Elektra di Richard Strauss
dal 13 al 14 febbraio 2010
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Per la prima volta a Ferrara, sabato 13 febbraio alle 20 e domenica 14 febbraio alle 16 va in scena al Teatro Comunale Elektra di Richard Strauss, secondo titolo della stagione Lirica 2009/2010.
A cinque anni dalla rappresentazione di Ariadne auf Naxos - che nel 2005 è stato il primo titolo di Strauss a essere rappresentato a Ferrara - il pubblico potrà assistere dunque alla messa in scena di un altro titolo straussiano, considerato uno dei capolavori del compositore tedesco e tra i capisaldi della letteratura musicale del Novecento. L’allestimento dell'opera rientra in un progetto di coproduzione guidato dalla Fondazione Teatro Comunale di Bolzano insieme alla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Comunale di Modena e Teatro Municipale di Piacenza.
Sotto la direzione di Gustav Kuhn si riuniranno due orchestre, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, per eseguire una delle partiture più imponenti della storia della musica. La regia è firmata da Manfred Schweigkofler, direttore artistico del Teatro Comunale di Bolzano; la concezione scenografica e i costumi sono di Hans-Martin Scholder, scene di Michele Olcese, luci di Andrej Hajdinjak.
Due cast, entrambi di rilievo, si succederanno nelle due repliche: alla prima di sabato 13 febbraio canteranno Anna Katharina Behnke (Elektra), Michela Sburlati (Chrysothemis), Mihaela Binder-Ungureanu (Klytämnestra) e Thomas Gazheli (Orest). Nella recita di domenica 14 febbraio gli stessi ruoli saranno interpretati da Elena Popovskaya, Maida Hundeling, Anna Maria Chiuri e Wieland Satter. Il cast è composto inoltre da Richard Decker, Igor Bakan, Elisa Maffi, Charlotte Soumeire, Arnold Bezuyen, Vito Maria Brunetti, Martina Bortolotti, Jelena Bodrazic, Monika Wäckerle, Anahita Ahsef, JaeHee Kim, Lara Martins, Bettina Block, Gloria Contin, Stefania Ferrari, Mariangela Lontani, Luisa Staboli, Vittoria Vitali.
Messa in scena a Dresda nel 1909, Elektra fu la seconda opera scritta da Richard Strauss che, con Salome quattro anni prima si era imposto anche come protagonista di questo genere musicale. Il libretto fu tratto da un precedente testo teatrale di Hugo von Hofmannsthal che rivisitava in chiave espressionista la tragedia di Sofocle, e inaugurò uno storico sodalizio artistico destinato a dare alla luce capolavori come Der Rosenkavalier, Ariadne auf Naxos e Die frau ohne Schatten. La cultura psicoanalitica di Hofmannsthal ripropone con raffinatezza l’antico mito di Elettra sotto la lente deformante del teatro tedesco di quegli anni e, sullo sfondo di una grecità demonica ed estatica, esplode la violenza barbarica delle passioni portando il linguaggio compositivo di Strauss ai suoi vertici più moderni ed estremi.
“Elektra - spiega Manfred Schweigkofler nelle note di regia - è un dramma da camera nevrotico che si sviluppa nel bel mezzo di una grande rivoluzione. L’opera si concentra su momenti di intimità che accadono nel corso di un importante periodo storico. Le vicende intime si realizzano all’interno, mentre fuori continua a scorrere il sangue della rivoluzione. In Elektra c’è quindi un mondo interiore e uno esteriore, un sopra e un sotto. Nel mondo superiore si collocano la corte, il potere, il cerimoniale, la pompa magna; in quello inferiore invece l’Ade, la visione e la vicinanza della morte”.