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Il Gatto in Tasca di Georges Feydeau opera di Antoinio Salines

dal 11 al 13 gennaio 2008

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Bologna Teatro Dehon Altro

Descrizione dell'Evento

I contemporanei definirono Georges Feydeau ,1862 - 1921, un matematico del teatro ovvero un ingegnere della scena, inventore di ingranaggi complicati quanto infallibili - sincronia di porte aperte e chiuse, scambi di persona protratti fino al parossismo.

La sua seconda specialità come tutti sanno è di allegro fustigatore dei costumi, soprattutto delle ipocrisie, della borghesia francese del suo tempo. Nessuna di queste due caratteristiche innegabile basta peraltro a spiegare la durata del suo successo, che prosegue ai nostri giorni, quando quella società non esiste più, e di quei meccanismi abbiamo visto tante imitazioni e degradazioni. Il punto è che Feydeau, come i maestri supremi della comincità - Molière, mettiamo; o Chaplin - dà poco spazio a come la creatura umana finge di essere, per mostrarla invece com'è davvero, ossia immancabilmente avida, bugiarda, opportunista, furbastra; i conflitti dei suoi personaggi non sono tra buoni e cattivi, ma tra individua egualmente privi di scrupoli e tesi in tentativi di approfittarsi gli uni degli altri talmente scoperti da diventare ingenui, quindi divertenti. Questo cinismo universale fa la forza degli intrecci più smaccatamente strampalati: accettiamo volentieri le improbabilità della trama, perchè riconosciamo la plausibilità dei comportamenti.
Il gatto in tasca in un adattamento di Roberto Lerici rispettoso del sapore d'epoca, appartiene a un Feydeau alle prime armi ma già audacissimo come inventore di situazioni. Per costringere l'Opéra di Parigi a mettere in scena un Otello musicato da sua figlia, un ricco industriale (zucchero per diabetici!) pensa di mettere sotto contratto un grande tenore emergente e poi offrirlo come merce di scambio.

Poi però scambia per il tenore il figlio scioperato di un suo amico di provincia, il quale accetta volentieri il lauto stipendio propostogli in cambio di qualche esibizione.Il quiproquo sull'identità di questo giovanotto dura per tutta la prima parte dello spettacolo nella seconda se ne sfrutta invece un altro, legato alla sfacciataggine con cui lo pseudotenore non si perita di far la corte alla moglie del suo anfitrione, credendola però consorte di un medico ospite da costui. Due signore sposate ricevono così proposte, una direttamente, una tramite biglietti, ed entrambe si mostrano prontissime ad accettarle ; alla lunga però si pestano i piedi, e il nostro eroe finisce per impalmare la figlia compositrice. Gli otto caratteri hanno in comune il fatto di credersi tutti più o meno astuti (compreso un cameriere lazzarone), ma poi di non riuscire fino in fondo nei loro obiettivi.

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