Ritorna la poesia di Francesco Guccini a Bologna
il 03 dicembre 2011
vedi sulla mappaCasalecchio - Bologna Altro
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Dopo 11 anni torna al Palarossini Francesco Guccini l'8 aprile 2011 con inizio alle ore 21.15. Il tour prevede solo 4 date e segue la pubblicazione del disco avvenuta a fine 2010.
Le date:
11 giugno Lecce, Lecce Fiere- Piazza Palio
18 giungo Carbonia, Piazzale Miniera di Serbariu
1 luglio Lucca, Piazza Napoleone - Lucca Summer Festival
3 settembre Passariano di Codroipo, Villa Manin
9 settembre Mantova, Palabam
11 novembre Varese, Palawhirlpool
3 dicembre Casalecchio di Reno (Bo), Futurshow Station
Francesco Guccini nasce a Modena il 14 giugno 1940, ma a causa della guerra trascorre l’infanzia e parte dell’adolescenza nel paese dei nonni paterni, Pàvana, località dell’Appennino Pistoiese, al confine con il territorio bolognese.
Frequenta l’Istituto magistrale a Modena e la Facoltà di Magistero Lettere a Bologna, città nella quale si trasferisce nel 1960.
Fa per due anni il cronista alla Gazzetta di Modena ed insegna per vent’anni lingua italiana al Dickinson College, scuola off-campus, con sede a Bologna, dell’Università della Pennsylvania.
Comincia a suonare e a scrivere canzoni alla fine degli anni cinquanta: “Musicalmente sono nato nel 1957, con una chitarra avuta in regalo, composi le prime canzoni quasi subito…”.
Ha alle spalle la realizzazione di 22 Album e può contare, in Italia, su un seguito consolidato in quarant’anni di attività.
Il debutto in proprio, Folk Beat n°1, avviene nel 1967 a nome Francesco, senza il cognome Guccini, ma con canzoni che si presentano da sole, a partire da Noi non ci saremo e Auschwitz (La canzone del bambino nel vento), con le quali entra nella storia della musica italiana dalla porta principale; altri pezzi degni di nota sono Statale 17, Il sociale e l’antisociale e Canzone per un’amica (In morte di S.F.) che ancora oggi battezza ogni concerto del “Maestrone”.
Nel 1970 è la volta di Due anni dopo (registrato nell’autunno del ’69), album dai toni inquieti ed esistenziali. Il centro narrativo del disco è il tempo che passa e la vita quotidiana analizzata nella dimensione dell’ipocrisia borghese.
Sempre nel 1970 viene pubblicato L’isola non trovata, in questo album collaborano per la prima volta con lui il pianista Vince Tempera e il batterista Ellade Bandini, che ancora oggi lo accompagnano nei concerti.
Il vero salto artistico e qualitativo arriva nel 1972 con Radici, dove ogni brano è una piccola perla:
Radici, Piccola città, Incontro, Canzone dei dodici mesi, Canzone della bambina portoghese, Il vecchio e il bambino e la mitica Locomotiva.
Il filo conduttore dell’album è l’eterna ricerca delle proprie radici, testimoni della continuità della vita.
Nel 1973 è la volta di Opera buffa, registrato all’Osteria delle Dame e denso di scherzi musicali,mostra l’aspetto più giocoso di Guccini.
Stanze di vita quotidiana (1974) torna a puntare tutto sulla riflessione e sull’intimismo.
Il successo commerciale arriva nel 1976. È l’anno di Via Paolo Fabbri 43, disco che entusiasma e commuove: L’avvelenata sputa rabbia e orgoglio, Piccola storia ignobile racconta il dramma dell’aborto, Via Paolo Fabbri è un’astratta descrizione della sua vita bolognese.
L’album successivo, pubblicato nel 1978, è Amerigo, la cui canzone più famosa è Eskimo, ritratto dei sogni di una generazione. Tuttavia, Guccini stesso intravede il momento più riuscito nel brano
Amerigo, una ballata in cui mette a confronto l’America sognata e quella vissuta con gli occhi dello zio emigrante.
