Chimera Vita di una strega
il 13 dicembre 2009
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Tratto dall'omonimo romanzo di Sebastiano Vassalli, Chimera ricostruisce una vicenda che nel 1610 sconvolse Novara: la tragica vita di Antonia, abbandonata ancora bambina davanti alla porta della Casa della Carità e cresciuta poi da una coppia di contadini nel villaggio di Zardino. "Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1590, giorno di Sant'Antonio abate, mani ignote deposero sul torno, cioè sulla grande ruota in legno che si trovava all'ingresso della Casa di Carità di San Michele fuori le mura, a Novara, un neonato di sesso femminile, scuro d'occhi, di pelle e di capelli: per i gusti dell'epoca, quasi un mostro". Così ha inizio la storia di Antonia, raccontata da Sebastiano Vassalli in uno dei più importanti romanzi dell'ultimo decennio, edito da Einaudi e vincitore nel 1990 dei Premi Strega e Campiello.
E da qui un monologo avvincente sulla tragica vita della sua protagonista, la strega di Zardino, "villaggio fantasma" sulle rive del fiume Sesia, cancellato forse da un'alluvione, dalla peste, da una battaglia, da un incendio o chissà. Dal mistero e dalla nebbia dell'oblio e del nulla riemerge così la vicenda della strega, che subì a Novara un processo e una condanna, "correndo l'anno del Signore 1610", e del vescovo Bascapè, del boia Bernardo Sasso, dei bambini abbandonati e umiliati nelle case di carità, dei risaroli schiavi e dei camminanti ribelli, sullo sfondo di un paesaggio storico dominato e oppresso dalla Controriforma e dall'Inquisizione e di un paesaggio naturale dove si staglia il Monte Rosa, presenza immane di granito e di ghiaccio.