Edipo di Sofocle
il 03 aprile 2009
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Un progetto scenico che - contemporaneamente - permette all’Ente di proseguire la propria ricerca nel filone dei grandi classici e di continuare l’intenso e proficuo scambio con una struttura - quella del Teatro de Gli Incamminati - e con un protagonista della levatura di Franco Branciaroli, con cui sono stati già raggiunti importanti risultati con il recente allestimento di Vita di Galileo.
«In un mondo smarrito, minaccioso, delle cui ombre sentiamo costantemente l’incombere - commenta il regista - è emblematico rielaborare il percorso, dal buio verso la chiarezza che Edipo compie nella tragedia sofoclea: un percorso nella coscienza che allo stesso tempo è individuale, di intima analisi e collettivo, di grande profondità».
Scritta probabilmente nel 430 a.C., la tragedia si incentra sul mito di Edipo. Assassino del padre, sposo della propria madre e a sua volta padre di quattro frutti di un amore incestuoso... Edipo è sopraffatto da tali terribili rivelazioni e altresì deciso a sottomettersi alla più giusta punizione. Il mito di Edipo, dopo la celebre versione sofoclea, è stato in ogni tempo oggetto di rivisitazioni, dall’età medievale, rinascimentale, moderna, suscitando un interesse che non ha conosciuto soste. Ma è la contemporaneità che - soprattutto a seguito della lettura freudiana - ha donato più di ogni altro momento storico al mito edipico una centralità assoluta, nell’ambito scientifico come in quello delle arti e in particolare della letterature, del teatro di prosa musicale.
La vicenda di Edipo è infatti diventata il simbolo del legame dell’uomo verso i propri genitori un legame che si sviluppa fra gli opposti di amore e odio. Nel Novecento, il mito edipico diviene quasi archetipo di ogni dinamica drammaturgica del passato (lo si riconosce addirittura nell’Amleto di Shakespeare) e della scrittura coeva.
Anche se Freud e la sua concezione psicoanalitica sono stati fortemente discussi, tuttavia hanno dato il La ad una serie di riflessioni in cui hanno trovato origine fondamentali momenti della storia della narrativa e del teatro europei: fra essi i lavori di von Hofmannsthal,di Cocteau di Gide e di Eliot, fino ad arrivare a Pasolini
note: Nuova produzione -
con Franco Branciaroli
regia Antonio Calenda
scene Pier Paolo Bisleri
coproduzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia - Teatro de Gli Incamminati.
Laio, marito di Giocasta e re di Tebe, era afflitto dalla mancanza di un erede. Crucciato per questa insospettabile infertilità, consultò in segreto l'oracolo di Delfi, che gli spiegò come quella apparente disgrazia fosse in realtà una benedizione degli dei, dato che il bambino destinato a nascere dalla loro unione non soltanto l'avrebbe ucciso, ma avrebbe anche sposato la madre, essendo la causa di un seguito spaventoso di disgrazie che avrebbero provocato la rovina della casa. Sperando di salvarsi, Laio ripudiò la moglie senza darle spiegazioni di sorta. Ma ubriacatolo, Giocasta riuscì a giacere con lui per una notte che si rivelò fatale.