Il Metodo Gronholm Teatro Civile di Jordi Galceran
il 31 dicembre 2008
vedi sulla mappaCesena Teatro Bonci Altro
il 31 dicembre 2008
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Recensione
Quanto può essere
crudele un ambiente lavorativo? Fino a che punto possiamo permettere alle aziende di applicare gerarchie ingiuste e sottoporci a prove umilianti, pur di ottenere una posizione socialmente rispettata? E se rappresentato a teatro, fin dove arriviamo a crederlo verosimile?
"E' talmente
assurdo che deve essere vero
", ecco cosa ti porta a rispondere Il metodo Gronholm .
In una sala riunioni asettica, bianca, espressiva della situazione claustrofobica, si trovano, per l'ultimo colloquio "congiunto",
quattro candidati ad un incarico di manager per una importante multinazionale
. I quattro personaggi si rivelano subito persone ciniche, ognuno con la propria maschera funzionale a cosa devono ottenere: l'unico posto disponibile. In busta chiusa arrivano delle prove e, qui comincia il gioco, il thriller.
La drammaturgia é scorrevole e, usando l'unità di tempo, azione e luogo, permette un vivo coinvolgimento del pubblico, che
ride di gusto di battute amare e si trova continuamente a dover valutare chi dice la verità e chi no, chi dei quattro personaggi é veramente umano o finge, chi é realmente crudele o trash, definendo il trash come l'emulazione fallita, la ripetizione servile dello stile padronale.
Il genere di questo spettacolo é il thriller psicologico, ricorda The Game ? Nessuna regola , per alcuni aspetti, ma eliminando tutti gli effetti americani, e aggiungendo qualche riferimento a Pinter, lo spettacolo ha il grande pregio di riprodurre in scena ambienti e situazioni comuni a tutti, che viviamo ripetutamente nella quotidianità e ritroviamo sul palco con tutta un'altra suspense. La forza di questo spettacolo é infatti nel suo cinismo maieutico, che riesce a far risaltare chiara, ma mai banale, la possibilità di rispondere "no" alle ingiustizie.
Una nota va spesa per la sapiente regia di Cristina Pezzoli, che orchestra una macchina teatrale capace di appassionare il pubblico senza sosta per un'ora e tre quarti. Tra gli attori spicca su tutti Maurizio Donadoni, che detta i tempi dello spettacolo mantenendo il personaggio sempre fermamente credibile. Nicoletta Braschi é brava nel personaggio dell'equivoca e fintamente dolce aspirante manager, ruolo che, inusuale rispetto a come siamo abituati a vederla al cinema, rende naturale il suo ritorno al teatro. Notevole infine, l'affiatamento fra i quattro attori che, con gli ottimi Tony Laudadio ed Enrico Ianniello (anche traduttore del testo), formano un gruppo di alta qualità .