il 14 aprile 2007
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Daniele Luttazzi Rimini
Rimini
sabato 14 aprile 2007
Costo dei biglietti:
¤ 25,00 + ¤ 3,00 poltronissima
¤ 20,00 + ¤ 3,00 poltrona
¤ 15,00 + ¤ 2,00 tribuna non numerata
Biglietti su www.ticketone.it
Il comico più irridente e corrosivo del nostro paese torna per la gioia dei suoi molti ammiratori e sceglie per il debutto nazionale del suo nuovo spettacolo una sede particolarmente capiente: il "Paladozza" di Bologna. Sarà in questo palazzetto dello sport, infatti, che Daniele Luttazzi presenterà, il 26 gennaio, il suo nuovo spettacolo, dal titolo "Barracuda 2007", che verrà replicato in varie piazze regionali nei prossimi mesi.
Questa nuova prova di Luttazzi ha già debuttato in anteprima al Teatro Nuovo di Udine il 12 dicembre, e la stampa, in quell'occasione, non ha fatto che confermare quanto ci si può attendere: un successo condito da ovazioni per quella che viene definita una "tempesta magnetica di umorismo che mette fuori uso le vecchie bussole".
Questo "Barracuda 2007" è la versione aggiornata dell'implacabile e omonimo monologo di Luttazzi del 1999.
Ancora una volta ci si trova di fronte a un comico più che mai scorretto, efferato, estremo, abominevole.
I temi, di per sé, non sono una novità: si tratta di ciò da cui i comici di tutti i tempi hanno tratto il pane, come sesso, politica e società, cultura e religione. Ciò per cui Luttazzi sembra primeggiare è la malignità con cui tenta di recuperare quello spirito autentico della satira che, secondo quanto insegnò Mel Brooks, "se non è eccessiva non fa ridere". Una malignità sconciamente liberatoria, scardinante e distruttiva, che devasta e semina macerie.
"Rai, porno, John Kennedy, alieni, Fiat 600, Bibbia, forza di gravità, donne, nazisti, reincarnazione, criminalità, Leonardo da Vinci, pesciolini rossi, Godzilla: e questo solo nella prima battuta!"
Sta qui la sua cifra: l'assenza di misura, il volume di fuoco di cui il suo armamento è capace, nella programmatica negazione di ogni controllo o di ogni buon gusto, elemento estraneo, se non addirittura alternativo, alla satira, intesa come spinta liberatoria e plebea.
E la liberazione che il pubblico cerca da sempre negli spettacoli satirici non è tanto, come ci si potrebbe aspettare, quella dal potere, ma nasce da bisogni ancora più potenti, e profondi.
Lo scrive lo stesso Luttazzi: "L'attacco della satira al potere è secondario rispetto all'attacco più importante: quello contro la morte.
La satira è il popolo che festeggia la sua vittoria contro la morte."