Il Don Giovanni Dramma Giocoso in due atti su libretto di Lorenzo da Ponte al Teatro Arena della Regina di Cattolica
il 29 gennaio 2011
vedi sulla mappaCattolica Rimini Altro
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DON GIOVANNI
Titolo originale: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527
Dramma Giocoso in due atti su libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di W. A. Mozart
con Quirijn De Lang, Belen Lopez Leon*, Peter Balczo*, Chiara Moschini, Riccardo Fioratti*, Abramo Rosalen*,
*scelti fra i vincitori del concorso lirico “ G. Ricci”
Regia di Beppe De Tomasi
Scenografie Keiko Shiraischi
Costumi Artemio Cabassi
Disegno Luci Nevio Cavina
Associazione Praeludium
L'impronta di Lorenzo Da Ponte, futuro poeta di corte a Vienna, si avverte in maniera sensibile in tutte e tre le opere italiane scritte per Mozart (cioè, Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte). Il librettista veneto lavorò con molti dei più grandi operisti italiani del tempo, tra cui Antonio Salieri, In particolare, mentre lavorava alla stesura del Don Giovanni, Da Ponte stava scrivendo contemporaneamente il libretto di Axur, re d'Ormus per Salieri (versione italiana del Tarare andato in scena pochi mesi prima a Parigi) e L'arbore di Diana per Martìn y Soler.
Da Ponte, nella collaborazione con Mozart per la stesura dell'opera, si appoggiò ad un precedente libretto di Giovanni Bertati intitolato Don Juan Tenorio, ossia Il convitato di pietra, apportandovi per altro importanti modifiche. Bertati aveva quasi certamente derivato il suo testo da un dramma in versi dell'anno 1630 del grande scrittore spagnolo Tirso de Molina, Il seduttore di Siviglia e il convitato di pietra (El burlador de Sevilla y Convidado de piedra).
Il tema di Don Juan Tenorio, ripreso dalla fantasia popolare, consentì a de Molina - che articolò il suo racconto in tre distinte giornate del burlador de Sevilla - di inaugurare quella che sarebbe stata la fortunata sorte letterario-musicale del don Giovanni. Un riferimento importante per Da Ponte e Mozart fu sicuramente anche il Don Giovanni o Il convitato di pietra di Molière.
In particolare, mentre le atmosfere cupe e intrise di un religioso senso di colpa sono da riferirsi al modello di Tirso de Molina, l'immagine del libertino impenitente, ateo e irriverente al punto da scherzare con le ombre dell'aldilà e sfidare persino il giudizio divino, sono assai vicine alla commedia di Molière. Tuttavia, il compiacimento un po' crudele con cui Don Giovanni tratta le sue conquiste, è segno di una certa misoginia che non compare in Molière, e che invece è da ascrivere interamente a Mozart e Da Ponte (anche guardando in prospettiva storica la terza opera della "trilogia", cioè il Così fan tutte).
Sia Mozart che Da Ponte erano infatti uomini di mondo. Se di Mozart, nel celebre film Amadeus diretto da Milos Forman su una sceneggiatura di Peter Shaffer, ci viene data l'immagine, in modo piuttosto distorto, di un grande artista che, però, tra una sonata e l'altra al clavicembalo, durante i banchetti si nascondeva sotto ai tavoli in compagnia di avvenenti fanciulle, Da Ponte non fu da meno: si narra, infatti, che durante le intere giornate passate davanti ad una scrivania tenesse vicino a sé un campanello per chiamare una servetta sedicenne che gli facesse compagnia.
Certo, per parlare del Don Giovanni non si può far riferimento solo a questi episodi che hanno un po' l'aria di una caricatura assai troppo marcata, ma la baldanzosità e l'allegria di Mozart da una parte, e quanto sappiamo della vita del libertino Da Ponte dall'altra, si rispecchia pienamente nella figura del celebre gentiluomo spagnolo, il cui unico obiettivo nella vita era quello di sedurre tutte le donne che gli si presentavano a tiro.