Festival "Le Voci dell'Anima" a Rimini
il 24 ottobre 2010
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HAMBURGER
testo
Leonardo Losavio e D. Francesco Nikzad
in scena
Roberto Galano
voci fuori campo
Giuseppe Rascio, Annamaria Casamassima
elementi scenici
Michele Ciuffreda
boxing Coach
Stefano Pompilio
editing audio
Roberto Moretto JRStudio
regia
Roberto Galano
“…Non si sale sul ring senza un buon motivo, e io ne ho almeno due. Il primo è la rabbia. Mi scorre nelle vene,lungo le braccia, arriva nei pugni. E’ il mio ossigeno. E’ quello che mangio, che bevo. Non posso farne a meno.
Amo stare qua sopra. E’ tutto il mio mondo. Un quadrato di luce e, attorno, il nulla….” “…Il secondo motivo,invece, è Dante. E’ per colpa sua se sono qui.”
Hamburger è un personaggio all’apparenza violento, antipatico, malato. La rabbia gli scorre nelle vene, come un mare in tempesta, come una centrifuga. Non è un modo per scappare dalla realtà, è la sua ragione di vita, la sua patologia, l’unico modo che ha per far sentire la sua voce. La sua vita, come quella di tanti ragazzi di provincia, è stata condizionata da eventi poco fortunati che ne hanno condizionato la crescita in una società che lo ha messo ai margini, che non lo vuole. Dante è la sua ancora di salvezza. L’unico che non lo giudica, che va oltre le apparenze, che forse può ancora aiutarlo a non affogare nel suo male.
“Lo spettacolo si basa sulla storia di un ragazzo affetto da Disturbo Esplosivo Intermittente, che sin dall’adolescenza mostra un carattere eccessivamente violento, che lo porterà, dopo una serie di eventi negativi ad affrontare il riformatorio, fino all'incontro con un terapeuta, che, scoperta la sua patologia, lo indirizzerà verso la boxe….”
Il linguaggio usato nel testo e nella drammaturgia è frutto di uno studio e di una sperimentazione ben precisa, ossia il tentativo di rendere la comunicazione assolutamente diretta e senza “voli e orpelli stilistici” tipici delle drammaturgie sperimentali, un linguaggio, dunque, figlio della strada e delle condizioni di disagio sociale in cui versa il protagonista della storia, al fine di porre lo spettatore davanti ad una realtà raccontata con l’immediatezza linguistica propria del cinema, e con l’affabulazione e l’intensità che solo una performance “viva e dal vivo” può rendere.
L’attore protagonista Roberto Galano si è sottoposto ad un reale allenamento pugilistico per 3 mesi, in una palestra poco conosciuta della città, seguito da un ex nazionale di pugilato, ora allenatore, Stefano Pompilio, che gli ha insegnato tutti i rudimenti della “nobile arte” necessari a rendere la comunicazione della storia il più possibile attinente alla realtà.