Concerto dei Good Charlotte a Cesena
dal 17 al 14 luglio 2010
vedi sulla mappaCesena Altro
Dopo essere stati fra gli alfieri più gagliardi del punk-revival con il disco di debutto «Good Charlotte», ora sembrano orientati verso un garage-rock dalle aperture più melodiche. Una tendenza avviata dal secondo album «The Young And The Hopeless» del 2003 che, grazie al successo di singoli come «Anthem» e «Lifestyles Of The Rich And Famous», vende oltre 4 milioni di copie. Così, impongono un modello di band globale in grado di operare su diversi terreni: acclamati al Saturday Night Live, si lanciano nel mondo della moda con marchi di abbigliamento e una linea di giocattoli, mettono in piedi un' etichetta tutta loro, la DC Flag.
Ispiratisi per il loro nome a un romanzo di Carol Beach York intitolato "Good Charlotte: the girls of good day orphanage", in America, in una decina d' anni, hanno venduto la bellezza di nove milioni di album. Un traguardo che ha permesso al gruppo di continuare imperterrito per la sua strada e infischiarsene dei pareri dei critici, che lo hanno spesso additato addirittura come una trash band: letteralmente "band spazzatura", ossia costruita apposta per badare più agli incassi che alla musica. Il perché di un simile giudizio, in parte, va forse rintracciato in certi atteggiamenti e trovate del leader Joel Madden. 27 anni, voce del gruppo e con il fratello Benji (alla chitarra) fondatore nel 1996 della band, è lui infatti il vero idolo delle ragazzine: con pose maliziose, tra il romantico e il ribelle, e un look stereotipato, tanto dark e tutto tatuaggi.
E sempre di Joel è stata l' idea, alcuni anni fa, di legare con successo il suo nome a una linea di abbigliamento e di giocattoli. Ma, a parte queste trovate, anche se non si tratta certo degli U2, ai Good Charlotte va almeno riconosciuto il merito di essersi conquistati il pubblico soprattutto con la forza e l' energia delle loro canzoni. I blog dei siti internet specializzati in musica sono colmi di messaggi di fan tra i dieci e i vent' anni. Questo spiega anche perché, ogni loro concerto, per i fan è soprattutto un' occasione per pogare e divertirsi, sfoggiando un look molto simile. Poco importa quale sia la moda del momento, per sentirsi bene ai "charlotte kids" - come si definiscono i fan - bastano un paio di sneakers consumate, jeans stracciati, ciuffo ribelle e magari pure qualche spilla punk appuntata sul taschino. (Tratto da un articolo di Repubblica)