Incontri per Ginnastica a domicilio a Parma
dal 01 al 30 maggio 2009
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“Lo scopo della GAD è quello di riportare sul territorio persone anziane che, per vari motivi, hanno progressivamente ristretto il loro mondo alle quattro mura di casa e rinunciato gradualmente al proprio corpo. Tramite la fune lanciata dalla Ginnastica Dolce a domicilio si cerca, poco a poco, di fare il percorso a ritroso, fi no a fare riacquisire loro fiducia nelle proprie capacità e maggiore autonomia, contemporaneamente si cerca di riattivare la rete sociale in cui l’anziano era inserito in modo che sia pronta a riaccoglierlo in un momento così delicato”. Queste sono le parole si Sara Conversi, istruttrice UISP, operatrice GAD, che si dedica alle persone anziane e alla GAD in particolare con grande passione.
La GAD, ossia la Ginnastica A Domicilio, è una delle numerose iniziative per gli anziani che la UISP organizza e che cerca di incentivare anno dopo anno, sia per i buoni risultati fi nora ottenuti, sia per le sue fi nalità. La GAD è un programma di prevenzione che vuole intervenire su situazioni di chiusura instauratesi da pochi mesi e comunque non determinate dall’insorgenza di patologie o dall’aggravarsi di esse. È un’iniziativa rivolta alle persone che tendono a isolarsi a causa di situazioni e vissuti particolari, persone un po’dimenticate, che a volte hanno solo bisogno di qualche attenzione in più, di un sorriso, e di qualcuno che, con competenza, riesca a far riprendere loro l’uso e la coscienza del proprio corpo e una certa autonomia sociale. Il progetto GAD è stato accolto dall’Amministrazione Provinciale di Parma e in modo particolare dall’Assessore alle Politiche Sociali Tiziana Mozzoni. Ma cerchiamo di capire meglio in cosa consiste parlando un po’con Sara. Quali sono le figure che intervengono in questo progetto? Sono tre: l’anziano da riportare sul territorio, l’operatore GAD e l’accompagnatore. L’accompagnatore è una figura fondamentale per la riuscita dell’intervento. E’ un coetaneo (all’incirca) dell’anziano e sarebbe ottima cosa lo conoscesse già (magari un vicino di casa o un amico). L’accompagnatore ha inizialmente il compito di presentare l’operatore ed introdurlo nella casa dell’anziano, facendo da “ponte” fra i due, soprattutto quando da parte dell’anziano vi è un po’ d’iniziale e comprensibile diffi denza. L’accompagnatore resta insieme a loro a fare ginnastica, creando un microgruppo di lavoro così da eliminare l’idea di un lavoro a due o di un progetto “assistenziale” nel quale poi l’anziano rischierebbe di adagiarsi. Opposto è l’obiettivo GAD: favorire l’autonomia e il desiderio di indipendenza e consentire all’anziano di rientrare in una rete sociale di gruppo. Puoi brevemente riassumere le fasi in cui si snoda il percorso GAD? Le fasi sono essenzialmente quattro. La prima prevede l’ingresso dell’operatore e dell’accompagnatore in casa dell’anziano e la reciproca conoscenza. E’un momento importante perché si gettano le basi del rapporto su cui poi si innesterà tutto il lavoro dei mesi successivi. La seconda fase comprende tutti i 5-6 mesi in cui si svolge l’ora di ginnastica domiciliare due volte alla settimana; è il periodo in cui si cerca di far riprendere all’anziano confi denza e fi ducia nel proprio corpo e nelle sue capacità. La terza fase è il delicato momento in cui all’ora di ginnastica si sostituiscono delle brevi uscite a tre, per far riacquisire gradualmente familiarità con il territorio e con le persone che lo vivono, facendo per esempio un giro al circolo di quartiere, in parrocchia o dove già prima egli si recava. La quarta ed ultima fase prevede la “scomparsa” dell’operatore. Il protagonista del progetto GAD diventa l’accompagnatore che per un breve periodo cerca di coinvolgere l’anziano nelle sue attività, fornendogli un pretesto per continuare ad uscire ed incentivandone l’autonomia, in modo che per lui diventi normale il desiderio di uscire anche da solo, progettare uscite, progettare “vita”, senza più la necessità che ci sia qualcuno a coinvolgerlo o spronarlo. Quali sono i compiti dell’operatore GAD? Non sono altro che individuare le competenze motorie residue dell’anziano, capire quali sono le diffi coltà che ne ostacolano maggiormente il movimento e, attraverso la ginnastica, migliorarle. A seconda della persona che si ha di fronte dunque l’obiettivo potrà essere l’equilibrio, la forza, la memoria, la mobilità articolare, ecc... Che obiettivi avete raggiunto? Nei due comuni che hanno già aderito al progetto GAD (Fontevivo e Medesano) il primo obiettivo raggiunto è stato la riattivazione di 4 anziani su 6, la riconferma del progetto e la sua espansione. Oltre a continuare ad individuare anziani da inserirvi, sono stati creati ad hoc due corsi di ginnastica di gruppo per la terza età, sia a Pontetaro che a Felegara, per rispondere alla nuova richiesta di attività motoria che si è creata. Ciò è naturalmente un bene perché incentiva l’instaurarsi di stili di vita attivi, la prevenzione di disturbi dovuti all’ipomobilità e, dove già presenti, ne impedisce l’aggravamento. Inoltre offre importanti occasioni di socialità: insomma per la popolazione anziana è un miglioramento nella qualità della vita. Quali invece gli obiettivi che vi siete posti per il futuro? Sicuramente la diffusione del progetto in quanti più comuni possibile. Il progetto, sempre con l’appoggio dell’Amministrazione Provinciale e la collaborazione dei comitati anziani di quartiere, è in fase di attuazione in Parma città. Far conoscere quest’iniziativa è uno degli aspetti fondamentali per la sua realizzazione, per chi volesse informarsi o fornire nominativi di persone che ne potrebbero beneficiare, si può rivolgere al comitato UISP di Parma il giovedì dalle 9,00 alle 12,00 o ai comitati anziani di quartiere. Un’ultima domanda: perché diventare operatore GAD? Perché è un lavoro stimolante, ti arricchisce umanamente, è impegnativo e le sfide hanno sempre un loro fascino e perché ti da la possibilità di fare qualcosa di importante e utile concretamente.