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Opera Carmen Ravenna

dal 13 ottobre al 31 dicembre 2009

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Ravenna Altro

Descrizione dell'Evento

Una piazza di Siviglia. Da una parte l'ingresso della manifattura tabacchi, sul lato opposto il corpo di guardia dei dragoni di Almanza.

Tra la folla di borghesi, contadini venuti al mercato, giovani sfaccendati in attesa del turno delle sigaraie, una giovane provinciale, Micaela, si presenta al corpo di guardia per cercare il suo fidanzato, il brigadiere Don José. Il sottufficiale Morales le dice che José giungerà di lì a poco, quando ci sarà il cambio della guardia, e la invita ad attenderlo in simpatica compagnia. Micaela arrossendo promette che ritornerà più tardi, e si allontana. Intanto una banda di ragazzini, che scimmiottano la breve cerimonia militare, invade festosamente la piazza accompagnando il drappello di dragoni che dà il cambio alla guardia, comandato da Don José. Quando suona il campanello della fabbrica di tabacchi gli uomini, come d'abitudine, vanno a piazzarsi davanti all'ingresso per fare ala al passaggio delle sigaraie che si avviano al lavoro e invocano a gran voce Carmen, la bella gitana.
Costei appare, discinta e sfrontata, un mazzolino di fiori di gaggìa nel corsetto, e civetta per un poco coi suoi ammiratori, fissando poi con intenzione Don José mentre intona l'habanera, una canzone provocante piena di allusioni invitanti per il bel dragone, il quale continua a fingere indifferenza. Così si toglie il fiore dal corsetto e glielo lancia con derisione, entrando poi di corsa con le compagne nell'edificio della manifattura. Don José rimane profondamente turbato, come per un sortilegio. Ma giunge Micaela a riportarlo alla realtà: è sua madre a mandarla - gli dice con verecondia - per consegnargli una lettera e del denaro e dargli un bacio a nome suo. José commosso, pensa alla dolce casa lontana e incarica Micaela di riferire alla madre che suo figlio le promette di essere ben degno del suo amore e della sua fiducia. Restituisce quindi il bacio a Micaela che se ne va e col cuore colmo di "buoni sentimenti" fa per gettar via il fiore di Carmen, "strega gitana", quando scoppia improvvisa una rissa furibonda nella fabbrica di tabacchi: invano il tenente Zuniga cerca di tenere a bada le sigaraie, uscite precipitosamente sulla piazza, che in un gran tumulto cercano a gruppi, confusamente, di accusare o di difendere Carmen per il ferimento d'una compagna. La zingara, interrogata, risponde con insolenza canzonatoria all'ufficiale che la fa arrestare ordinando ai soldati di legarle con una corda le mani dietro la schiena. José dovrà quindi scortarla alla prigione. Mentre Zuniga entra nel corpo di guardia per firmare l'ordine, Carmen circuisce voluttuosamente José: il fiore di gaggìa era stregato, gli dice, lui n 4000 on potrà dunque sottrarsi al suo fascino, farà tutto ciò che lei vorrà, la lascerà fuggire e lei lo attenderà riconoscente, nell'osteria di Lillas Pastia dove saprà farlo felice. José, ormai stravolto dal desiderio, acconsente: le scioglie nascostamente i lacci e quando, ricevuto l'ordine di carcerazione sta scortando Carmen verso la prigione, finge di cadere per un violento strattone della ragazza che fugge ridendo, inutilmente inseguita dai soldati.

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