From seed to pasta BOLOGNA
dal 30 giugno al 03 luglio 2008
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Dal 30 giugno al 3 luglio Bologna diventa la "capitale" mondiale della pasta e del grano duro. Sotto le Due Torri infatti si daranno appuntamento i massimi esperti internazionali della filiera del grano duro e della pasta (372 gli iscritti, in rappresentanza di 38 paesi), per confrontarsi sulle prospettive della coltivazione di questo cereale con particolare riguardo agli sviluppi della ricerca. L'occasione é data dal convegno  internazionale "From seed to pasta" organizzato dalla Società produttori sementi, dai centri di ricerca internazionali Cimmyt e Icarda, con il sostegno della Fondazione cassa di risparmio, della Regione Emilia-Romagna e di Barilla.
Il convegno é stato presentato in una conferenza stampa  presso la sede della Regione Emilia-Romagna. Sono intervenuti l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni, il direttore generale business unit pasta di Barilla Nicola Ghelfi, il direttore generale della Società produttori sementi Ercole Borasio, il presidente della Società produttori sementi Mauro Checcoli e Karim Ammar ricercatore del Cimmyt.
I mutamenti climatici (aumento della temperatura e siccità ) e l'aumento della domanda hanno portato negli ultimi dodici mesi a un clamoroso aumento dei prezzi del grano duro e, di conseguenza, di quelli della pasta. Per questa ragione diventa fondamentale la ricerca , che la Regione sostiene, insieme alla Fondazione cassa di risparmio, con cinque progetti . Tra questi il più importante é sicuramente il progetto internazionale "Genomica grano duro" per la selezione di varietà in grado di resistere alla siccità a allo scarso apporto di azoto e che vede, accanto alla Società produttori sementi di Bologna, il Dipartimento di scienze e tecnologie agroambientali dell'Università di Bologna, dal Cimmyt (Messico), dall'Icarda (Siria) due dei più importanti centri di ricerca internazionali impegnati nel miglioramento genetico del grano duro.
Di stretta attualità é anche il progetto per selezionare varietà di frumento tenero idonee alla produzione di bioetanolo . Il progetto "Fusariosi ", punta invece a selezionare varietà di grano tenero più resistenti a questa patologia della spiga che porta all'accumulo di micotossine dannose per la salute umana. Salubrità in primo piano anche con il progetto che si propone di aumentare nel  grano tenero e duro il contenuto di  amilosio, una delle due componenti dell'amido di frumento, con benefici in termini di riduzione dell'indice glicemico e per la flora batterica intestinale in grado di contribuire a prevenire l'insorgenza del cancro del colon. Il quinto progetto, rivolto al grano tenero, si propone invece di selezionare varietà  più idonee alla produzione di croissanteria di qualità . Â
Aumenta la produzione di grano duro di qualità in Emili-RomagnaUn aumento delle superfici coltivate del 44% in un anno, e di oltre il 100% in due anni, una produzione stimata per il 2008 superiore a 400 mila tonnellate, che colloca la regione tra le prime in Italia. A fronte di un mercato mondiale dei cereali caratterizzato da forti tensioni e  da uno crescente squilibrio tra domanda e offerta, l'Emilia-Romagna si candida a diventare una delle regioni leader nel mondo nella produzione di grano duro di alta qualità , recuperando una vocazione alla  coltivazione di questo cereale che in passato l'ha vista raggiungere risultati importanti.
Alla radice di questa ripresa produttiva, oltre all'andamento dei prezzi, vi é l'alleanza tra Regione, Barilla, il maggior utilizzatore mondiale  di grano duro per l'industria della pasta, e mondo agricolo. Si tratta dunque di un approccio di filiera, un sistema organizzato dalla selezione del seme fino alla produzione della pasta. Questa alleanza nel 2006 ha  dato vita ad un primo accordo quadro  per il conferimento di 30 mila tonnellate, poi triplicate in 100 mila con il secondo accordo relativo alla campagna 2007-2008.Â
Le ricadute positive delle due intese sono molteplici sia per la Barilla, che in questo modo può disporre di grani di qualità prodotti in Italia e ridurre così la sua dipendenza dall'estero, sia per le aziende agricole che possono programmare le proprie coltivazioni nella direzione di quanto richiesto dal mercato ottenendo un'adeguata remunerazione. Nè va dimenticata la possibilità che proprio tale tipo di accordi, regolarizzando l'approvvigionamento, possano contribuire a stabilizzare i prezzi.