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Descrizione dell'Evento

"Quanto più allontano il mio cuore dalla casa d'argilla in queste notti spazzate dal vento e dalla luna, tanto più sono…felice" (Emily Bronte)

Teatro Due - dal 23/02/2007 al 28/02/2007
LA CASA D'ARGILLA
testo Lisa Ferlazzo Natoli

PER INFORMAZIONI O PRENOTAZIONI
Fondazione Teatro Due Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia
Viale Basetti, 12/a
Tel. +39 0521230242
info@teatrodue.org
http://www.teatrodue.org

LA CASA D'ARGILLA
testo Lisa Ferlazzo Natoli
scrittura scenica con Monica Angrisani, Valentina Curatoli, Tania Garribba, Alice Palazzi, Paola Tintinelli,
scene e costumi Fabiana Di Marco
drammaturgia delle luci Luigi Biondi
musiche Gabriele Coen e Andrea Pandolfo
suono Fabio Vignaroli
fonica Francesco Bala
regia Lisa Ferlazzo Natoli

 
Lo Spettacolo

Argilla, roccia nata dal fango, bianca e porosa, terra friabile, pronta a sgretolarsi.
Casa, luogo parentale e primordiale, interno abitato da fantasmi e memorie, mentre dall'esterno penetra, per le crepe dei muri, un'aria che pullula di spettri e sortilegi. Casa che emette suoni voci gemiti, sgocciolii d'acqua, respiri, come una creatura vivente.
Solo un tavolo lungo e stretto e cinque donne intorno, sei sedie, una vuota. Interno in cui guardare come dal buco di una serratura.
Quattro donne sono appena tornate e con loro ritorna un rimosso; la quinta le accoglie, forse le ha chiamate. Per assistere la madre morente? o per ricordarla? Ma è davvero la madre in quella camera chiusa? E' lei che sta morendo?
Come fosse cibo, dopo una lunga astinenza, le donne consumano e divorano immagini e storie, desideri, rancori, memorie d'infanzia e ossessioni, mentre il giorno s'incrina nella notte e la notte nell'alba, il tempo bianco della vestizione.

Casa D'argilla

Quel tavolo, come una trappola per topi, espone i corpi e li costringe a mutazioni inattese: posture - di spalle di profilo, la sola nuca la schiena le gambe, come arti smembrati; spazi - il sotto tavolo, il sopra, i lati, il piano orizzontale come un campo da esplorare, zona di scavo archeologico; buchi temporali - memorie mobili, instabili tra passato e presente.
Si veglia una morte e una morte le veglia, c'è un corpo che resiste, ha un odore e un rumore, chiama, chiede e si ostina a non voler morire. E una lotta s'ingaggia con i morti, in un'intimità meravigliosa e terribile con i propri fantasmi. Si gioca con le paure e con le ombre, sgranando, come sul rosario di famiglia, un inventario e una conta dei defunti, un calendario di abbandoni precoci.
La veglia riguarda il morire e l'essere svegli-vigili, è una soglia, una terra e un tempo di mezzo, tempo di festa, ricorrenza tra le morti, che sostituisce al coro antico dei lamenti un coro di risa e di canti. Si celebra il defunto? o la vita che rimane? oppure è una festa d'addio?
Anche questa sembra una casa pronta allo sgombero e al disuso, destinata a disabitarsi, come Casa Prozorov delle sorelle cechoviane, che accatastano mobili oggetti e affetti, mentre il loro mondo declina e le abbandona.
Qui, l'argilla saprà forse sgretolare le mura, mentre dal fondo lentamente risale il fango antico.

Cinque donne, perché c'è un femminile che sa essere popolo minore, capace forse di disegnare nuove mappe e infrangere divieti; che parla di un sapere come corpo e desiderio, dove agiscono forze, affetti e passioni che perturbano il senso. Perché ha il potere di rompere patti, di dar morte avendo dato vita - Medea - di stare sull'orlo, sulla soglia né viva né morta - Antigone ? d'essere intoccabile, altra dai vivi - Euridice - di legare vita e morte su un piano di reversibilità - Alcesti. Alcune fra le attrici erano già interne ad un percorso comune, le altre si sono aggiunte durante un laboratorio mirato. Scelte per una reciproca intuizione d'affinità, per l'intelligenza della scrittura scenica e improvvisativa che fa nascere dai corpi, assieme alle posture, anche le parole. "La casa d'argilla", scrittura originale sui temi del desiderio, della morte e del luogo familiare, si va disegnando sui corpi delle attrici, producendo biografie e mutazioni, sdoppiando e sfocando le immagini, come in una foto in movimento. Non esattamente testi, ma voci tracce suggestioni, affetti, per un gioco di assonanze e rimembranze che esplora il linguaggio di un corpo-coro parentale.

Luogo dell'Evento e gli Hotel nei dintorni