Nel 1979 esce Album Concerto, un live realizzato con i Nomadi, primo disco in cui compare nelle vesti di coordinatore artistico, Renzo Fantini.
Guccini apre gli anni Ottanta con Metropolis (1981), album dedicato a città con una storia e una forte valenza simbolica (Bisanzio, Venezia, Bologna, Milano).
Il successivo disco, Guccini (1983), tratta le stesse tematiche del precedente, soprattutto il tema del viaggio e del disagio metropolitano. Un brano “classico” è Autogrill, canzone sospesa tra mistero e irrealtà che narra di un amore solo sfiorato.
Segue, nel 1984, il live Fra la via Emilia e il West, fedele registrazione del trionfale concerto in Piazza Maggiore a Bologna.
Il 1987 è l’anno di Signora Bovary, un album di stampo intimista, dove le varie canzoni sono dei ritratti di personaggi della vita dell’Autore: Van Loon è suo padre, Culodritto è la figlia Teresa.
Gli anni Ottanta terminano con un altro disco dal vivo, Quasi come Dumas (1988) con l’aggiunta dell’inedito Ti ricordi quei giorni.
Quello che non… (1990) battezza il nuovo decennio. La negazione fotografa l’andamento di una questione sentimentale, ma anche la dissoluzione di certi ideali sociali e politici.
Nel 1993 si torna a volare. Parnassius Guccinii (dal nome dell’omonima farfalla a lui dedicata) è l’ennesimo grande album (targa Tenco), dove spiccano canzoni come Samantha, storia di un amore non realizzato, Canzone per Silvia, dedicata alla Baraldini, Nostra Signora dell’Ipocrisia, atto d’accusa contro la televisione e soprattutto Farewell, bellissima ballata dell’amor perduto.
D’amore di morte e di altre sciocchezze esce nel 1996. La morte è in Lettera, struggente dedica agli amici Bonvi e Victor Sogliani; ne Il matto e ne Il caduto. Le sciocchezze vivono ne I fichi. L’amore inonda il resto dell’album e trova il suo apogeo in Vorrei e in Cirano, su cui soffia il vento forte dell’epica.
Con il disco Guccini Live Collection (1998), 27 successi dal vivo, si chiudono gli anni Novanta. Le canzoni sono state registrate in momenti assai diversi tra loro, nell’arco di oltre dieci anni di ininterrotte tournée.
Nel 2000, sorgono le Stagioni del cuore, quelle che Guccini da sempre mette in calendario, perché accorda il ritmo del tempo alla melodia delle emozioni e dei sentimenti. Da ricordare canzoni come Stagioni, Addio, Don Chisciotte, E un giorno. Il brano Ho ancora la forza è scritto insieme a Luciano Ligabue.
L’album successivo, Ritratti (2004), è caratterizzato da emozionanti “quadri metaforici” che rappresentano uomini entrati nella Storia per volontà o loro malgrado: Ulisse (Od?sseus), Che Guevara (Canzone per il Che), Colombo, Carlo Giuliani (Piazza Alimonda).
Nel 2005 esce il disco dal vivo Anfiteatro Live, registrato l’anno precedente nell’anfiteatro di Cagliari. Il doppio CD è accompagnato da un DVD che ripropone integralmente il medesimo concerto.
Nel 2006 viene pubblicata la raccolta tripla celebrativa dei suoi 40 anni di carriera, The Platinum Collection, contenente 47 grandi classici della sua discografia.
Per assistere ad un suo concerto accorrono a migliaia, e, per uno spettacolo dove non esiste alcun effetto scenico, dove l’unica cosa che conta è il rapporto che si stabilisce fra pubblico ed interprete, non è cosa da poco. La sua musica spazia, attraversando tutte le generazioni.
Gli adolescenti, gli adulti e gli anziani, ognuno è alla ricerca di qualcosa di diverso e trova all’interno delle sue parole e della sua musica un proprio privato e sottile spazio identificativo. Ama considerarsi appartenente alla famiglia dei cantastorie dai quali ha ereditato una tecnica raffinata nella costruzione dei versi delle sue canzoni, unica nel suo genere.
