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Flauto Magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio

il 12 febbraio 2010

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Senigallia Ancona Altro

Descrizione dell'Evento

Chissà cosa ne pensa lui. Se assomiglia davvero all'Amadeus dell'omonimo testo teatrale di Schaffer (e celebrato film di Forman), be', Wolfie ha già da un pezzo (dal debutto a Lione) sghignazzato scuotendo la parrucca, molto compiaciuto di questo “Flauto magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio” che sarà alla Fenice di Senigallia venerdì alle 21, in esclusiva regionale

Un'orchestra ormai leggendaria, un crogiolo anticonformista di stili e di contributi, di lingue e di tradizioni, di ritmi multietnici, è simbolo, oltre che dell'accoglienza e della tolleranza, dell'armonia celestiale, anzi terrena, che la fusione e il dialogo tra etnie porta con sé.
Se poi il cimento è provocare Mozart, l'entusiasmo e l'aspettativa superano i livelli di guardia. E sentirne parlare da Leandro Piccioni, colui che con lo stesso fondatore dell'Orchestra, Mario Tronco, ha compiuto sulla carta il gesto di “giocare” con la partitura dell'opera, significa entrare in un mondo musicale che tenendo per mano il classico si proietta nel vero mondo globale, fatto nonostante tutto di carne e sangue, e lo sintetizza.
Adattamento e variazioni tematiche, tagli e integrazioni, con molta libertà, dello spartito, lasciando che tutte le tipicità delle nostre componenti musicali avessero voce, che ogni tradizione e sfumatura di gusto entrasse a colorare la musica”. Quella di Leandro Piccioni non è la voce di un hacker musicale, ma di un appassionato del testo di Mozart che ha accettato una sfida. “E in mezzo agli arrangiamenti della musica del Flauto, emergono anche pezzi nostri originali”.
Una bella faccia tosta, che improntitudine misurarsi con Mozart proprio in un testo monumentale come questo... “Le mie perplessità dell'inizio, in realtà, sono state oscurate dall'affiatamento con Mario, e dalle possibilità che la musica di Mozart offre di essere percorsa, letta, dalla sua trasparenza, eleganza senza oscurità...”. Dunque il merito è in gran parte di Mozart. “E della reale impronta popolare della sua musica”. E lo stesso Mario Tronco ripete spesso: “Insomma è come se avessimo trascritto la tradizione orale di Mozart così come si è di volta in volta e di paese in paese trasformata, nel suo viaggio tra le genti”. Ben detto! Insomma la loro elaborazione multiculturale equivale al processo che quest'opera avrebbe subito se avesse girato per le trattorie e tra le bande comunali di vari paesi del mondo: si sarebbe modificata naturalmente. Così, appunto.
Leandro Piccioni, che segue l'Orchestra di Piazza Vittorio dalla sua nascita nel 2002, suona in scena il suo pianoforte come guest star, accanto a Petra Magoni, la strepitosa vocalist che non ci vuole molto a indovinare che interpreta la Regina della Notte, a Ernesto Lopez Maturell nel ruolo di Tamino, vent'anni di spericolatezza, al Sarastro di Carlos Paz, un cantante che – dice Piccioni – a forza di frequentare sciamani, ha anche lui qualcosa dello sciamano.
Il segreto di questo Flauto? “Il fascino della fiaba, trasversale a tutte le età. E poi, il significato politico e sociale dell'Orchestra, la sua carica umana che trabocca in tutto ciò che porta in scena” (Fonte Corriere Adriatico del 10/2/2010 di Lucilla Niccolini)

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