Enrico Merlin e Debora Lombardo Quartet al PiacenzaJazzFestival
il 13 marzo 2010
vedi sulla mappaPiacenza Altro
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Enrico Merlin, musicista e storico della musica del '900, ha condotto diverse ricerche su Miles Davis, presentate in numerosi convegni internazionali e uno dei suoi studi è divenuto testo di riferimento per un corso della “Harvard University”. Ha collaborato con gli eredi di Miles Davis (prima discografia ufficiale), con il documentarista premio Oscar Murray Lerner (per il DVD “Miles at Isle of Wight)” e con diverse case editrici. E' stato, inoltre, curatore di due mostre multimediali su Davis. Come chitarrista e compositore lavora a diversi progetti in ensemble e in solo, dal jazz tradizionale (Tiger Dixie Band) alla contemporaneità. Ha collaborato tra gli altri con Lee Konitz, Maria Schneider, Carla Bley, Steve Swallow, Markus Stockhausen, Paolo Fresu, Claudio Fasoli. E' autore di colonne sonore per documentari, film e opere teatrali. E' direttore artistico del “Centro Didattico MusicaTeatroDanza” di Rovereto (TN) e del “NonSoleJazz Festival” (TN).
A Piacenza Merlin guiderà il pubblico in un interessante viaggio attraverso la "svolta elettrica" di una delle figure più carismatiche della cultura del '900, mediante ascolti guidati, aneddoti e racconti. Una presentazione divulgativa e fluida dell’opera letteraria di Enrico Merlin e Veniero Rizzardi “Bitches Brew - Genesi del capolavoro di Miles Davis” (Ed. Il Saggiatore, 2009), che esamina in modo minuzioso e dettagliato uno dei grandi capolavori della musica su disco, Bitches Brew, registrato nell’agosto 1969 nello Studio B della “Columbia” e uscito nel 1970, considerato una pietra miliare della musica contemporanea, per diverse ragioni. Bitches Brew era qualcosa di completamente nuovo, infatti, Miles Davis portò in studio un'"orchestra” senza precedenti di 13 solisti; con una sezione ritmica allargata e con qualche appunto sulla carta, dopo solo una serata di prove, in tre giorni e nove ore di registrazione nacque un disco la cui portata storica fu subito chiara. Fu, inoltre, il primo disco “d'oro” nella storia del jazz: con 400.000 copie vendute in due anni, ridefinì il campo della musica contemporanea e influenzò intere generazioni di musicisti e di ascoltatori. In ultimo, fu etichettato come il capostipite di un genere musicale che fondeva le sottigliezze improvvisative del jazz con l'energia del rock. Ma la vera, inaudita, novità stava nelle proporzioni, nel respiro formale di brani insolitamente estesi per venti e più minuti, frutto di un sapientissimo lavoro di postproduzione, di cui si è spesso parlato, ma che nel libro viene per la prima volta esaminato in ogni suo risvolto. Bitches Brew, punto di arrivo della sperimentazione modale e trampolino per nuove sperimentazioni sul versante dell'improvvisazione, dell'organizzazione del materiale musicale e di innovative tecniche di studio, è frutto di un lungo e complesso “negoziato” tra esigenze commerciali e strategie artistiche visionarie. Psichedelico e progettato come un'opera musicale innovativa, ma allo stesso tempo pianificato come un grande successo commerciale, fu, infatti, il risultato di una serie di esperimenti durati alcuni anni, durante i quali le intuizioni e la visione artistica di Miles entrarono in una fruttuosa tensione con gli interessi del suo editore; ma Davis poté sempre contare sulla sottile mediazione del produttore-compositore Teo Macero, che con grande sapienza compositiva assemblò e trasfigurò il materiale registrato, con un superbo lavoro di editing, tanto da risultare autentico co-autore accanto a Miles.
