I Ciclopi: il monlogo va in scena a Bologna Estate 2010
il 13 luglio 2010
vedi sulla mappaBologna Altro
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I ciclopi è un monologo che si ispira alla recente tragedia che ha colpito la regione Abruzzo: il terremoto del 6 aprile 2009. Sentendo l'esigenza di raccontare quanto migliaia di persone stavano vivendo in prima persona, nascono, sinceramente immaginari, i cinque personaggi che compongono il monologo, brevi pennellate di persone realistiche (beninteso, non reali) a confronto con la vita e il dolore, il lavoro e l'amore, il dovere e la necessità. Il protagonista, o per meglio dire il centro del dramma, è Lorenzo, un ragazzo trasferitosi a L'Aquila per frequentare l'luniversità, rimasto sotto le macerie nella notte del 6 aprile, salvato dalla protezione civile e trasferito d'urgenza in stato di coma all'ospedale di Pescara: Lorenzo si risveglia ma non parla, è afasico.
Nella stanza d'ospedale che lo accoglie, quattro personaggi si rapportano a lui: la giovane madre, un'amica d'infanzia, una logopedista ed un giornalista televisivo, quattro personaggi che esistono individualmente ma che visti in un continuum teatrale si sostituiscono l'uno all'altro per privazione di emozione, dal totale trasporto materno all'oggettivo dovere professionale. Per ultimo compare Lorenzo, immobile nel suo letto d?spedale. Egli parla direttamente al pubblico, ascetico e straniato, osservando sé stesso dal di fuori, ombra di ciò che fu e allo stesso tempo individuo che apprende dall'esperienza che lo vide protagonista. Ciniche ed individualiste, filosofiche e filantropiche, le parole di Lorenzo sono sogni, pensieri rivolti ad un corpo che non riconosce più come proprio, a uomini che un tempo hanno fatto parte della sua vita, alla tragedia reale di una popolazione come mitizzazione dell'uomo comune che vive la disperata quotidianità della ricostruzione anche del proprio io, dei propri spazi vitali, delle proprie abitudini.
Come suggerisce il titolo I ciclopi sono tutti gli uomini, egocentrici per loro natura come se la visione monoculare non permettesse loro, cioè noi, di vedere altro che il proprio mondo; ma nella mitologia i ciclopi sono anche rozzi pastori figli di Urano, la divinità primordiale: tale diatriba tra alto e basso, tra divino e terreno caratterizza il grande valore dell'umanità, in parossistico equilibrio tra bisogni e limitazioni fisiche, tra questioni filosofiche e concretezze quotidiane.