Sonny Rollins in Concerto per Bologna Jazz Festival al Teatro Europa Auditorium di Bologna
il 16 novembre 2010
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Quando Sonny Rollins suona il suo sax tenore, il mondo sta in ascolto. Per oltre mezzo secolo, questo formidabile ottantenne ha incantato il pubblico suonando con la maestria di una divinità, diventando una delle ultime icone viventi di un'epoca d'oro del jazz che, probabilmente, non avrà mai pari. Nato a New York il 7 settembre 1930 Rollins è cresciuto ad Harlem, non lontano dal Savoy Ballroom, dall'Apollo Theatre, e a un passo dal suo idolo Coleman Hawkins. Ispirato da Louis Jordan, iniziò ancora ragazzo a suonare il sax alto per passare al sax tenore a sedici anni: cadde subito sotto l'incantesimo della rivoluzione musicale che lo circondava, il Bebop. Iniziò a seguire Charlie Parker e presto fu accolto sotto l'ala di Thelonious Monk, che divenne suo mentore e guru e - ancor prima di aver compiuto i vent’anni - aveva già inciso con Babs Gonzales, J.J. Johnson, Bud Powell e Miles Davis.
La prima incisione di Rollins risale al 1949. Fu subito riconosciuto come uno dei più promettenti, spontanei e creativi tenorsassofonisti della scena jazzistica. Miles Davis fu uno dei primi fan di Sonny Rollins e nella sua autobiografia scrisse di lui: "Era una leggenda, quasi un dio per molti dei musicisti più giovani. Alcuni pensavano che suonasse il sassofono al livello di Bird (Charlie Parker). Io so per certo che vi era molto vicino.” In perenne conflitto con il mercato musicale, Rollins si è più volte sottratto alle scene per periodi più o meno lunghi. Tornato sulla scena a tempo pieno, ha mantenuto un programma di performance e registrazioni scelte accuratamente, ognuna capace di spiegare il perchè - come afferma il Village Voice, è "l'ultimo degli immortali del jazz". Il più formidabile fra tutti gli improvvisatori del jazz, Rollins è tutt'ora una fonte di ispirazione per i musicisti e gli ascoltatori di tutto il mondo.