Eugenio Scigliano Casanova
il 05 febbraio 2010
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Certo evocativa. E stimolante, per chi si esprime con il linguaggio della danza.
Casanova è, infatti, facilmente traducibile nell'arte del gesto perché, oltre che a parole (la sua celebre biografia), si è molto espresso e raccontato con il corpo per il suo sfrenato erotismo, ma anche per le dinamiche delle sue fughe rocambolesche e i suoi viaggi e duelli.
La sfida di interpretare la figura dell'Avventuriero veneziano e di una società al tramonto è oggi colta da Eugenio Scigliano, invitato da Aterballetto ad immaginare un lavoro a serata il primo della sua carriera per la compagnia emiliana. Con questa commissione Aterballetto conferma la sua vocazione a valorizzare la migliore coreografia italiana e il consolidamento di un repertorio che, accanto alla figura portante di Mauro Bigonzetti, poggi a sempre più su un ampio ventaglio di autori nostrani.
Un lavoro nel quale la cifra elegantemente dinamica, ma allo stesso tempo eloquente del giovane autore affida principalmente alla danza/danza nervosa, spettacolare, espressiva e atleticamente esigente il compito di evocare il mondo in cui si mosse Casanova. Nel riproporre il fascino indistruttibile dell'eroe negativo, il coreografo sottolinea, oltre le apparenze, l'ineluttabile destino di solitudine dei personaggio: una immagine di effimero vincente che nasconde la sua condizione di disperato perdente.
La sua personalità e l'atmosfera dei suo tempo verranno quindi riproposte attraverso dettagli stilistici visivi e semplici elementi scenografici. Questa scelta di operare su un piano tutt'altro che oleografico e didascalico, costruendo un linguaggio espressivo astratto, ma attinente ad emozioni, atmosfere e sentimenti dei simbolo protagonista, costituisce un forte stimolo e rende ottimale il rapporto creatore interprete.
Circondato da una scenografia essenziale, ma chiaramente simbolica, dominata da un grande specchio, su musiche settecentesche accuratamente selezionate per rimandare ai ritmi dei periodo e valorizzare l'intricato scambio tra alto e basso tipico di quella cultura, il Casanova di Scigliano diventa emblema di una leggerezza dei vivere ai bordo dei precipizio, tratteggiato attraverso episodi cardine tratti dalla sua vita e trasformati dalla interpretazione coreografica. Il gioco della seduzione, come le modalità della vita cavalleresca tra gioco d'azzardo, duelli e cerimoniali aristocratici sono spunti per inventare situazioni teatrali leggibili e spettacolari, ma anche letture amare e disincantate di una solitudine esistenziale nella quale è facile anche oggi ritrovarsi.
Una prima traccia drammaturgica immagina un inizio con il protagonista Casanova davanti ai grande specchio sul fondale che ci introduce nel mondo più intimo dei personaggio, solo con la propria immagine, carico di ricordi di una vita colma di avventure quanto di amarezze. Su questa linea di ricordi si sviluppano le sequenze dei balletto, con alcuni momenti descrittivi ed altri astratti, costruendo emozioni ed atmosfere con un linguaggio coreografico contemporaneo.
Questo susseguirsi serrato di sequenze sfocerà in un epilogo che riporterà all'immagine iniziale ma moltiplicata, con tanti Casanova che salutano con un inchino sempre riflesso dai grande specchio centrale, un mondo che hanno pensato di sedurre senza riuscire a farne parte.