Consultando per la prima volta un corposo materiale d’archivio e i nastri originali delle sedute di studio (di proprietà della “Sony”), oltre alle innumerevoli carte raccolte da Teo Macero (conservate alla “Public Library for the Performing Arts” di New York), attraverso una cronaca accurata e completa delle fasi di preparazione, di registrazione e di postproduzione, Enrico Merlin e Veniero Rizzardi ricostruiscono la genesi dell’album, a partire da tutto quello che accadde prima di Bitches Brew, per far comprendere al lettore il percorso artistico e umano che portò Miles a raggiungere quest’inarrivabile traguardo. La storia di un disco diventa così storia della musica: il racconto va dal 1968 al 1970, gli anni in cui la musica di Davis conobbe forse l’evoluzione più interessante della sua intera carriera e si sviluppa a partire dagli ultimi mesi di vita dello storico quintetto con cui Miles lavorò nel corso degli anni sessanta, per concludersi con il trionfo nel tempio del rock dell'epoca, il “Fillmore East” di New York.
Alle ore 17.30, presso la “Piazza del Gusto” del Centro Commerciale “Gotico” di Piacenza, in Via Emilia Parmense 151, nell’ambito dell’iniziativa “Il Jazz al Centro”, collaterale al festival e organizzata in stretta collaborazione con la Direzione del Centro “Gotico”, è in programma il concerto del Debora Lombardo Quartet: Debora Lombardo, voce, sarà affiancata sul palco da Mario Zara al pianoforte, Michele Mazzoni al basso e Luca Mezzadri alla batteria (ingresso libero). Durante il concerto, il centro commerciale offrirà l’aperitivo a tutti i visitatori, per arricchire i momenti musicali con un ulteriore tocco di convivialità.
La vocalist riminese Debora Lombardo è una solida voce proveniente dal "pop" più raffinato, ma la sua passione per il canto jazz ne fa un'interprete di assoluta bravura, capace di reinterpretare standard e canzoni "più leggere" con maestria e pathos. Soprano Lirico Leggero, inizia lo studio del canto a 17 anni con il M° Roberto Coviello, noto nell’ambiente operistico e luminare della scuola di Rodolfo Celletti. Prosegue gli studi musicali a Pavia e in seguito quelli vocali come privatista sotto la guida del M.°Vincenzo Spatola, Baritono e illustre didatta a livello internazionale. La Lombardo ha all’attivo collaborazioni con il direttore d’orchestra e arrangiatore Gabriele Comeglio e con il trombettista Emilio Soana (con i quali ha avuto modo di esibirsi in alcune rassegne Jazz, tra le quali Voghera Jazz, Bergamo Jazz, “Jazz at the college” a Pavia) e con Ad Majora Group, Fabrizio Sforzini, Beatrice Baccarini, Ivano Maggi, Stefano Rogledi, Claudio Prada, Stefano Bertolotti, Fabio Franceschetti, Mario Zara, Stefano Bagnoli, Riccardo Fioravanti, Giulio Visibelli, Marco Ricci, Tullio Ricci, Gianni Azzali, Michele Tacchi, Claudio Guida, Fabio De March, Max Campanella, Filippo Rodolfi, Tito Mangialajo, Giacomo Lampugnani, Marcello Testa, Dionigi Turcinovich, Alex Carreri, Simone Lisino, BB Band, Loris Tarantino, Piero Orsini, Riccardo Bianchi, Massimiliano Alloisio, Loris Stefanuto, Rossolatino, Gendrickson Mena. Attualmente è impegnata artisticamente con diverse formazioni jazz: Il “Debora Lombardo Quartet”, il “Trio” e la “BB Band” (sei elementi), con la quale propone un repertorio swing che spazia dal classico standard ai brani più moderni e accreditati del genere. E’ solista del “Ticinum Gospel Choir” e con il pianista Mario Zara ha realizzato il progetto discografico “Through The Rain” (Ultrasound records, distribuito dalla Catfish), in cui sono presenti brani inediti scritti insieme dai due artisti, oltre a standard arrangiati in modo originale .
In occasione della rassegna “Il Jazz al Centro”, presso il Centro Commerciale “Gotico” sarà esposta ancora per pochi giorni una parte della mostra fotografica Fermoimmagine - Scatti dai precedenti Jazz Fest: immagini che bloccano un frammento di creatività o di relax dei tanti artisti intervenuti nelle sei precedenti edizioni del Piacenza Jazz Fest, scattate dai fotografi ufficiali della manifestazione. Le fotografie fanno parte di una “mostra quotidiana” allestita anche in vari altri punti della città.
Il programma ufficiale del Piacenza Jazz Fest, con le indicazioni relative ai contatti, ai biglietti e alle prevendite, è pubblicato sul sito “www.piacenzajazzfest.it”