Il Canto Di Natale Presso La Sala Estense Di Ferrara
il 21 dicembre 2009
vedi sulla mappaFerrara Altro
il 21 dicembre 2009
vedi sulla mappaFerrara Altro
Commedia natalizia in 2 atti di Charles Dickens
Regia: Raffaello Malesci
Scene: Alberto Cella
Costumi: Nadia Fezzardi / Raffaello Malesci
Luci: Eugenio Sacchella
Tecnico di palcoscenico: Alessandro Viespoli
Musiche a cura di Danilo Furnari, Davide Cornacchione
Costruzioni: Maurizio de Antoni
Sartoria: Mariuccia Schivardi
Fotografie: Maurizio Balzarini
Interpreti
Raffaello Malesci - Guido Paratico - Alessandro Abate
Davide Cornacchine - Danilo Furnari - Silvia Pipa
Fiorenzo Savoldi - Fulvia Marai - Roberta Biondi
Lunedì 21 dicembre 2009
Ore 16.00 e ore 21.00
Sala Estense di Ferrara
Piazza del Municipio, 3 – 44100 Ferrara
Ingresso : € 15,00/ € 21,00
Il Natale e Charles Dickens
La tradizione cristiana medioevale che univa la celebrazione della nascita di Cristo con le antiche feste romane dei Saturnali e con le feste germaniche invernali era stata fortemente criticata dai Puritani sotto Oliver Cromwell. Inoltre la rivoluzione industriale, pienamente in atto ai tempi di Dickens, lasciava ormai ben poco spazio per le celebrazioni natalizie. Dickens perciò rivitalizza la festa natalizia così come la conosciamo oggi. Successivamente, anche grazie alla diffusione mondale della lingua inglese, le tradizioni codificate in quel periodo assumono valenza se non universale sicuramente europea e nordamericana. Il vischio, i canti, l’agrifoglio, gli alberi di Natale, i regali ai fanciulli, i pacchi di mille colori, sono una conseguenza dell’espandersi della borghesia e del suo potere di acquisto, caratterizzano fortemente le nuove città industriali, ma soprattutto vengono veicolati e promossi dai racconti di Dickens che ammanta la festa anche di solidarietà, buoni sentimenti. Ci furono anche altri sostenitori del revival romantico del Natale in epoca vittoriana : il Principe Alberto che portò in Inghilterra la tradizione tedesca di decorazione dell’albero natalizio, il ritorno in auge delle melodie natalizie e l’apparizione nel 1840 della prima cartolina di auguri natalizia. Ma furono soprattutto le storie natalizie di Charles Dickens ed in particolare il suo capolavoro del 1843 “Il Canto di Natale” a riportare la gioia dei festeggiamenti natalizi nei paesi anglosassoni. Ancora oggi, dopo più di 160 anni dalla composizione, “Il Canto di Natale” mantiene inalterato il suo messaggio antimaterialistico legato alle festività e alle vacanze natalizie. Dickens trasforma il Natale da una ricorrenza religiosa in una festa per la famiglia.
Il nome di Charles Dickens divenne sinonimo di Natale tanto che alla notizia della sua morte nel 1870 un bimba londinese esclamò “Mr. Dickens è morto? Allorà morirà anche Babbo Natale?”
Canto di Natale
Il vecchio Scrooge, dopo la morte del suo socio d’affari Jacob Marley, continua a condurre il suo banco d’affari con cinica avarizia rifuggendo da ogni rapporto umano e affamando il suo sfortunato impiegato Bob Cratchit. Scrooge soprattutto odia il Natale e nemmeno l’invito a cena di suo nipote riesce a fargli cambiare idea. La notte di Natale riceve però la visita del fantasma del suo defunto socio Jacob Marley che gli rimprovera la sua grettezza e gli annuncia la visita di tre spiriti destinati a redimerlo. Lo spirito dei Natali passati gli mostra gli errori della sua vita passata, lo spirito del Natale presente gli fa vedere la felicità che il Natale genera nella gente, il divertimento da cui Scrooge volontariamente si esclude, mentre lo spirito dei Natali futuri gli mostra il suo orrendo destino qualora non modificasse la vita che ora conduce. Dopo la visita degli spiriti Scrooge si risveglia la mattina di Natale profondamente cambiato nell’anima. D’ora in poi non mancherà mai di festeggiare il Natale e non perderà nessuna occasione per fare del bene.