E’ stato considerato a lungo il cantautore politicizzato per eccellenza. E questo è una specie di equivoco alla creazione del quale hanno contribuito in modo determinante eventi storici che facevano sì che ogni affermazione venisse interpretata alla lettera, con l’occhio (e l’orecchio) di quei tempi.
Guccini è certamente “politico”, ma nel senso lato del termine. Politico è il suo modo di raccontare le cose, mai, o quasi mai, avulse da una realtà che dal particolare (necessariamente) può, anche arrivare all’universale. Politico è il suo modo di poetare (meglio sarebbe dire narrare, essendo probabilmente Guccini un narratore, non un poeta) strettamente legato ad una forma dubitativa espressa attraverso una velata ironia che è una delle caratteristiche più interessanti di Guccini. Il ma, il forse, l’oppure cui ricorre ampiamente nelle sue canzoni servono a stemperare le sue affermazioni, che, più che tali, sono invece pensieri suscettibili di diverse interpretazioni.
Esiste, come si sa, anche un Guccini scrittore di successo.
Il suo primo libro “CRONICHE EPAFANICHE”, autunno 1989, è diventato un best-seller.
Nell’autunno del 1993 un altro successo letterario, “VACCA D’UN CANE” edito da Feltrinelli.
Escono poi per Mondadori, scritti con Loriano Macchiavelli: nel 1997 “MACARONI ”, nel 1998 “UN DISCO DEI PLATTERS” – nel 2001 “QUESTO SANGUE CHE IMPASTA LA TERRA”, nel 2002 “LO SPIRITO E ALTRI BRIGANTI” e nel 2007 “TANGO E GLI ALTRI”.
Escono inoltre: nel 1993 “RACCONTI D’INVERNO”edito da Mondadori, nel 1996 “LA LEGGE DEL BAR E ALTRE COMICHE” edito da Comix, nel 1998 il “VOCABOLARIO DEL DIALETTO PAVANESE” edito da Nuèter.
Esce nel novembre 2000 edito da Einaudi il cofanetto libro e video “PAROLE E CANZONI” con i testi dell’intera produzione discografica dell’artista. Nel 2001 il racconto “La Cena” di Francesco Guccini viene inserito nell’antologia “Racconti Italiani del Novecento” edizione i Meridiani di Mondadori.
Nel 2003 viene pubblicato “CITTANOVA BLUES” edito da Mondadori, nel 2005 “L’UOMO CHE REGGEVA IL CIELO” racconti di montagna dalla libreria Dell’Orsa di Pistoia.
Nel 2008 esce “ICARO”, una raccolta di sette racconti, edito da Mondadori. Nel 2010 esce la biografia “NON SO CHE VISO AVESSE”, Mondadori.
Numerosi sono i premi e i riconoscimenti ricevuti nella lunghissima carriera dal Maestrone.
Nel 1975, nell’ambito della Rassegna della canzone d’autore del Club Tenco, riceve il Premio Tenco.
Non è certo un caso che Guccini venga oggi studiato nelle scuole come esempio di “poeta” contemporaneo e che gli sia stato conferito nel 1992 il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la sezione “Versi in Musica”.
Il 21 ottobre 2002 le Università di Bologna – Modena e Reggio Emilia gli conferiscono la laurea ad honorem in Scienze della Formazione.
Il 26 maggio 2004 Guccini è stato insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Il 27 settembre 2010, ha ricevuto dal Comune di Bologna il premio Nettuno d’oro e il premio della Provincia per “il ruolo di primo piano svolto con generosità in questi anni nel panorama culturale italiano e bolognese”.
Il 28 settembre 2010, è stato pubblicato il suo ultimo best, Storia di altre storie per EMI contenente il brano inedito Nella giungla.
«Quella di Guccini è la voce di quello che un tempo si diceva il “movimento”. Oggi, semplicemente una voce di gioventù. E cioè di granitica coerenza con il proprio linguaggio e pensiero. Nella sua opera c’è un discorso interminabile: sull’ironia, sull’amicizia, sulla solidarietà» (Dario Fo)
“Guccini è forse il più colto dei cantautori in circolazione: la sua poesia è dotta, intarsio di riferimenti…” (Umberto Eco)