FoodVision Bologna
dal 26 ottobre al 07 novembre 2009
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I punti di tangenza tra la tematica dell’alimentazione e l’universo dell’arte sono numerosi ed estremamente vari; il progetto FOODVISION intende indagare questo vasto panorama attraverso l’utilizzo del medium fotografico.
La fotografia, infatti, grazie alla sue caratteristiche intrinseche, unite agli sviluppi della tecnologia digitale, si presta in maniera ottimale a ritrarre l’evoluzione e i cambiamenti che investono la concezione del cibo nella cultura occidentale contemporanea.
I singoli percorsi di ricerca, intrapresi dagli studenti del corso di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, costituiscono un quadro complesso e multisfaccettato, al cui interno, tuttavia, è possibile individuare alcune linee di tendenza generali che illustrano il punto di vista di un gruppo di artisti eterogeneo, ma accumunato dall’appartenenza ad una medesima fascia generazionale.
Gli argomenti ricorrenti che hanno influito sullo sviluppo dei lavori spaziano dal concetto di “sicurezza alimentare”, analizzato attraverso inusuali accostamenti visivi e sottili giochi di illusioni ottiche, fino al repertorio pubblicitario al quale numerosi giovani artisti ammiccano in modo ironico; strettamente inerente a questo contesto è anche il filone di fotografie che esplorano la problematica dei disturbi alimentari, avvalendosi di soluzioni altamente suggestive e poco convenzionali; i rituali legati alla preparazione e al consumo delle pietanze hanno ispirato alcune delle immagini esposte in mostra, il cui intento è proprio quello di dare risalto a gesti che appartengono alla sfera del quotidiano, sul versante opposto, troviamo un gruppo di visioni che evocano una dimensione immaginifica e fiabesca in cui il cibo assume straordinari colori sgargianti e forme bizzarre; infine, concludono la raccolta due video che sfruttano le potenzialità del mezzo fotografico attraverso la tecnica dello stop-motion.
FOODVISION, inoltre, si configura come un work in progress che, nel corso dell’anno accademico, si accrescerà di ulteriori contributi in grado di fornire nuove prospettive su differenti aspetti della tradizione gastronomica italiana.
Nata dal percorso di ricerca sulla sicurezza alimentare, intrapreso dagli studenti del corso di fotografia dell'Accademia di Belle Arti di Bologna durante il corrente anno accademico, la mostra presenta una piccola selezione da un repertorio di lavori più vasto. La scommessa iniziale era proporre ai giovani allievi la realizzazione di elaborati fotografici per indagare i multiformi e spesso contraddittori messaggi che accompagnano il cibo e l'immaginario culturale che la nostra società gli attribuisce.
Obiettivo non secondario era anche il cercare di fare una ricognizione su come dei giovani artisti si ponessero davanti al problema della rappresentazione di una quotidianità fatta di scelte più o meno consapevoli, abitudini e comportamenti spesso dominati da un immaginario di tipo prevalentemente pubblicitario. Senza posizioni precostituite ci si è trovati, quindi, a produrre una serie di fotografie che offrono un inaspettato e sorprendente panorama di punti di vista e scelte estetiche, che si discostano significativamente da una immagine del cibo e dei rituali ad esso connessi a cui l'iconografia più convenzionale ci ha abituati.
Sappiamo bene come attorno all'alimentazione nella nostra società occidentale si combattano quotidianamente aspre battaglie tra la ricerca del piacere alimentare e la sua contemporanea negazione. Diete, prescrizioni mediche dagli intenti salutistici. Il cibo è anche luogo dell'inganno, dove non tutto è come sembra. Il genuino, l'originale, opposto al contraffatto o all'artificiale sono anch'essi territori dai confini spesso incerti. Il cibo come metafora di una posizione sociale, di una moda o di un disagio sociale, il suo essere merce. La natura, il naturale opposto alle sovrastrutture culturali e consumistiche.
Il linguaggio delle etichette, il packaging, il contenitore e il suo improbabile contenuto. Promesse mantenute o spesse volte tradite. Il ritmo del cibo, la velocità o la lentezza nel consumarlo.
Questi sono solo alcuni dei temi più frequenti emersi nelle riflessioni e nei lavori fotografici prodotti. Temi di indubbia attualità che hanno sollecitato proposte creative estremamente diversificate, ma tutte di grande spessore evocativo e, non raramente, anche di grande impegno civile e culturale.
Il cibo e l'alimentazione come grande contenitore di molti immaginari collettivi e privati.
Luogo che si presta perfettamente alla trasmissione di valori culturali ed estetici.