Il texano Josh T. Pearson al locomotiv di Bologna
il 16 novembre 2011
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The Last Of The Country Gentlemen è considerato a ragione dalla critica internazionale uno dei lavori più intensi e riusciti dell’anno.
Dopo la breve, ma intensa, carriera dei Lift To Experience (il loro unico album The Texas Jerusalem Crossroads fu acclamatissimo dalla stampa) Josh T Pearson ha vissuto i successivi dieci anni lontano dai riflettori. Torna ora, su etichetta MUTE con il suo debutto solista. The Last Of The Country Gentlemen, registrato nell’arco di due anni in uno studio amatoriale di Berlino, è un disco di un’intimità estrema: la voce sofferta di Josh, la sua chitarra graffiante e occasionalmente un tocco gelido di violino e di pianoforte malinconico sono gli strumenti per raccontare il dolore profondo di un uomo che ha perso la fede in dio e nell’amore.
Nativo del Texas, Josh T. Pearson inizia la sua carriera nel 1996 con I LIFT TO EXPERIENCE, band che durerà il tempo di un abum (“The Texas-Jerusalem Crossroads”, 2001), destinato però a diventare un disco di culto per gli anni a venire. Il lavoro si muove sulle direttive rock-noise ed è letteralmente imbevuto di contenuti sacri ispirati alla Bibbia. L’esibizione dei Lift To Experience al prestigioso festival South By Southwest di Austin impressiona Robin Guthrie della Bella Union, che mette immediatamente sotto contratto la band. Pearson scopre successo e notorietà, ma non è pronto ad affrontarli: troppo puro e integralista per accettare di lasciarsi strumentalizzare come merce, di vedere le sue parole di fede storpiate per scalare le classifiche indie. Così fa perdere le sue tracce, passa un po’ di tempo a fare l’inserviente in una chiesa sperduta nel cuore del Texas e infine si trasferisce a Parigi. Ma è a Berlino, nel 2010, che finalmente rompe il silenzio e registra il suo primo disco solista, “Last of the Country Gentlemen”.