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Descrizione dell'Evento

La vicenda, ambientata nel settembre 1941 nella capitale nord europea occupata dai nazisti, ricostruisce l’incontro tra il tedesco Werner Heisenberg, inventore del principio di indeterminazione, con Niels Bohr, danese e mezzo ebreo...

suo maestro, fondatore negli anni ’10 del secolo scorso della fisica atomica grazie all’applicazione della teoria quantistica alla materia e all’energia.

Bohr e Heisenberg, due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi con sospetto, si trovarono imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta, come sommerse da ambiguità e dubbi estenuanti sul rapporto tra potere, scienza e morale. Le angoscianti riflessioni, alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica, procedono con implacabilità storica, tensione umana e congetture scientifiche immersi in una scenografia firmata da Giacomo Andrico, formata da nere lavagne pregne di formule, in una infinita serie di calcoli che riempie lo spazio.

Nel dramma di Frayn vi è una vibrazione incessante e dolorosa che attinge dal conflitto tra esperienza quotidiana e ciò che la trascende: questi uomini che hanno reinventato il mondo e che, forse, hanno contribuito a distruggerlo, vivono di fatto nell’indeterminazione da essi stessi creata e nello stesso tempo è come se volessero disperatamente risalire alla causa prima, alla verità.

Una storia vera ricostruita dopo la scomparsa dei protagonisti dai rispettivi fantasmi, a loro tocca offrire una serie di successive versioni contraddittorie di uno storico incontro misteriosamente velato da fatali sottintesi.

La regia di Avogadro è attentissima a sondare i contenuti scientifici senza disdegnare gli appigli comunicativi, puntando soprattutto sui ritmi in una sorta di arena processuale dove si fronteggiano i due scienziati: un teso e intenso Umberto Orsini con risvolti di sofferta ironia, un tormentato e coinvolgente Massimo Popolizio, siglati dalla pura maturità e saggezza di Giuliana Lojodice.

note: Durata spettacolo: 2h (con un intervallo) -

di Michael Frayn
traduzione Filippo Ottoni, Maria Teresa Petruzzi
regia Mauro Avogadro
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice
scene Giacomo Andrico
costumi Gabriele Mayer
luci Giancarlo Salvatroi
musiche Andrea Liberovici.
Emilia Romagna Teatro Fondazione
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG.

Niels Bohr

Foto by http://www.flickr.com/photos/robinh00d/

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