I Bari del Caravaggio a Cento
dal 05 marzo al 05 maggio 2009
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I BARI del Caravaggio della collezione Sir Denis Mahon.
Gli studi più recenti, riguardanti inventari e collezionisti d’arte del Seicento, hanno dimostrato che Caravaggio ha replicato le sue opere in diverse occasioni, "per vendere" come riferisce Giulio Mancini, biografo del Caravaggio stesso, nonché medico curante del cardinale Francesco Maria Del Monte, primo importante mecenate del giovane Caravaggio a Roma.
L’opera esposta a Cento, acquistata dal critico d’arte Sir Denis Mahon in un’asta Sotheby’s a Londra nel dicembre 2006, è stata esaminata da illustri studiosi quali Mina Gregori, Maurizio Marini, Antonio Paolucci e Daniele Benati, che ne hanno riconosciuto l’autografia, concordando anche sulla sua datazione intorno al 1595, data dell’ingresso del pittore nella residenza del cardinale Del Monte, oggi Palazzo Madama.
Per questo soggetto è stata avanzata una lettura allegorica dell’inganno: la frode nel gioco sconfina nell’eresia dei vizi capitali, quindi il riferimento nascosto può richiamare un aspetto della parabola evangelica del Figliol prodigo. E’ chiaro il richiamo ai pericoli ed insidie delle osterie e taverne dove il gioco predomina.
Il proprietario dell’opera, Sir Denis Mahon, cittadino onorario di Cento, ha inteso rinsaldare ancor più il suo legame con la patria del Guercino, destinando alla Pinacoteca Civica questo dipinto.
La presenza a Cento de "I Bari", unica opera del Caravaggio sul territorio regionale, rappresenta un’importante occasione per approfondire la conoscenza di questo geniale artista.