Mostra Eugenio Carmi Ravenna
dal 28 agosto al 25 ottobre 2009
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FORME pure e bidimensionali, immagini nelle quali la forma ‘ideale’ è rappresentata dal rettangolo; predominanza dei colori primari. Molto in sintesi sono questi i parametri entro i quali si muovono gli artisti dell’astrattismo geometrico, a partire da Piet Mondrian. Fra i più sensibili interpreti contemporanei di questa ‘corrente’ lanciata in Italia dai cosiddetti ‘astrattisti comaschi’, c’è Eugenio Carmi. E il Museo d’Arte della Città di Ravenna dedica all’artista genovese, classe 1920, una bella mostra curata da Claudio Cerritelli; negli spazi della Loggetta Lombardesca è esposto un centinaio di opere che ne documentano il percorso creativo, a partire dagli anni degli studi sotto la guida di Felice Casorati, con ritratti e paesaggi realizzati alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso. Un selezionato gruppo di opere realizzate tra il 1958 e il 1963 mette in luce la ricerca sul segno e sul valore tattile delle materie che Carmi elabora in sintonia con gli umori dell’informale, vissuti come «appunti del nostro tempo», percorsi e tracce della memoria rivolte al futuro.
IN QUEGLI ANNI, per altro, durante la sua lunga esperienza di grafico, è anche responsabile dell’immagine dell’Italsider e l’incarico stimola nuove ricerche estetiche; un primo imprimatur alla qualità della sua arte arriva nel 1966, con l’invito alla Biennale di Venezia. Ha poi esposto in tutto il mondo, oltre ad avere illustrato tre favole di Umberto Eco (La bomba e il generale, I tre cosmonauti, Gli gnomi di Gnù), pubblicate in Italia da Bompiani e in molti altri Paesi del mondo.
Il Ministero francese dell’Educazione Nazionale le ha selezionate per le biblioteche e le scuole di Francia. Sempre negli anni Settanta ha insegnato anche all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, oltre che in quella di Macerata. «La mia ricerca? Confesso — commenta l’artista — che non mi accorgo di ricercare qualcosa, io sono un fabbricante di immagini, mentre le fabbrico le guardo, e mentre le guardo esse devono darmi piacere». In occasione della mostra, che resterà aperta fino al 25 ottobre, è stato pubblicato un catalogo (edizioni Silvana) con introduzione di Claudio Spadoni, saggio critico di Claudio Cerritelli, riproduzione delle opere esposte e apparati bio-bibliografici.
(fonte resto del carlino di n.g. del 3/09/09)