stefanov – fisarmonica
Erdzan Juseinov - percussioni
Ajnur Azizov – voce