Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Cappuccetto Rosso di Charles Perrault al Teatro Ariosto di Reggio Emilia

il 11 dicembre 2011

vedi sulla mappa

Reggio Emilia Corso Cairoli, 1  -  Reggio Emilia

Info: 0522 458845

Descrizione dell'Evento

Cappuccetto Rosso, nella versione di Charles Perrault, la più antica, ci racconta di un bosco delle meraviglie, dove una bambina bellissima si perde fino ad incontrare il più famelico dei lupi. Il lupo divora la nonna e poi divora la bambina.

di Charles Perrault Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti

TEATRO ARIOSTO
Domenica 11 dicembre ore 16 e ore 17.45

con Rosita d’Aiello e Claudio Guain
regia Manuela Capece e Davide  Doro
scene compagnia RODISIO
disegno luci compagnia RODISIO
oggetti  di scena e ombre Paola Crecchi e Paolo Romanini
testa di lupo Silvia  Bertoni
costumi compagnia RODISIO e Patrizia Caggiati
elaborazione  musicale Davide Doro e Paolo Codognola
tecnico Andrea Bovaia/ Dario  Andreoli
assistente alla regia Consuelo Ghiretti

tecnica: teatro d’attore
età consigliata: dai 3 ai 5 anni e per tutti
durata spettacolo: 45’ 
 
"Queste parole vanno pronunciate con voce forte, per far paura"
Charles Perrault, 1695
"Da questa storia si impara che i bambini, e  specialmente  le giovanette carine e cortesi, fanno molto male a dare  ascolto agli  sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce  n'è un  tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso,  né  arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani   ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali  creature, le più pericolose! "Le Petit Chaperon Rouge, Charles Perrault, 1697
 
Cappuccetto Rosso, nella versione di Charles Perrault, la più  antica, ci racconta di un bosco delle meraviglie, dove una bambina  bellissima si perde fino ad incontrare il più famelico dei lupi.
Il lupo divora la nonna e poi divora la bambina.
La fiaba di Perrault termina così, senza una soluzione o una redenzione, ma con una morale.
Italo Calvino parla del Cappuccetto Rosso di Perrault  definendola più che una fiaba, una specie di gioco recitativo per “far  paura” ai bambini piccoli e dunque per insegnar loro a difendersi dalla  paura. E’ proprio in questo concetto che troviamo l’urgenza di  raccontare questa storia.
Bisogna portare i piccoli nel bosco, bisogna chiedere loro di  attraversarlo e, soprattutto, bisogna far loro incontrare il lupo.  Perché non lo dimentichino mai più. Questa storia, tra le più classiche  della tradizione popolare, è una mattanza crudele necessaria alla  crescita. Il sacrificio di Cappuccetto Rosso permette, al bambino che  ascolta, l’approccio al simbolico del limite, indispensabile nella  formazione, oggi più che mai. In questa storia non c’è un divieto, al  contrario c’è un compito da rispettare, un terribile cammino da  compiere, addentrarsi nel bosco per arrivare alla casa della nonna. Ed è  proprio la mamma a mandare Cappuccetto Rosso dentro il bosco, è  l’adulto che con coraggio e responsabilità chiede al bambino di compiere un percorso di formazione.
Questa storia è un labirinto che fa girare la testa.
Sono spazi di luce e spazi d’ombra, e poi rosso, tanto rosso da farci smarrire.
Questa storia non può che essere raccontata da un lupo.
Perché solo un lupo può permettersi di raccontare una storia così, secca  e cruda, senza ninnoli e con una così forte valenza formativa.
 
Abbiamo bisogno di tornare ai tempi di Perrault, dove gli adulti  parlavano ai bambini con più onestà ed anche le favole erano più oneste.  Abbiamo bisogno di ritornare ai tempi del coraggio, il coraggio di  mostrare ai piccoli le strade pericolose per dar loro la possibilità di  riconoscerle. Si deve oltrepassare il bosco. Il problema che  contraddistingue il nostro tempo consiste nel come riuscire a preservare  la funzione educativa di fronte ad una crisi sempre più radicale e  generalizzata del discorso educativo. Come ci può essere educazione, e  dunque formazione, se l’imperativo è l’assenza del limite e del  pericolo? Come si può introdurre la funzione educativa del limite, che  dia un senso anche alla rinuncia, se tutto tende a sospingere verso  l’apologia cinica dell’appagamento immediato? Viviamo il tempo in cui la  prestazione deve essere sempre positiva, la storia deve avere sempre un  lieto fine, ma nella realtà le possibilità sono molteplici.
La difficoltà in cui versa ogni discorso educativo è doppia. Per un  verso è difficoltà ad assumere con responsabilità la differenza  generazionale, introducendo il potere simbolico dell’interdizione. Per  un altro è difficoltà a trasmettere il desiderio da una generazione  all’altra, è difficoltà nel dare testimonianza di che cosa significhi  desiderare. Una generazione deve donare all’altra, insieme al senso del  limite, la possibilità del desiderio.
 
Cappuccetto Rosso è una fiaba veloce, senza mezzi termini, che lascia a bocca aperta.
 
 
La compagnia RODISIO produce spettacoli per bambini e per  tutti in Italia e all’estero, cura e progetta percorsi di ricerca e di  formazione rivolti a bambini, ragazzi e adulti. Il suo linguaggio scenico si nutre di quotidianità, per farne emergere gli aspetti più  sorprendenti e per parlare, con ironia e leggerezza, delle nevrosi e  delle storture contemporanee. La compagnia ha da diversi anni un  rapporto di residenza con il Teatro delle Briciole.

Luogo dell'Evento e gli Hotel nei dintorni